Sport invernali

Sulle piste ticinesi torna in auge l'abbonamento unico

Mentre la materia prima scarseggia, le stazioni sciistiche del nostro cantone da tempo sono al lavoro per estendere il periodo di attività su tutto l’anno – E presto potrebbero giungere novità con un’offerta flessibile dedicata agli appassionati dello sci
©Gabriele Putzu
Paolo Gianinazzi
05.01.2023 06:00

Di necessità virtù. Di fronte a stagioni invernali sempre più dal carattere autunnale (se non primaverile) i comprensori sciistici ticinesi si stanno muovendo in più direzioni. Da una parte - chi più chi meno - stanno mettendo in cantiere progetti per destagionalizzare il proprio prodotto. Dall’altra, tenteranno nuovamente la carta delle sinergie. O meglio, si proverà (di nuovo) a creare un abbonamento unico per tutto il Ticino.

Un nuovo tentativo

«Sì, ci siamo mossi in tre ambiti. Il primo dei quali riguarda la creazione di un abbonamento unico», conferma al CdT il direttore del comprensorio di Campo Blenio, nonché presidente della società «Inverno in tasca», Denis Vanbianchi. «Non sarà come la Ticino card (ndr. un progetto già fallito in passato che prevedeva un abbonamento unico per tutto il cantone)», premette subito il nostro interlocutore. «L’idea è un po’ diversa ed è quella di creare una ‘‘card’’, o meglio, più carte, adattabili alle diverse tipologie di sciatori». Ad esempio? «Un pensionato potrebbe scegliere una ‘‘card’’ per sciare dal lunedì al venerdì, mentre una famiglia solo per il fine settimana». Insomma, l’intenzione è di «differenziare l’abbonamento sulla base delle esigenze dello sciatore». Detto diversamente - se ci passate il termine -, una carta à la carte. Il progetto, va detto, non è ancora definitivo. Tuttavia, assicura Vanbianchi, «un’intesa tra i comprensori ticinesi (compresi quelli più piccoli) è stata trovata». E ora «si tratta di definire gli ultimi dettagli, per poi mettere in pratica il progetto». Idealmente si vorrebbe dunque già partire con la stagione 2023/24. Magari non con il progetto nella sua versione finale, ma perlomeno con una parte di esso.

Ma, si diceva, l’associazione «Inverno in tasca» si è mossa anche in altre due direzioni. «Sì - prosegue il presidente -, anche per meglio gestire l’idea dell’abbonamento unico si sta pensando di creare un centro di competenze, in modo da concentrare la vendita e il marketing di questi prodotti sotto un unico tetto per unire le risorse». Infine - e questa è la terza direzione verso cui si sono mosse le stazioni -, «le sinergie si stanno trovando anche sul fronte della manutenzione degli impianti».

Insomma, come ci hanno detto a più riprese diversi operatori del settore, così come chiesto dal Parlamento cantonale nel 2021 (ossia l’ultima volta che sono stati approvati i sussidi per le stazioni), i comprensori sciistici in questo periodo «hanno fatto i compiti». Sì, perché nel concedere i 5,6 milioni di aiuti, il Gran Consiglio aveva chiesto essenzialmente due cose ai comprensori: trovare maggiori sinergie tra le stazioni e destagionalizzare il prodotto.

Da una a quattro stagioni

Già, perché detto delle sinergie, anche nell’ambito della destagionalizzazione i comprensori non sono stati a guardare. Diversi di loro si sono attivati sul fronte delle Mountain Bike (MTB), sempre più popolari alle nostre latitudini anche grazie al fenomeno delle e-bike. Ma non solo. I progetti in cantiere sono molto variegati. In ogni caso, però, su un punto le stazioni ticinesi sono tutte d’accordo: anche se destagionalizzare sta diventando imprescindibile, la transizione non avverrà dall’oggi al domani, e l’inverno non verrà mai accantonato completamente.

