Sul complesso «Greenlife» a Novazzano deciderà il Consiglio di Stato

Quell’appezzamento di terra incolta in via Lischée a Novazzano, ai piedi del Parco Valle della Motta, è senza ombra di dubbio un terreno di scontri. L’ultimo colpo è stato sferrato dai promotori del progetto «Greenlife» – che da anni intendono costruire un complesso residenziale composto da sedici villette – come risposta al diniego della licenza edilizia da parte del Municipio. Partito, quindi, il ricorso al Consiglio di Stato, che dovrà esprimersi sulla questione.
Tra modifiche e opposizioni
Il Municipio di Novazzano ha già presentato le proprie osservazioni confermando le motivazioni che lo avevano spinto, alla fine dello scorso marzo, a non rilasciare la licenza edilizia alla società promotrice. Motivazioni sostanzialmente vincolate, per legge, all’opposizione formale da parte del Dipartimento del territorio al progetto «Greenlife». Quest’ultimo, lo ricordiamo, è stato investito da parecchie opposizioni fin dalla sua nascita. Risale infatti al 2021 la prima domanda di costruzione inoltrata dalla società promotrice per costruire, appunto, un complesso residenziale in via Lischée. Il progetto, però, non piace per niente agli abitanti che confinano con la zona. Un diniego che li porta a sottoscrivere un’opposizione alla costruzione di 17 villette e un’autorimessa sollevando criticità tecniche e naturalistiche. Il progetto confina infatti con il Parco Valle della Motta. Gli istanti ne prendono atto, ritirano la domanda, rifanno i compiti con i correttivi del caso e l’anno successivo presentano nuovamente una richiesta di edificare il complesso residenziale in zona Torraccia. Niente da fare, va ancora tutto storto e la licenza edilizia non viene staccata. Poi, tutto tace per i due anni successivi. Chi pensava che la società promotrice mollasse la presa ha dovuto ricredersi. Giugno 2024, all’albo comunale di Novazzano compare, per la terza volta, la stessa domanda di costruzione. Il progetto è stato nuovamente rivisto con le osservazioni imposte dai servizi cantonali e le villette sono passate da 17 a 16. Sarà la volta buona? Macché. Nonostante questi correttivi, le opposizioni fioccano. Contro il progetto si scagliano nuovamente gli abitanti confinanti, a cui si aggiungono la Società ticinese per l’Arte e la Natura e i Cittadini per il territorio. Lo scorso dicembre, poi, il preavviso del Cantone sembrava porre metaforicamente la pietra sopra il progetto con un’opposizione formale. Ma la palla passa ora al Consiglio di Stato.