Teatro Dimitri, il futuro dopo l'addio

LOCARNO - È un luogo pregno di Dimitri, il Teatro di Verscio. Traboccante di lui, del suo stile e della sua persona. È quindi inevitabile che, rimasto orfano martedì scorso del suo fondatore, per esso si apra ora un periodo di profonda riflessione, destinata a tracciare la via da percorrere in futuro.
Proprio per questo la Fondazione Dimitri dovrà presto riunirsi e capire la direzione da intraprendere. «Anche se al momento è prematuro fare delle previsioni» spiega al CdT Ruth Hungerbühler, decana dell'Accademia Teatro Dimitri. «Nemmeno noi sappiamo ancora quale sarà la strada giusta per questa struttura. È chiaro che qualcosa cambierà – spiega – perché verranno a mancare gli spettacoli di e con Dimitri, che erano molto presenti all'interno della programmazione. A differenza dell'Accademia – prosegue –, che da lui era stata creata ma che negli anni è diventata autonoma (affiliata alla SUPSI, ndr.), il Teatro viveva ancora molto del suo storico fondatore, della sua presenza e della sua arte. Tuttavia al momento è difficile dire in che modo l'assenza di Dimitri ne cambierà il futuro». Ciò che è certo, è che nel frattempo la programmazione prosegue: tutti gli spettacoli degli artisti ospiti previsti dal cartellone si svolgeranno regolarmente. «Essi – fa sapere la famiglia Dimitri in una nota stampa – si esibiranno in sua memoria, rendendo omaggio al grande operato che ha lasciato per il teatro, per gli spettatori e per le generazioni future». Quanto invece agli spettacoli che avrebbero previsto la partecipazione di Dimitri o dei membri della sua famiglia «saranno fornite al più presto maggiori informazioni».
Lo spettacolo continua, quindi. Lo spirito, del resto, è quello che chiunque abbia anche solo sfiorato il mondo di Dimitri ben conosce: la voglia di far ridere e sorridere, di regalare felicità, di trovare e trasmettere la leggerezza della vita. «Dimitri fu uomo dispensatore di gioia» ha ricordato il vescovo emerito Pier Giacomo Grampa officiando, sabato pomeriggio, la cerimonia funebre nella chiesa di S. Antonio in Città Vecchia a Locarno. «Ora è andato a far sorridere gli angeli, perché i clown non vanno mai in pensione». Così come non ci andrà il ricordo di lui e della sua personalità artistica, al quale la famiglia, gli amici, i collaboratori e i numerosissimi estimatori hanno dato l'ultimo saluto. Presenti volti noti e meno noti, personalità politiche e legate al mondo del teatro e dello spettacolo, musicisti, danzatori e tanta gente comune, la cerimonia si è svolta in perfetto stile Dimitri, con esibizioni e applausi – tra gli altri, un omaggio musicale della figlia Nina – e molti sorrisi, nonostante la tristezza del momento. Così, tra i ricordi commossi di parenti e collaboratori, i funerali si sono conclusi dopo oltre un'ora e mezza al grido di «Il clown è morto! Evviva il clown!».
Dimitri, al secolo Jacob Müller, si è spento a causa di un malore nella notte tra martedì e mercoledì scorsi, all'età di 80 anni (ne avrebbe compiuti 81 a settembre). Lascia la moglie Gunda, i figli Mathias, Ivan, David, Masha e Nina e diversi nipoti.