«Sul tema della destagionalizzazione – spiega il direttore del comprensorio del Nara, Matteo Milani – va fatta una premessa importante: non si può passare da una gestione invernale a una estiva girando un semplice interruttore». Il processo di adattamento sarà per forza di cose graduale. E l’inverno ancora per diversi anni resterà una fonte di guadagno importante. «Se non fosse così, ci troveremmo tutti in difficoltà». In questo senso, dunque, al Nara (oltre a migliorare l’offerta per il resto dell’anno con progetti sul medio e lungo periodo), si lavora pure all’adattamento dell’attuale offerta invernale, ad esempio con le piste per le slitte e con la ristorazione. «Occorre offrire un prodotto di qualità e gestibile anche senza troppa neve», spiega Milani. «Magari, in stagioni come questa arrivano meno sciatori, ma più famiglie, che possono slittare oppure godersi il paesaggio con una passeggiata». Anche se, precisa il direttore, «per fare buoni utili ci serve tanta neve». Sull’offerta estiva, invece, anche al Nara si sta lavorando alle piste per le MTB: oltre alle quattro già fruibili, spiega Milani, «stiamo mettendo in cantiere un altro tracciato di ben tre chilometri». E non va poi dimenticato un altro progetto interessante: il Sun Village di Acquarossa, il complesso turistico da 60 milioni la cui costruzione dovrebbe partire quest’estate. Un progetto che, evidenzia Milani, «è importante per tutta la valle e che per il comprensorio potrebbe rappresentare un vero e proprio cambio di passo». Già, perché a mancare in valle spesso sono proprio i «letti caldi» che permettono ai turisti di fermarsi qualche giorno. Un aspetto sottolineato anche dal direttore della stazione di Carì, Luca Müller: «Destagionalizzare nelle valli, rispetto a località più vicine alle città, è ben più complesso». E la differenza principale, spiega Müller, riguarda la mancanza in valle dei letti caldi, degli alberghi. Senza queste strutture, convincere le persone a spostarsi fino in valle, magari per restarci qualche giorno, non è un’operazione semplice.

Ad Airolo, invece, per ovviare in parte a questa problematica si sta tentando una via diversa. Come ci conferma il direttore Simone Beffa, si sta lavorando, tra i vari progetti, anche alla creazione di un’area camper, necessaria per i turisti che in estate si vogliono fermare nella zona per qualche giorno. E oltre a ciò, pure ad Airolo si punta sulle MTB. «Sì – conferma Beffa – in questi anni abbiamo costruito un vero e proprio ‘‘bike park’’, a cui anno dopo anno apportiamo aggiornamenti e nuove piste».

In tema di destagionalizzazione, a Campo Blenio si sta portando avanti un progetto, non a caso chiamato CAMPO 365, che prevede diverse novità in zona. «Vorremmo ampliare casa Greina per creare posti letto con camere più piccole (da due o tre persone) rispetto a quelle già presenti, adatte invece a ospitare intere classi di scuola». Ma non solo. «Nella zona del parco Saracino si sta pensando di creare un sentiero didattico e pure un laghetto ludico per bambini. Con la possibilità, se otterremo i permessi, di praticarvi anche la pesca sportiva». Sul fronte delle MTB, invece, si ragiona sulla possibilità di realizzare nuovi percorsi interamente dedicati ai più piccoli, «per permettere alla clientela che solitamente abbiamo d’inverno, in gran parte composta da famiglie, di venire da noi anche d’estate».

«Rischiamo di diventare un museo vivente»

«La politica ha chiesto alle stazioni di destagionalizzare. Ma se per ottenere la licenza per una ‘‘zip-line’’ impiego cinque anni, mi viene voglia di bruciare tutto». Non usa mezzi termini (anche questa volta) il gestore degli impianti di Bosco Gurin, Giovanni Frapolli, il quale si dice «stufo ed esausto» a causa delle lungaggini burocratiche necessarie per portare avanti i progetti in valle. «Di idee ce ne sono tante», aggiunge, «ma se non si riescono a mettere in pratica, un paese come Bosco Gurin rischia di diventare un museo vivente». Insomma, Frapolli ne ha per tutti. «Sono cinque o sei anni che lotto sul tema della destagionalizzazione. Basta guardare fuori dalla finestra per rendersi conto della situazione. Il clima avrà le sue ‘‘colpe’’, ma anche la burocrazia e lo Stato hanno le loro. Ogni volta che si parte con un progetto, se non si oppone il Cantone lo fanno gli ambientalisti, oppure i locali o i patriziati». Per l’imprenditore, dunque, occorre «passare dalle belle parole ai fatti». Fatti che, nel caso di Bosco Gurin, fanno rima con tre o quattro progetti in particolare. In primis, spiega Frapolli, con l’ampliamento dell’albergo con un centro wellness e Spa. In secondo luogo, con la slittovia che «dopo quattro anni di peripezie» ha finalmente visto la luce nell’estate del 2022. Infine, «se tutto andrà bene», quest’anno potrebbero iniziare i lavori per creare una «zip-line» di 1.600 metri di lunghezza, «una delle più lunghe della Svizzera». Senza dimenticare «il progetto più importante», ossia il collegamento tramite funicolare in galleria tra Bosco Gurin e la Val Formazza, in Italia.

Sulla più classica stagione invernale, invece, Frapolli ancora non usa mezzi termini: «Il 22 dicembre ho deciso di chiudere gli impianti, anche se magari si poteva osare, tenendo aperto. Ma oggi sono contento di aver chiuso. E se entro fine gennaio non arriva una vera nevicata, almeno per questa stagione si chiude bottega».