Il caso

Tensioni in via Monte Boglia, replicano Piccaluga e Quadri

Dopo l'intervista della dimissionaria leghista Sabrina Aldi, il coordinatore del movimento e il direttore del domenicale commentano la vicenda - La Gestione ha discusso stamane del caso e tornerà a farlo nelle prossime settimane - In Gran Consiglio è pronto a tornare Giancarlo Seitz
© CdT / Gabriele Putzu

Sabrina Aldi sbatte la porta e saluta la Lega. Il Movimento di via Monte Boglia risponde serrando i ranghi e convocando un’assemblea straordinaria con due punti all’ordine del giorno: «L’espulsione formale di Eolo Alberti dal Movimento; e la presa d’atto delle dimissioni di Sabrina Aldi».

Dopo la pubblicazione su queste colonne dell’intervista alla dimissionaria leghista, la comunicazione di via Monte Boglia viene affidata esclusivamente al suo coordinatore: suo il comunicato stampa, sue le dichiarazioni viva voce. «Parla Piccaluga», fa sapere il consigliere di Stato Norman Gobbi.

«Alla luce dei contenuti emersi dal verbale recentemente divulgato dalla stampa – documento accessibile solo alle parti coinvolte in un procedimento penale e quindi non al Movimento – e delle conseguenze reputazionali derivanti dalla condotta dei due membri, il Coordinatore ha ritenuto necessario accelerare i tempi e assumere iniziative formali coerenti con i valori della Lega». Così recita la nota firmata Piccaluga in vista dell’assemblea del 10 luglio.

Da noi raggiunto al telefono, il coordinatore ribadisce la posizione del Movimento, in vista dell’imminente incontro con la base leghista. E sulle parole della dimissionaria Sabrina Aldi, afferma: «Abbiamo preso atto dell’intervista. Sapeva che avremmo proceduto con l’assemblea straordinaria e che all’ordine del giorno era prevista la richiesta della sua espulsione. E dunque ha rassegnato le dimissioni. Noi semplicemente ne prendiamo atto». La Lega – chiediamo – non ha dunque nulla da rimproverarsi per come è finito il rapporto con Sabrina Aldi? Ancora Piccaluga: «È sempre un peccato quando succedono queste cose. Non ci fa certo piacere. Ma il discorso è molto semplice: è nato un problema, che andava risolto. E questa (ndr. le dimissioni di Aldi) era l’unica soluzione possibile». E il rapporto «segreto»? Continua a pensare sia stato un passo opportuno? «Con il senno di poi – risponde –, nella vita si può sempre fare meglio. Ma tornare indietro non è possibile. E in quel momento abbiamo reputato di agire in quella maniera per tutelare la Lega dei ticinesi». Detto altrimenti, aggiunge Piccaluga: «Il rapporto non è mai stato fatto o voluto per danneggiare qualcuno, bensì unicamente a tutela del movimento».

Ora, ad ogni modo, la Lega procederà con l’assemblea, durante la quale si procederà all’espulsione di Alberti e alla presa d’atto delle dimissioni di Aldi. Un passo per guardare avanti? «Sì», risponde infine il coordinatore. «La base del movimento ha richiesto questo incontro. C’è stata una forte volontà dal basso per andare in questa direzione. Molta gente mi ha scritto per dire: ‘Adesso basta’. E dunque procederemo in tal senso».

