Statua di Satoshi Nakamoto, parte la petizione: «Lugano, in futuro, la protegga»

«Grazie a chi si è prodigato per ritrovare e recuperare, con estrema cura, la statua di Satoshi Nakamoto dai fondali del Ceresio». È con queste parole che l'artista Valentina Picozzi e il collettivo Satoshigallery commentano quanto accaduto nelle scorse ore all'opera del fondatore del Bitcoin, vittima di un atto di vandalismo nella notte tra venerdì e sabato. Dopo averne denunciato la scomparsa e il sospettato furto, l’opera – in più frammenti – è stata recuperata questa mattina dai subacquei della sezione luganese della Società svizzera di salvataggio. Valentina Picozzi e Satoshigallery hanno già manifestato la disponibilità a crearne e fornirne una nuova copia a proprie spese. Ma è stata lanciata una petizione indirizzata alla Città di Lugano, per il ripristino dell'opera.

La petizione pubblica (il link su change.org) chiede al Municipio supporto logistico per facilitare il completo ripristino dell'opera e una nuova collocazione adeguata e sicura che garantisca visibilità, valorizzazione e protezione alla scultura. La statua dedicata a Satoshi Nakamoto – donata alla Città lo scorso 25 ottobre, nell'ambito dell’edizione 2024 del Plan ₿ Forum, e collocata nella zona della Foce – «rappresenta molto di più: è, proprio come Bitcoin, un simbolo di libertà individuale, indipendenza finanziaria e diritto alla privacy. Valori strettamente legati ai principi tradizionali della Svizzera, e non solo all’innovazione tecnologica», spiega Luca Esposito, portavoce del gruppo di luganesi e residenti che ha lanciato la petizione.
Il ripristino della statua viene inteso non solo quale atto di tutela del patrimonio artistico e culturale, ma anche come segnale per l’immagine della città di Lugano, da sempre riconosciuta come una delle città più sicure e accoglienti della Svizzera. «Lugano è una città che guarda al mondo, aperta al turismo e all’innovazione, e dimostrare una reazione tempestiva e decisa di fronte a episodi spiacevoli rafforza la fiducia dei cittadini e dei visitatori nella capacità di proteggere i propri simboli e valori, confermandosi come luogo dove l’ordine e il rispetto per la cultura prevalgono».

«Non viene chiesto alcun contributo economico alla Città», ribadisce Esposito, «ma soltanto l'impegno a sostenere logisticamente il ripristino e a individuare insieme all'artista una collocazione definitiva appropriata e sicura».