Vallemaggia

Sui referendum di Cevio è corsa all’ultima firma

Le due possibili consultazioni popolari sulla nuova sede delle scuole elementari a Bignasco e la vendita di un terreno comunale scaldano l’estate del capoluogo – Le tesi degli oppositori e del Municipio
L’area attualmente utilizzata come parcheggio a Cavergno dove potrebbe sorgere la nuova scuola elementare di Cevio. © CdT/Archivio
Mauro Giacometti
08.08.2022 06:00

È un po’ come la lotta tra Davide e Golia quella dei due referendum lanciati a Cevio contro la convenzione del Comune con il Patriziato per la realizzazione della nuova scuola elementare a Bignasco e la vendita di un terreno pubblico per un insediamento immobiliare. Davide è impersonato da Marco Bonetti, ex municipale di Bignasco e già consigliere comunale a Cevio post-aggregazione, che insieme alla moglie Renata e alla collega della lista civica Paese Libero, Nadia Ceresa-Poncetta, si oppone soprattutto alla scuola «patriziale». «È giusto che sia un Patriziato a costruire una scuola per il Comune? Né il Municipio e tantomeno il Consiglio comunale hanno ricevuto da parte del Patriziato alcun progetto, ma il Patriziato ha informato la popolazione a mezzo di un volantino come se la scuola fosse pronta ad essere edificata». Bonetti avanza qualche perplessità sugli «sponsor» del progetto scolastico: «Potrebbe anche sorgere il dubbio che i promotori principali di questa idea non siano stati del tutto imparziali, siccome gli attori che hanno portato questa proposta in Municipio sono stati il presidente del Patriziato nonché municipale, la segretaria del Patriziato nonché municipale, inoltre la presidente dell’allora Consiglio comunale, anch’essa membro del Patriziato. Tutti hanno probabilmente agito in buona fede, ma il dubbio che qualche conflitto di interessi possa esserci mi sembra plausibile», evidenzia il «Davide» di Cevio.

Costruisce il Patriziato

Il progetto proposto dal Municipio e avallato dal Consiglio comunale di far realizzare il nuovo istituto scolastico dal Patriziato di Bignasco, sui propri terreni in zona Campagna, con un costo preventivato di 3 milioni di franchi, facendo pagare al Comune una retta d’affitto di 130.000 franchi l’anno, già nella seduta di Legislativo dello scorso 20 giugno aveva fatto storcere il naso a più di qualcuno, passando con 14 voti favorevoli, 8 contrari e un astenuto. Preannunciato e lanciato il referendum, ora è una corsa contro il tempo per Marco Bonetti e i suoi sostenitori: entro il 19 agosto devono presentare in cancelleria le 120 firme valide per portare i cittadini di Cevio ad esprimersi sulla futura sede della scuola elementare. E avranno contro il Municipio in corpore (Golia), che ancora prima che fossero consegnate le schede informative per raccogliere le firme ha preso una posizione fortemente contraria al voto.

L'opzione Cavergno

Ma oltre alla contrarietà al progetto di scuola «patriziale», il fronte del No va oltre, rilanciando l’ipotesi Cavergno per la nuova sede scolastica. Il terreno a disposizione per l’edificazione della nuova scuola di proprietà del Comune di Cevio a Cavergno si trova in una posizione invidiabile, vicino all’asilo, alla palestra, tra l’altro rinnovata recentemente con una spesa di circa 1,2 milioni, e lontano da ogni pericolo di traffico - evidenzia Bonetti -. Oltretutto, già nel progetto aggregativo si indicava esplicitamente che la scuola elementare doveva sorgere nelle vicinanze dell’asilo di Cavergno». Il Municipio replica: «Edificare il nuovo stabile scolastico a Cavergno piuttosto che a Bignasco comporterà un minimo spostamento. La grande differenza è che quella di Bignasco appare come una soluzione ottimale: il progetto del Patriziato è pronto a partire, mentre l’eventuale opzione di Cavergno è ancora da approfondire e nulla è deciso circa la sua fattibilità».

Nuove case

L’altra risoluzione del Consiglio comunale sulla quale è stata lanciata la raccolta firme referendaria riguarda l’alienazione da parte del Comune di un terreno di circa 3.000 metri quadrati per far posto ad un insediamento immobiliare privato. «Si vuole vendere ad un imprenditore edile una particella edilizia R3 per dividerla in otto lotti da destinare ad abitazioni primarie - premette Bonetti -. Lo scopo è lodevole, ma per invogliare la gente a venire ad abitare a Cevio bisognerebbe prima creare posti di lavoro e non case. Tanto più - sottolinea il promotore dei due referendum - che attualmente ci sono circa 45 appartamenti o case primarie sfitte». Il Municipio replica in una presa di posizione pubblica: «Stiamo parlando di un terreno edificabile che è da 30 anni sul mercato. Ora che finalmente abbiamo trovato un acquirente disposto ad investire ben 8 milioni a Cevio, alle nostre condizioni, non possiamo correre il rischio di perdere questa opportunità».