Spuntano i (primi) nomi per il dopo Righini

Per il dopo Igor Righini in casa PS c’è voglia di co-presidenza. Di nomi, ieri sera in occasione del Comitato cantonale riunitosi alla Casa del popolo, non ne sono stati fatti. Ma a guardare alla carica con interesse sono almeno tre giovani: il vicepresidente Fabrizio Sirica, la deputata in Gran Consiglio Laura Riget e l’ex presidente del parlamentino Evaristo Roncelli. Chi invece ha già sciolto le riserve e si è detto disponibile a lanciarsi nella corsa è Adriano Venuti, già membro della direzione e municipale a Massagno. «Ci sto riflettendo - ci conferma Riget - ora mi prenderò qualche giorno per pensarci bene ma sarebbe sicuramente una sfida interessante, soprattutto in un’ottica di co-presidenza». Una guida a due teste che si sta profilando anche a livello federale dove per la successione di Christian Levrat sono scesi in campo i due giovani consiglieri nazionali Mattea Meyer e Cédric Wermuth. In tal senso, negli scorsi anni gli statuti del partito cantonale sono stati rivisti proprio per prevedere la possibilità di un tandem ai vertici. I giovani - e come loro tutti gli interessati alla presidenza - avranno ora tempo fino al 26 gennaio per presentare la propria candidatura. Poi l’ultima parola spetterà al Congresso in programma per domenica 16 febbraio al cinema Lux a Massagno.
«Grazie Siricone»
Quello di ieri sera è stato l’ultimo Comitato cantonale in veste da presidente per Righini. Intervenendo davanti al parlamentino - una quarantina i sostenitori presenti - il presidente socialista ha voluto ringraziare l’intera base e lo stesso Sirica (definito amichevolmente “Siricone’’) per «l’assistenza che mi ha fornito in questi quattro anni alla testa del partito, facendo le mie veci mentre ero in campagna. Mi scuso invece con il gruppo parlamentare perché, se durante il mio mandato non ho mai mancato un Comitato cantonale o una riunione di direzione, con i nostri rappresentanti in Gran Consiglio ho avuto una relazione a corrente alterna».
«Caro Bixio, caro Fiorenzo»
In attesa di conoscere il volto (o i volti) di chi riceverà il testimone da Righini, il numero uno del partito ha voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa. «Il bilancio politico lo farò a febbraio davanti al Congresso - ha detto Righini - ma permettetemi di fare due ringraziamenti in più. Caro Bixio (ndr. Caprara) sei stato il miglior presidente liberale che il PS abbia mai potuto incontrare. Con te metà della campagna era già stata fatta». E citando lo slogan scelto dal PLR per le elezioni cantonali Righini ha ironizzato: «Bixio non posso che dirti, facciamolo ancora». Ma una stoccata è partita anche all’indirizzo del presidente del PPD Fiorenzo Dadò: «In un’edizione del vostro giornale “Popolo e libertà’’ mi avevi illustrato vestito in maniera carnascialesca con la didascalia “C’è poco da ridere’’. Caro Fiorenzo incontriamoci al carnevale e facciamoci due risate. Magari proprio sul ballottaggio al Consiglio degli Stati». Appuntamento, questo, che ha visto la candidata socialista Marina Carobbio prevalere sul senatore uscente Filippo Lombardi (PPD). «Non importa se verrò ricordato come presidente del partito - ha concluso Righini - ho detto fin dall’inizio che volevo essere una goccia di pioggia anche se qualcuno avrebbe preferito un leader di polso. Ma sono convinto che il PS è ad azione orizzontale e solo insieme può avanzare».
Firme, c’è da lavorare
Ma prima della presidenza c’è un’altra scadenza alla quale il Partito socialista guarda con attenzione: quella con due referendum, contro il pacchetto di sgravi fiscali (approvato ad inizio dicembre dal Gran Consiglio) e per abbattere il finanziamento cantonale per l’aeroporto di Agno (è pure in corso un referendum a livello di città di Lugano). Ebbene, contro il pacchetto fiscale promosso dal Consiglio di Stato all’unanimità le firme rientrate sono 3.642, per quello sullo scalo luganese 3.594. Ne occorreranno 7.000 valide ciascuno entro il 7 gennaio. E le vacanze non sono mai un momento propizio per raccogliere sottoscrizioni.