Scuola

Tedesco in prima media, scelto il modello da applicare

Il Governo ha deciso di inserire due unità didattiche alla settimana sostituendo un’ora di francese e una di religione: bisognerà reperire tredici docenti a tempo pieno - Il messaggio sulla sperimentazione per il superamento dei livelli arriverà entro fine anno
©Chiara Zocchetti
Giona Carcano
17.06.2025 19:30

L’insegnamento del tedesco già a partire dalla prima media ha fatto un passo avanti. Il DECS, infatti, ha scelto quale sarà il modello da applicare. Come noto, infatti, negli scorsi mesi lo stesso Dipartimento aveva dato il via a un’ampia consultazione fra i portatori di interesse per capire quale via percorrere. Sul piatto c’erano tre possibilità: settimane intensive o giornate progetto; laboratori in alternanza tra tedesco e francese a metà classe; l’inserimento di due ore di tedesco nella griglia oraria sostituendo un’ora di francese (da recuperare in seconda media) e spostando un’ora di istruzione religiosa facoltativa. Ebbene, come spiegato oggi durante la conferenza stampa per la fine dell’anno scolastico, non essendo emersa dalla consultazione una preferenza netta e condivisa, il Consiglio di Stato ha optato per il terzo modello. «Si faranno due unità didattiche settimanali di tedesco senza un aumento di ore», ha sottolineato Emanuele Berger, direttore della Divisione della scuola. «Verrà sostituita un’ora di francese, che verrà recuperata in seconda media, e una di istruzione religiosa facoltativa, che verrà riorganizzata insieme alle chiese riconosciute, con cui si sta discutendo». L’insegnamento del tedesco in prima media, lo ricordiamo, non avverrà il prossimo settembre, bensì a partire dall’anno scolastico 2026-2027. La richiesta da parte del Governo di posticipare l’introduzione di questa novità era infatti stata accolta dal Parlamento lo scorso anno. E questo per permettere da un lato al mondo della scuola di organizzarsi, e dall’altro al DECS di reperire i docenti necessari. Da modello, serviranno 13 docenti a tempo pieno. «C’è la necessità di formare più docenti di questa materia», ha riconosciuto Marina Carobbio. La direttrice del DECS ha spiegato che «sono già stati fatti degli sforzi assieme al DFA per reperire le persone necessarie». Inoltre, sono stati presi dei contatti con le facoltà di germanistica per sapere se ci sono studenti disposti a proseguire l’abilitazione all’insegnamento una volta terminato il percorso universitario. «Stiamo anche cercando di capire se i docenti di tedesco già attivi desiderano aumentare la percentuale di lavoro». Oltre a ciò, il DECS sta promuovendo i posti di lavoro disponibili anche al di fuori del cantone. «Tutte azioni che dovrebbero permetterci di reperire un numero sufficiente di docenti entro il settembre del 2026», ha riassunto Carobbio. Il DECS, attraverso la Sezione dell’insegnamento medio, sta ora lavorando per garantire una transizione efficace verso il nuovo modello e per assicurare che l’anticipo dell’insegnamento del tedesco possa contribuire in modo significativo allo sviluppo delle competenze linguistiche delle giovani e dei giovani ticinesi.

Un percorso di due anni

Nel grande cantiere della scuola, un altro progetto che riguarda le Medie è il superamento dei livelli A e B. Con la chiusura dell’anno scolastico, terminerà anche la sperimentazione che ha coinvolto per due anni sei sedi in tutto il Ticino. Come ha ricordato ancora Berger, «è stata un’esperienza intensa e impegnativa». Nella pratica, ha ribadito Carobbio, il rapporto finale sul superamento dei livelli «è atteso per l’autunno», mentre il messaggio all’indirizzo del Gran Consiglio arriverà entro fine anno. Ad ogni modo, non sono mancati elementi che meritano un approfondimento. Per Berger, ad esempio, «lo svolgimento della sperimentazione è stato positivo e ha già permesso di cogliere alcuni spunti interessanti, come la codocenza e la collaborazione fra docenti». A questo punto, finite le lezioni di matematica e tedesco a classi eterogenee nelle sei sedi sperimentali, verranno raccolti gli ultimi dati necessari alla valutazione finale, affidata al gruppo di accompagnamento rappresentato da DECS, docenti e genitori. Dati che verranno quindi incrociati con l’indagine svolta dall’Alta scuola pedagogica di Coira – che ha monitorato i due anni di sperimentazione – e gli esiti delle prove di competenza svolte dal DFA.

