Processo

Testamento fantasma: chiesta la scarcerazione

L’avvocato del matematico italiano accusato di truffa e falsità in documenti si è battuta per una condanna massima di sei mesi sospesi con la condizionale – L’imputato: «Mi mancano mia moglie e i miei figli» – Settimana prossima la sentenza
© CdT / Chiara Zocchetti
Giuliano Gasperi
12.11.2022 06:00

«Sono molto preoccupato per i miei figli e per mia moglie, che sta gestendo da sola questa situazione impossibile. Voglio tornare da loro». Alessandro Cipollini, matematico e finanziere di 43 anni, ha chiuso con queste parole il processo che lo vede accusato di falsità in documenti e truffa nei confronti di varie persone, fra cui l’avvocato ed ex politico Giorgio Grandini, per un danno totale stimato in più di tre milioni di franchi. Ieri è stata la giornata della difesa, con l’avvocato Laura Rigato che ha chiesto per il suo assistito una condanna massima di sei mesi sospesi, la sua scarcerazione e un risarcimento di 50 mila franchi per ingiusta carcerazione. È in cella da un anno.

Soldi che non arrivavano mai

Per chi si fosse perso la cronaca del primo giorno del dibattimento, la vicenda ruota attorno a un testamento «fantasma» con cui il nonno dell’imputato gli avrebbe lasciato in eredità una fondazione dal patrimonio milionario. Il quarantatreenne non è mai riuscito a recuperarne l’originale, che dice di aver visto con i suoi occhi e che riteneva fosse custodito in Vaticano; realtà con cui il nonno aveva stretti legami. Non avendolo mai trovato ha allestito, copiando e incollando firme e timbri, un documento fasullo che confermava i contenuti del presunto lascito. Grazie a questo e a una serie di altri attestati falsi, in particolare estratti patrimoniali e certificati salariali, l’accusato si presentava ai suoi interlocutori come un uomo facoltoso. Il suo problema, diceva, è che non aveva momentaneamente a disposizione i capitali: o perché il famoso testamento non era ancora stato monetizzato, o perché altri soldi su altri conti erano bloccati per motivi fiscali. Con queste argomentazioni, il quarantatreenne riusciva a farsi anticipare spese di ogni genere, persino il pagamento di debiti. È successo con Grandini – che doveva aiutare il matematico a recuperare la sua eredità e che alla fine ci ha perso quattrocentomila franchi – e con altre persone che avrebbero dovuto partecipare a un fondo d’investimenti da lui creato. 

Botta e risposta finale

«Al massimo è un imbonitore, non un truffatore» ha esordito l’avvocato Rigato nella sua arringa. «Ha allestito documenti falsi, è vero, ma non voleva truffare nessuno. Li ha creati tenendo conto di quello che il nonno gli aveva raccontato e anche mostrato, ma che lui non poteva dimostrare». Per quanto riguarda la presunta truffa a Grandini, la patrocinatrice di Cipollini ha sostenuto che di truffa non si può parlare, perché l’avvocato luganese non ha fatto le necessarie verifiche sul caso. «Per quanto riguarda invece il fondo d’investimento – ha aggiunto la legale – non ci sono prove per sostenere che fosse inesistente e che non ci fossero persone interessate a parteciparvi. Il fatto che il mio cliente abbia cercato di prendere tempo con i suoi investitori non è contestato, ma dire che il fondo non esistesse o che non fosse in grado di generare utili, è un’opinione». Parole, quelle della difesa, che hanno innescato più di una replica in aula.

«I soldi non c’erano e non ci sarebbero mai stati – ha risposto la procuratrice pubblica Chiara Borelli – mentre lui millantava il contrario». «Il diritto alla difesa è sacro – ha detto Paolo Bernasconi, avvocato di due investitori americani vittime dell’imputato – ma sono sacre anche le leggi finanziarie. Non si può raccogliere soldi per un fondo d’investimento prima che questo abbia ricevuto le necessarie autorizzazioni. E se non è autorizzato, un fondo non esiste. I soldi degli investitori, intanto, sono finiti nelle tasche di Cipollini:_se loro lo avessero saputo, quei soldi non li avrebbero mai versati». «Sapevano che quel denaro era per la gestione del fondo – ha ribattuto Rigato – e non per l’investimento nel fondo stesso». La sentenza è attesa per settimana prossima.