Cultura

Teatro e Musei sotto esame a Bellinzona

La minoranza della Commissione della Gestione, formata da Lega e UDC, chiede un approccio maggiormente dinamico e trasparente nella conduzione operativa dei due enti autonomi
Il Teatro sociale. ©CdT/Archivio
Simone Berti
18.09.2021 06:00

La destra bellinzonese vuole vederci chiaro nella cultura comunale. Pur approvando formalmente i consuntivi 2020 di Teatro sociale e Musei all’esame del CC lunedì 20 settembre, la minoranza della Commissione della Gestione con Sacha Gobbi (Lega) e Brenno Martignoni Polti (UDC) formula numerose critiche all’operato degli enti autonomi che gestiscono le due attività. Partiamo dal Teatro, per cui si chiede «un deciso cambio di velocità e forse anche di mentalità». I due commissari danno «ulteriore fiducia» alla direzione ma credono che «il modo di proporsi e il fascino dell’offerta debbano cambiare in modo radicale e rapido». Vari i punti critici citati, da un’offerta giudicata élitaria alla media di spettatori ancora troppo bassa, passando per una scarsa trasparenza sul volume di lavoro svolto per rapporto alla disponibilità di personale, e finendo con il sito Internet non aggiornato. Inoltre secondo i due commissari la pandemia ed il conseguente stop all’attività nel corso del 2020 non possono giustificare la limitata proposta offerta in quell’anno.

«Impossibile valutare»
Passando all’ente Musei, il rapporto di minoranza afferma che per quanto riguarda il primo lustro di vita dell’ente non è dato di sapere in quale misura siano stati implementati i provvedimenti di riorganizzazione in ossequio al mandato di prestazione così come il potenziamento delle promozioni delle attività e della ricerca di fondi. Lega e UDC dichiarano che, a differenza dell’ottimismo che emergerebbe dal rapporto di maggioranza, non sono in grado di esprimersi sulla bontà dell’operato nel particolare anno pandemico, dato che «non sanno né quanto sia stato fatto né come». Con riferimento a Villa dei Cedri, sostengono che non vi siano elementi per determinare se l’accessibilità alla cultura sia stata garantita nel 2020 caratterizzato da una lunga chiusura per i motivi citati.