La replica di Quadri

Ma le parole di Aldi, in realtà, più che sassolini tolti dalle scarpe sono veri e propri macigni lanciati contro il Movimento: accuse dirette, nomi e dinamiche interne che raramente emergono dalla voce di un’ex esponente. Un addio che somiglia più a una denuncia politica che a una semplice uscita di scena. «Per quanto non del tutto inaspettato, l’ultimatum del Mattino ha rappresentato un punto di rottura insanabile», ha detto Aldi. L’ormai ex deputata leghista, al riguardo, non ha mancato di puntualizzare che «con il Nano Bignasca, il Mattino aveva un ruolo centrale nell’orientare le dinamiche di partito». Oggi, invece, con la nuova gestione, il Mattino – secondo Aldi – avrebbe «contribuito a creare un clima ostile e a giustificare una mia progressiva esclusione». Da noi interpellato, il direttore del domenicale Lorenzo Quadri ha definito le parole di Aldi come «uno sfogo, umanamente comprensibile». Ha poi precisato che «Il Mattino non fa parte della Lega: è un giornale politicamente vicino al movimento, ma non ha alcun ruolo gestionale al suo interno. Attribuirgli responsabilità per ciò che accade nel partito è fuori luogo». Quanto alla richiesta di «repulisti» pubblicata dal domenicale pochi giorni fa, Quadri ha replicato: «Si tratta della posizione del Mattino, secondo cui chi tiene determinati comportamenti non è al posto giusto all’interno di un Movimento nato proprio per contrastare gli accordi dietro le quinte, che sono invece il pane quotidiano dei partiti cosiddetti storici». Ad ogni modo, prosegue Quadri, la pubblicazione risale a domenica, «non è quindi possibile che il trafiletto abbia influito retroattivamente su asserite progressive ostilità all’interno della Lega nei confronti di singole persone». Quadri ha inoltre ricordato che la posizione del Mattino si fonda su un verbale di Norman Gobbi, reso davanti al Ministero pubblico. «Cosa poi sia successo all’interno del coordinamento della Lega, non è ovviamente di pertinenza del Mattino». In conclusione, il direttore del Mattino auspica che la vicenda porti a una maggiore consapevolezza all’interno del Movimento: «Chi fa parte o entra nella Lega deve essere cosciente che il Movimento non va usato come veicolo per ricercare accordi o vantaggi personali. Un’impostazione che ovviamente deve valere per tutti. A titolo personale, come esponente della Lega, non ho animosità nei confronti di Aldi, che è stata una figura valida. Sono dispiaciuto che sia inciampata su questa vicenda».

La Gestione ne parla

Il caso, inoltre, questa mattina è stato trattato anche in Commissione gestione e finanze (durante una discussione a cui non hanno partecipato i rappresentanti della Lega).

I deputati dell’MpS, Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi, negli scorsi giorni avevano infatti sollecitato sulla vicenda l’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio, il quale a sua volta ha poi invitato sia la Gestione sia la Giustizia e diritti a valutare l’esercizio dell’alta vigilanza per fare chiarezza sulla vicenda. Lunedì, la Giustizia e diritti ha deciso di attendere le risposte del Governo (ed eventualmente quelle del Consiglio della Magistratura) prima di esprimersi. La Gestione, invece, come ci spiega il presidente Fabrizio Sirica (PS) ha «iniziato i lavori preliminari sul tema, e si ritroverà nuovamente nel corso di luglio per affrontare e approfondire la questione». E questo perché «si tratta di un tema evidentemente molto complesso e delicato dal punto di vista istituzionale: l’interrogazione dell’MpS riguarda tutti e tre i poteri dello Stato e dunque dobbiamo capire, in maniera seria e certosina, quali aspetti sono di competenza della Gestione, quali della Giustizia e diritti, e quali di altri organi». Insomma, «vogliamo trattare il tema con la massima serietà, con l’auspicio di evitare strumentalizzazioni politiche. E per questo motivo ci ritroveremo nel corso delle prossime settimane». Sullo sfondo, va da sé, c’è la credibilità delle istituzioni.

Resta da capire, dunque, quali competenze e quali aspetti potrebbe indagare la Gestione nell’ambito del suo compito di alta vigilanza. Anche, va detto, la Legge sul Gran Consiglio (art. 78) prevede che la Commissione gestione e finanze eserciti l’alta vigilanza «in materia amministrativa». E guardando al caso in questione non è dunque difficile capire che la «questione amministrativa» preponderante di cui potrebbbe occuparsi il gremio parlamentare riguarda proprio il rapporto «segreto» commissionato dai vertici della Lega. Ma questa è musica del futuro.

Seitz pronto a tornare

Va infine segnalato che il candidato leghista che dovrebbe subentrare a Sabrina Aldi è il già deputato Giancarlo Seitz, il quale, da noi contattato, ha confermato di essere pronto a tornare in Parlamento e quindi ad accettare la carica.

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«Questo modo di fare politica mi ripugna, inoltre considero che i rapporti con gli attuali vertici del mio partito non siano più sanabili e che la frattura sia irreversibile: è quindi giusto che io lasci non solo il partito ma pure il mio incarico politico in Gran Consiglio»