Giustizia

Stupro sul treno, l'imputato «torna» minorenne: servono nuovi accertamenti

Sospeso il processo alle Assise criminali a carico del richiedente l’asilo presunto complice del giovane che aveva abusato sessualmente di una ragazza sulla tratta Lugano-Chiasso – Inizialmente aveva affermato di essere maggiorenne, oggi in aula ha ritrattato
© CdT/Gabriele Putzu
Nico Nonella
12.03.2024 11:48

Servono ulteriori accertamenti per stabilire l'età del richiedente l'asilo algerino comparso questa mattina davanti alla Corte delle Assise criminali per rispondere dell'abuso sessuale ai danni di una giovane su un treno regionale Lugano-Chiasso avvenuto lo scorso 8 ottobre. In apertura di dibattimento, l'imputato ha infatti affermato di essere minorenne, ritrattando dunque quanto affermato in sede d'inchiesta, oltre a fornire diverse dichiarazioni contraddittorie sul luogo di nascita. Alla luce di ciò, la Corte ha stabilito che sono necessarie ulteriori verifiche per stabilire la sua età e, dunque, se la competenza di questo caso è della Procura oppure della Magistratura dei minorenni.

«Sono nato lì. No anzi, là...»

L'imputato – difeso dall’avvocato Felice Dafond e assistito da un'interprete –, ha da subito fornito versioni contraddittorie. Interrogato dalla presidente della Corte, Francesca Verda Chiocchetti (a latere Siro Quadri e Monica Sartori-Lombardi), ha affermato di essere nato nel 2007 e non nel 2004, come dichiarato in sede d'inchiesta. Ossia di avere 16 anni e non 19. E questo perché, a suo dire, dei suoi «amici» in carcere, alla Farera, gli avevano consigliato di dire di essere maggiorenne «perché così mi avrebbero lasciato andare prima». Una versione che non ha convinto la Corte. Incalzato dalla presidente, l'imputato ha affermato di aver semplicemente seguito questo suggerimento. Perché oggi ha cambiato idea? «Perché voglio dire la verità». Dafond ha sollevato una questione pregiudiziale, chiedendo ulteriori verifiche sull'età del suo assistito (agli atti c'è l'esito della radiografia della mano che ne accerta una possibile maggiore età)

Il giovane, attualmente in regime di carcerazione di sicurezza, ha inoltre dichiarato di essere nato in un ospedale di Orano, ma non ha saputo indicare quale e anzi ha continuamente cambiato versione indicando man mano diverse strutture: prima un ospedale che non compariva nei risultati di ricerca online, poi un altro nosocomio, «il più grande della città», e infine una clinica. Quasi tragicomica l'immagine della Corte chinata sui computer a cercare la struttura sanitaria corretta. All'imputato è poi stata fornita una lista di tutti gli ospedali di Orano; dopo qualche minuto ne ha indicato uno.

«L'accusa prende atto che per la terza volta l'imputato modifica la propria data di nascita. Non ha mai contestato di essere nato nel 2004 e oggi, con una tempistica perlomeno sospetta, dice di avere 16 anni, ha dal canto suo ribattuto la procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis. Il sospetto è che dietro le sbarre qualcuno gli abbia suggerito di farsi passare per minorenne per ottenere una condanna più lieve: «Ha saputo che il suo complice è stato condannato dal Tribunale dei minorenni e ha voluto fare il furbo. Non è credibile». Dello stesso avviso la patrocinatrice della vittima, l'avvocata Fiammetta Marcellini: «Ha fornito spiegazioni contorte, affermando pure che è stata la polizia a sbagliare...».

Dopo essersi riunita in camera di Consiglio, la Corte delle assise criminali ha accolto l'istanza della difesa e disposto ulteriori accertamenti. La difesa, per esempio, dovrà produrre il certificato di nascita.

Una condanna, un terzo uomo mai rintracciato

La mattina dei fatti la vittima stava rientrando a casa dopo una serata in discoteca e sul treno, tra le 6.34 e le 7.07, era stata avvicinata dall’imputato a processo oggi e da un minorenne. Quest’ultimo, approfittando del fatto che la ragazza non stava bene – si presume a causa dell’alcool –, l’aveva dapprima molestata e in seguito aveva abusato di lei, incosciente, nel bagno del vagone. Fuori, a fare da «palo» e in attesa del suo turno, il complice a processo oggi (oltre a una terza persona mai identificata).

Entrambi – come aveva anticipato il CdT – erano stati rintracciati e arrestati lo stesso giorno dei fatti e posti in detenzione preventiva due giorni più tardi. L’imputato più giovane era stato condannato lo scorso 23 febbraio dal Tribunale dei minorenni a un anno di carcere, il massimo della pena comminabile a un minore, per atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere e atti sessuali con fanciulli. Inizialmente, il ragazzo aveva affermato di essere maggiorenne ma le analisi di medicina legale avevano stabilito che con ogni probabilità ha un età inferiore ai 18 anni.

Nei confronti del presunto complice, in aula oggi, la procuratrice pubblica titolare dell’inchiesta ha ipotizzato i reati di violenza carnale (subordinatamente atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere, subordinatamente atti sessuali con fanciulli) e, in alternativa, complicità in questi reati.

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