Bellinzona

Terza età in cerca di volontari

ATTE fa il punto sulla ripartenza dell'attività dopo la pandemia, tra la mancanza di aiuti e i servizi che ora si aggiungono al centro diurno
© CdT/Archivio
Davide Rotondo
Davide Rotondo
14.03.2022 06:00

Un’assemblea per ripartire. La scorsa settimana, alla presenza di una trentina di partecipanti, la sezione bellinzonese dell’Associazione ticinese terza età (ATTE) si è riunita per la plenaria. E per la prima volta lo ha fatto nella nuova sede in via Raggi 8 a Bellinzona. Presidente del giorno Giorgio Soldini, capodicastero Anziani, che durante la seduta precedente era pure entrato a far parte del comitato: «Finalmente ci ritroviamo in presenza, ma non bisogna dimenticare che la situazione legata al Covid continua a essere problematica». La parola è in seguito passata al presidente di sezione Roberto Malacrida, ex municipale della Città: «Con la pandemia abbiamo ridotto le nostre attività per prudenza, non volevamo che qualcuno si potesse ammalare. L’aspetto positivo è che abbiamo potuto contare su un’attività regolare del gruppo operativo della sezione, che si è riunito almeno ogni mese così da poter regolare vecchi problemi e prevedere quelli nuovi».

Gradita novità
A proposito di novità, è stata annunciata la tanto attesa apertura del ristorante adiacente la sede. Le porte dell’esercizio pubblico gestito dalla Fondazione Diamante si apriranno proprio oggi, lunedì 14 marzo: «Con questo nuovo luogo cambierà molto la nostra attività - ha spiegato Malacrida -, c’è bisogno di ritrovarsi e stare assieme e questa sala lo permetterà». Il locale dovrebbe chiamarsi, ci dicono, «Al Bel»; mentre sulla data della festa di inaugurazione c’è ancora qualche incertezza. Quello che sappiamo è che aprirà da lunedì a venerdì con 50 posti a disposizione. Secondo il presidente «sarà anche un luogo per il quartiere delle Semine e avrà lo scopo di far vivere tutta la zona e non solo la sezione». Ancora qualche dubbio da chiarire sull’uso che ne potranno fare i soci. Durante gli orari d’apertura infatti sarà un esercizio pubblico a tutti gli effetti, poi sarà ad uso esclusivo dei membri dell’ATTE per le loro attività. Come sottolineato da più parti, il problema sarà trovare la disponibilità dei volontari «che scarseggiano sempre di più». Un problema importante, trattandosi del cuore che pulsa dietro ad ogni attività, ma «in questa fase post pandemica reclutare persone che si impegnano come facevano prima è più difficile», sottolinea Roberto Malacrida.

Fornelli digitali
Alcune idee però sono sul tavolo, come quella di coinvolgere la scuola alberghiera: «Vogliamo capire se c’è qualche giovane disposto a fare pratica nella nostra cucina, che tra l’altro è modernissima», ha detto Roberto Malacrida. L’idea del presidente di sezione è quella di mettere a disposizione degli apprendisti cuochi dell’istituto la nuova infrastruttura «ma soprattutto la cucina, che è qualcosa di davvero all’avanguardia con funzioni persino digitalizzate - assicura al CdT -. Siamo in contatto con la direzione e speriamo possano rispondere positivamente». Una situazione analoga si presenta in giardino, dove l’associazione vanta sei orti sopraelevati. A dare man forte, questa volta potrebbero accorrere «dei giardinieri in pensione, che possano anche tenere dei corsi e aiutarci a far crescere la verdura che tornerebbe comoda per il ristorante per un consumo, così, a chilometro zero».

«Fatevi avanti»
A soffrire di più sono stati soprattutto i «grandi anziani» che sono «meno indipendenti e proattivi». Si tratta di persone che hanno bisogno di essere stimolate attraverso attività ludiche oppure più intellettuali. Ma Malacrida ne è convinto: «Il fatto di aver ripreso finalmente le attività creerà un effetto passaparola che attirerà nuovi volontari. Non devono essere per forza giovanissimi, anche un 60.enne in buona salute può dare una mano alla nostra nuova sede, ad esempio per aprirla e chiuderla».

Un problema di dimensione
Si è notato che nei piccoli paesi come Arbedo ci si conosce tutti ed è forse più facile che il passaparola funzioni per reclutare i volontari, invece Bellinzona è «più grande e quindi è più difficile ricreare una situazione simile». Inoltre si ha l’idea errata che si possa diventare membri dell’ATTE solo con il raggiungimento dell’età del pensionamento, «in realtà questo non è necessario, chiunque è ben accetto», conclude il presidente sezionale Roberto Malacrida.