Commerci e lavoro

Tagli alla Burberry: chiusi per protesta i due negozi di Mendrisio

Il noto marchio di moda starebbe per tagliare 15 posti nei suoi punti vendita del FoxTown - Sindacati e dipendenti questa mattina hanno così deciso di tenere chiusi i due negozi - La richiesta all’azienda (che per ora non parla) è di aprire una trattativa per discutere un piano sociale
© CdT/Chiara Zocchetti
Lidia Travaini
26.07.2021 16:30

In Ticino è una giornata dal tempo incerto, in pieno periodo di vacanza estive. Il centro shopping FoxTown è quindi particolarmente affollato. Non tutti i negozi questa mattina hanno però normalmente aperto: due in particolare sono chiusi. Le loro serrande sono abbassate e fuori dai loro spazi ci sono due cartelli (su uno di loro è anche appoggiato un giubbotto arancione dell’OCST) recanti la scritta: «L’odierna mancata apertura del punto vendita Burberry è contraria alle regole del centro e non autorizzata dalla direzione».

Non si sa chi sarà licenziato

La chiusura dei due negozi, o meglio la non apertura questa mattina, è frutto di una decisione presa di concerto dai sindacati OCST e UNIA e dai dipendenti dei due punti vendita. Questa però è solo l’ultima tappa di una vicenda iniziata circa un mese fa (per la precisione il 28 giugno) quando la società Burberry «ha comunicato ai dipendenti l’apertura della procedura di consultazione a seguito di un possibile licenziamento collettivo».

A riassumere gli accadimenti delle ultime 4 settimane sono i due sindacati in una nota congiunta dal titolo «Più barbari che Burberry!». A loro i dipendenti hanno conferito formale mandato di rappresentanza allo scopo di ridurre al minimo i disagi derivanti da un eventuale licenziamento.

I dipendenti dei due negozi mendrisiensi del noto marchio di moda sono 35. Nella prima comunicazione invitata dall’azienda al suo personale si precisava che i tagli avrebbero interessato 15 persone. I loro nominativi non sono però stati resi noti, ci hanno spiegato i rappresentanti sindacali presenti oggi fuori dai due negozi della «città della volpe».

Si chiede il dialogo

La richiesta dei sindacati – che è la stessa da diversi giorni – è quella di sospendere momentaneamente la procedura di consultazione al fine di poter avviare una discussione tra le parti coinvolte, volta a valutare le misure per la salvaguardia dei lavoratori e dei posti di lavoro. Per ora da parte della società vi è però un atteggiamento di «chiusura quasi totale», ci hanno spiegato Giorgio Fonio (OCST) e Giangiorgio Gargantini (UNIA): «È impensabile che non si possa risolvere una situazione così, la richiesta è di discutere un piano sociale senza la spada di Damocle del ricatto sulla testa», ci dicono aggiungendo che da quando questa mattina hanno deciso di chiudere i due negozi non c’è più stato modo di parlare con la società Burberry (ci abbiamo provato anche noi, ma finora con lo stesso insuccesso).

Il «ricatto» dell’indennità di uscita

Quando parlano di ricatto i due sindacalisti si riferiscono all’atteggiamento «affatto collaborativo, arrogante e irrispettoso della dignità dei lavoratori» – si legge nella nota – della società (e dei suoi avvocati) e in particolare a una mail inviata venerdì scorso da Burberry ai suoi dipendenti mendrisiensi in cui si spiegava che chi avrebbe accettato il licenziamento avrebbe ricevuto un’indennità di uscita, gli altri no: «L’apice lo si è raggiunto venerdì quando l’azienda alle 15.33 ha scritto (una mail!!!) ai collaboratori comunicando la conclusione della procedura di consultazione e che avrebbe atteso le 16.30 (ben 57 minuti di tempo!!!) per ricevere eventuali comunicazioni da parte di dipendenti che volontariamente volevano lasciare l’azienda. Ma il peggio è che questa comunicazione è stata accompagnata da un ricatto: chi avrebbe dato il proprio consenso al licenziamento avrebbe percepito un’indennità di uscita, chi, al contrario, non acconsentiva, sarebbe stato licenziato senza alcuna indennità di uscita. Un atteggiamento più da barbari che da Burberry!»

L’appello al Cantone

Insieme all’apertura di «una vera e propria trattativa che serva a discutere un piano sociale degno di questo nome», oggi i sindacati chiedono sostegno alla Sezione del lavoro «allo scopo di affermare con forza che certi atteggiamenti non possono essere tollerati nel nostro Cantone».

Spettatore più che interessato della vicenda – «anzi danneggiato sia dal punto di vista dell’immagine, sia da quello economico», sottolinea il responsabile marketing del FoxTown Marco Hefti – è il centro commerciale mendrisiense: «Da parte nostra possiamo solo dire che speriamo che questa situazione possa sbloccarsi e che le parti in causa riescano a incontrarsi e affrontare il problema». La chiusura odierna dei due negozi Burberry – aggiunge il nostro interlocutore – viola sia i contratti di lavoro che quello collettivo della struttura.