Tamaro: la scalata ai 2.000 affronta la fase decisiva

Era il 1972 ed Egidio Cattaneo, guardando in alto verso il Motto Rotondo, già pensava che su quella cima - al centro del cantone - sarebbe stato un sogno portare una funivia, e magari un ristorante panoramico. Qualcosa di simile - senza bisogno di scomodare il Gornergrat (in effetti non ci sarebbe stato il ghiacciaio e neppure il Cervino) - alla Shynigge Platte di Wilderswil, dove i turisti di tutto il mondo salgono per osservare dall’alto il lago di Thun e di Brienz e per osservare nella sua interezza l’Oberland bernese. Un sogno che la Monte Tamaro si è impegnata a realizzare. Dal Cantone, attraverso il Piano direttore, e dalla Confederazione è già arrivato un sì al progetto di collegare - con una nuova funivia - gli attuali 1.530 metri d’altezza della Alpe Foppa ai 1.928 del Motto Rotondo. In cima l’idea è di creare un ristorante, magari con una terrazza rotante come a Saas-Fee. Ora però la parola passa ai Comuni. Nei prossimi giorni i Consigli comunali di Monteceneri e Mezzovico-Vira saranno chiamati ad esprimersi sulla Convenzione con la Monte Tamaro SA, che prevede la creazione di un «tavolo di lavoro» per permettere poi l’adeguamento dei Piani regolatori comunali a quanto indicato, appunto, dal Piano direttore. I Municipi sono d’accordo e nelle Commissioni è stata trovata una maggioranza.
Lo studio zurighese
Siamo al momento ancora nella fase pianificatoria, non ancora a quella progettuale (e dunque occorrerà anche in futuro una licenza edilizia). Ma il progetto della nuova funivia negli scorsi giorni ha beneficiato dell’endorsement di Jürg Schmid - ex direttore di Svizzera turismo - che con il suo studio di Zurigo (Schmid, Pelli&Partner) ha analizzato la proposta. «Il 2,56% degli ospiti che pernottano in Ticino utilizzano anche l’offerta turistica di Monte Tamaro SA, e circa il 6,23% dei turisti che fanno gite in funivia acquistano offerte della Tamaro». E creare la possibilità di raggiungere i 2.000 avrebbe un impatto turistico importante per tutto i settore ticinese. «Il sentiero Tamaro-Lema - sottolinea Schmid - è tra gli itinerari escursionistici più belli del Paese. È nella Top 10 elvetica». Non esageravamo dunque prima quando citavamo la Shynigge Platte, anche se pure il paragone con il «Fiore di Pietra» del Generoso sarebbe calzante. Ma, si potrebbe ribattere, la Tamaro-Lema esiste già. «L’escursionismo - sottolinea l’esperto - è l’attività ricreativa più praticata nel nostro Paese, ed è in crescita». Ma c’è un ma. «Ma per la popolazione svizzera un’escursione media dura 3 ore e ha un dislivello minimo». La funivia del Motto Rotondo renderebbe dunque l’escursione molto più interessante per chi non ha un grande allenamento. Permetterebbe infatti di evitare i primi 500 metri di dislivello, che sono i più duri. E a beneficiarne sarebbe anche il Monte Lema._E anche il Locarnese, che ai suoi numerosi turisti potrebbe presentare un’offerta in più. Ma non esiste solo l’escursionismo (o la mountain bike). Oggi in montagna si è sviluppata una sorta di «turismo contemplativo», con persone che salgono, osservano il paesaggio, respirano un po’ d’aria fresca, scattano qualche selfie e qualche fotografia e poi tornano in albergo. Il Tamaro, con la sua vista a 360 gradi su Alpi, Prealpi e - soprattutto - i due laghi, diverebbe ancor di più un luogo in grado di attirare visitatori dalla Svizzera e dal resto d’Europa.
L’auspicio della società
«Ringraziamo le autorità cantonali e comunali per il lavoro svolto - ha commentato Fulvio Biancardi, membro del CdA di Monte Tamaro - e speriamo che i Consigli comunali approvino la convenzione per permettere poi di sviluppare ulteriormente il progetto e riuscire a realizzarlo». Monte Tamaro, lo ricordiamo, intende investire circa 15 milioni di franchi, mentre altri 15 saranno stanziati per la sostituzione (ma questo è un progetto separato ) dell’ovovia che da Rivera porta all’Alpe Foppa.
Le nuove cabine
Quello della funivia per il Motto Rotondo, appunto, non è l’unico progetto. Prima verrà sostituita l’ovovia esistente e le sue cabine. «Quelle in uso attualmente - ci aveva spiegato in ottobre Nicola Cattaneo - erano pensate per quando ancora sul Tamaro si veniva a sciare». Al loro posto si vorrebbero realizzare, già nel 2023, 40 cabine da 8 posti. Un modo anche questo per continuare la riconversione del Monte Tamaro da stazione sciistica invernale a meta turistica aperta (quasi) tutto l’anno. Una riconversione di successo e che viene spesso presentata come «case study» nel resto della Svizzera.