«Sulla nostra iniziativa metteremo pressione»

Sull’iniziativa «stop all’aumento dei dipendenti cantonali», l’UDC non vuole lasciare nulla al caso. E, anzi, come ha spiegato il presidente Piero Marchesi durante il Comitato cantonale del partito, «intendiamo mettere pressione al Consiglio di Stato e alla Commissione per evadere nei tempi giusti il dossier». Per i democentristi, il tema dei dipendenti pubblici sarà uno dei cavalli di battaglia della seconda parte della legislatura. Un tema, quello del ridimensionamento della «macchina» pubblica, «sul quale manca la volontà politica dell’Esecutivo», ha aggiunto ancora Marchesi. Il quale ha espresso «grande soddisfazione» per la ricevibilità data dal Gran Consiglio all’iniziativa, arrivata durante la seduta di lunedì. Un altro punto fermo dell’UDC, strettamente legato all’iniziativa, riguarda la digitalizzazione dell’amministrazione cantonale. E Marchesi, su questo filone, si è scagliato contro il recente messaggio governativo sulla trasformazione digitale. Un documento «di 94 pagine che dovrebbe tracciare la strategia» in questo campo. «Ma di intelligenza artificiale se ne parla solamente in una riga, peraltro in modo vago». Per il presidente democentrista, non dare peso all’IA «è inaccettabile». Perché questo strumento «sta rivoluzionando interi settori. E parlare di digitalizzazione dell’amministrazione tenendo fuori l’IA dalla porta, non mi sembra una grande strategia». Marchesi ha poi citato la nomina da parte del Cantone di una figura ad hoc nel campo della digitalizzazione. «Ma se questa è la guida, mi permetto di avere qualche dubbio». L’esempio è stato portato a supporto dell’iniziativa sui dipendenti pubblici, «perché bisogna uscire dalla logica che se devo offrire un nuovo servizio, bisogna assumere sempre più persone», ha concluso Marchesi.
Una richiesta diretta
Ma durante il Comitato sono usciti elementi ancora più politici. Come ad esempio l’accordo fra UDC e Lega in vista delle prossime elezioni cantonali. Dalla sala, sul finale di serata, è stato chiesto a Marchesi «di avere il coraggio di correre da soli». Perché «abbiamo i numeri» per farlo. Insomma, dopo lo scontro di inizio aprile - quando Zali ha detto «l’UDC non mi piace», mentre i democentristi hanno risposto «a noi non piace lui -, il tema fa inevitabilmente parecchio discutere i membri del partito. «Dobbiamo arrivare al Congresso di settembre e dire che correremo da soli», è stato ancora detto. Il presidente, ad ogni modo, non si è scomposto più di tanto. «Come immaginate, il tema è oggetto di discussione anche all’interno della direttiva», ha risposto alla sala. «Ne abbiamo già parlato, ma lo rifaremo ancora presto». Comunque, ha tenuto a sottolineare il consigliere nazionale, «nelle ultime elezioni la strategia (e quindi l’accordo con la Lega, ndr) ha funzionato». «La mia idea, condivisa anche con la direttiva, è quella di permettere all’UDC di crescere ulteriormente e di ottenere un seggio in Consiglio di Stato». Nulla, per quanto riguarda l’eventuale accordo, è stato ancora deciso, ha ricordato Marchesi. «Prima di farlo, dobbiamo battere tutte le strade». Ergo, chiarirsi con lo stesso movimento di via Monte Boglia. Ma le regole, come ci ha confermato lo stesso presidente UDC, sono quelle di aprile: con Zali in lista, niente accordo. Le tempistiche? «L’idea è di arrivare con una decisione in autunno». In questo modo, se i democentristi dovessero correre da soli, ci sarebbe ancora il tempo di pianificare le elezioni cantonali.
Durante la serata, inoltre, il Comitato ha eletto Diego Baratti in qualità di vicepresidente. Sostituirà Pierluigi Pasi. Infine, per quanto riguarda le prossime votazioni, il «parlamentino» ha espresso un «no» sia al nodo intermodale di Locarno, sia all’iniziativa popolare per cure sociosanitarie e prestazioni socioeducative di qualità.