Confine

Spunta un’altra idea per Ponte Chiasso

In attesa del maxiprogetto che si spera riqualificherà completamente il quartiere comasco, emerge una proposta per dare una nuova funzione all’ex rampa abbandonata dell’autostrada A9 - Con pochi adattamenti potrebbe ospitare numerosi parcheggi utili a frontalieri, negozianti e residenti
©CdT/Chiara Zocchetti
Lidia Travaini
01.06.2021 18:54

Ponte Chiasso aspetta con trepidazione il suo futuro. Da quando è stata lanciata l’idea di riqualificare completamente la località a ridosso del confine italo-svizzero, per chi in quella zona vive e lavora il sogno di veder cambiare volto all’area si è infatti trasformato in una speranza concreta.

Del maxiprogetto che mira a dare nuova vita alle aree dove un tempo sorgevano le aziende Lechler e Albarelli e a riqualificare il centro - edificando un supermercato (si è spesso parlato di Esselunga), creando 1.400 parcheggi, una zona 30 e un punto di interscambio per gli autobus (vedi CdT del 9 marzo 2019) - non si sente però più parlare da qualche tempo. Circa due anni per la precisione, anche se forse in parte i tempi di sono dilungati a causa del coronavirus.

Sia quel che sia, per vedere realizzato quel maxiprogetto bisognerà in ogni caso attendere ancora degli anni. È anche alla luce di queste tempistiche che recentemente nel quartiere comasco - e su svariati media di oltre confine - si è fatta largo un’altra idea. Un’idea che sarebbe più rapida e semplice da realizzare e che contribuirebbe a riqualificare, almeno in parte, la località. Fornendo anche «un servizio utile a lavoratori pendolari, utilizzatori dei negozi di Ponte Chiasso e residenti».

Quello della carenza di parcheggi è un problema noto, che si è acuito quando molti stalli sono diventati blu

Degrado e potenzialità

A illustrarci l’idea è l’architetta Arianna Sinigaglia, che conosce bene quella zona. Sia perché è cresciuta poco lontano, sia perché ha lavorato per diverso tempo come pendolare, privilegiando i mezzi pubblici da Chiasso. Al centro della sua proposta vi è la rampa autostradale in disuso da anni che si trova a pochi passi dal centro di Ponte Chiasso. «È chiusa da tempo e abbandonata a se stessa. Però potrebbe assumere una funzione utile per tante persone. Con una spesa relativamente contenuta si potrebbe trasformare in un’area con dei posteggi. Da quando a Ponte Chiasso i parcheggi sono diventati blu i pendolari che vogliono fare car pooling o usare mezzi pubblici non possono più farlo».

Del futuro di quella rampa abbandonata - e ormai zeppa di rifiuti e degradata - in passato si è già parlato. Nessuna delle idee lanciate si è però mai concretizzata.

«La rampa chiusa ha portato a Ponte Chiasso degrado aggiuntivo. Toglie valore a una zona che dal mio punto di vista ha grandi potenzialità - prosegue l’architetta - transitare da Ponte Chiasso può essere ormai brutale. Da architetta mi si spezza il cuore. Credo però che basterebbe poco, un po’ di manutenzione straordinaria per esempio sistemando il verde pubblico, l’asfalto e ottimizzando i parcheggi e il quartiere cambierebbe volto».

A due passi dal confine: la rampa, la rete e la chiassese via Odescalchi. ©CdT/Chiara Zocchetti 
A due passi dal confine: la rampa, la rete e la chiassese via Odescalchi. ©CdT/Chiara Zocchetti 

Desideri condivisi

Il concetto è chiaro: non stare con le mani in mano ad attendere il maxiprogetto di cui abbiamo riferito all’inizio dell’articolo, ma iniziare a dare un nuovo volto alla località partendo dagli interventi più semplici. E dalla rinascita della rampa in disuso della A9: «Si potrebbero creare parecchi parcheggi, la rampa è piuttosto lunga. Ma questa non è un’idea solo mia, parte dal basso, a Ponte Chiasso è condivisa. C’è anche una sorta di comitato di quartiere, un gruppo locale che fa parte della rete nazionale Controllo del vicinato, che è molto attivo e con cui recentemente ho anche fatto una passeggiata tra le vie del quartiere. I suoi rappresentanti hanno mostrato tante zone e problematiche che andrebbero sistemate e affrontate».

La speranza di chi vive Ponte Chiasso è quindi che le idee e i desideri emersi nel recente passato possano presto trasformarsi in progetti. Affinché la località possa vivere il futuro che sogna.