Un’unica legge

Sul tavolo del DECS, al di là dei due progetti specifici che riguardano l’anticipo del tedesco e il superamento dei livelli di scuola media, c’è però anche la nuova legge unica sulla scuola dell’obbligo. «Ricordo che nella scorsa Legislatura il relativo messaggio era stato ritirato in seguito a un’ampia consultazione», ha spiegato Carobbio in riferimento alla proposta fatta a suo tempo da Manuele Bertoli. «Oggi stiamo lavorando per ripresentare una nuova legge, perché proprio da quella consultazione era emersa la necessità di disporre di una normativa unica per scuola media e scuole comunali». Nel «vecchio» messaggio, erano state identificate numerose criticità che dovevano essere approfondite e corrette. Il DECS ha quindi sottolineato il buon dialogo svolto finora fra tutti gli attori coinvolti, come i Comuni e la politica. «Questa fase consultiva si concluderà in autunno e porterà a una proposta concreta di modifica di legge per le suole comunali, che verrà presentata nei mesi seguenti», ha concluso Carobbio.

Vietare il cellulare anche alle Elementari? Il DECS ci pensa

Anticipo del tedesco, superamento dei livelli e legge unica per la scuola dell’obbligo. Sì, ma non solo. La conferenza stampa di fine anno scolastico è stata l’occasione per affrontare altri temi di stretta attualità. Come l’uso dei telefonini fra i giovani, definito da Marina Carobbio «un problema di salute pubblica». Il benessere dei ragazzi, elemento centrale della politica portata avanti dalla direttrice del DECS, passa anche e sempre di più dal mondo digitale. «Il tema è all’ordine del giorno anche in campo politico: ci sono degli atti parlamentari sia a livello ticinese, sia a livello federale», ha spiegato Carobbio. «Gli approfondimenti da parte nostra proseguono per capire, da un lato, come rafforzare la dimensione educativa e, dall’altro, quella protettiva». Oggi, alle scuole medie, vige il divieto dell’utilizzo dello smartphone, anche se l’applicazione non è uniforme nelle diverse sedi. Sullo sfondo, un’iniziativa del Centro intende irrigidire ancora di più la norma stabilita dal Gran Consiglio. «Intendiamo fare degli approfondimenti sulle diverse modalità di attuazione e capire quali buone pratiche vengono portare avanti dagli istituti scolastici per rafforzare questa dimensione educativa», ha aggiunto la consigliera di Stato. Ma l’utilizzo (o meglio, l’abuso) del telefonino fra i ragazzi impone delle riflessioni non solo per quanto riguarde le Medie. «Intendiamo proporreai Comuni e alle direzioni degli istituti comunali l’estensione del divieto anche a questi ordini di scuola, dove non vige il divieto», ha sottolineato Carobbio a questo proposito. «Purtroppo, sempre più studi evidenziano l’utilizzo di questi dispositivi prima dei dieci anni. La dipendenza dai dispositivi elettronici pone dei seri problemi di salute pubblica, che ritengo vadano affrontati con urgenza. La scuola può e deve fare la sua parte nel promuovere il benessere degli allievi nel prevenire questo disagio».

Una migliore pianificazione

Un altro tema che ha fatto discutere politica e scuola negli scorsi mesi ha riguardato l’abilitazione dei docenti di italiano (13 quelli rimasti senza ore di insegnamento a partire dal prossimo anno scolastico). Per evitare il ripetersi di simili situazioni al DFA, Carobbio ha individuato nell’Osservatorio docenti un valido strumento. «Un dispositivo di monitoraggio permanente volto a fornire una visione aggiornata dell’offerta formativa DFA-Supsi e del corpo docente in carica nella scuola, così come dell’evoluzione del fabbisogno». L’Osservatorio darà informazioni utili alla pianificazione a breve, medio e lungo termine. «A breve dovremmo ricevere i primi dati relativi al fabbisogno docenti», ha spiegato Carobbio. Particolare attenzione è stata posta su scuola media e sulla scuola media superiore.

Risultati confortanti dalla formazione professionale

Infine, per quanto riguarda la formazione professionale, Oscar Gonzalez, aggiunto al direttore della Divisione della formazione professionale, ha presentato un bilancio positivo dell’anno scolastico. I 20 Centri professionali hanno accolto 4.100 nuovi apprendisti, 2.617 dei quali in modalità duale. Complessivamente, sono 10.610 le persone che hanno seguito una formazione professionale di base. Presentati inoltre i primi risultati intermedi della campagna di collocamento per l’anno scolastico 2025-2026 che confermano la tendenza positiva: a inizio giugno erano stati stipulati 612 nuovi contratti di tirocinio (+15% rispetto allo stesso periodo del 2024). Sono ancora disponibili 808 posti di apprendistato su www.orientamento.ch.