L'anniversario

Ticino Cuore compie 20 anni: «Ci prendevano per pazzi, oggi siamo un modello»

Dalla sua creazione, la fondazione ha contribuito a realizzare un sistema di gestione degli arresti cardiaci immediati oggi considerato all’avanguardia non solo in Svizzera, ma anche in tutta Europa
© CdT / Chiara Zocchetti
25.06.2025 06:00

«Quando abbiamo iniziato ci davano dei pazzi, perché il nostro obiettivo era considerato troppo ambizioso: a distanza di vent’anni, ciò che abbiamo costruito in Ticino è diventato un modello seguito non solo in Svizzera, ma anche all’estero», racconta Claudio Benvenuti, direttore della Fondazione Ticino Cuore. Il proposito dell’associazione era di aumentare la soglia di sopravvivenza in caso di arresto cardiaco improvviso oltre il 50% e, dopo vent’anni dalla fondazione nel 2005, è stato raggiunto: oggi in Ticino chi subisce un arresto del sistema circolatorio ha più del doppio delle probabilità di sopravvivere rispetto alla media europea. La Fondazione è nota per la sua campagna dedicata alla distribuzione capillare dei defibrillatori: grazie anche a Ticino Cuore, infatti, sono attualmente quasi 1.734 le «cassette verdi» disseminate sul territorio ticinese. Si tratta del cantone con la più alta densità di defibrillatori pubblici in tutta la Svizzera.

Una corsa contro il tempo

L’arresto cardiaco improvviso rappresenta ancora oggi una delle principali cause di morte nel mondo occidentale. Il fattore tempo è, in questi casi, veramente decisivo: «Ogni minuto che passa dal momento in cui il cuore si ferma all’inizio della rianimazione le probabilità di sopravvivere diminuiscono del 10%», spiega Benvenuti. Riuscire ad assottigliare questa finestra temporale può dunque fare davvero la differenza. È con questo obiettivo che la Fondazione Ticino Cuore ha avviato il primo progetto di First Responder in Europa: «Si tratta di un’applicazione che raccoglie volontari. I requisiti sono solamente due, aver raggiunto la maggior età e aver partecipato a un corso di formazione sulle basi della rianimazione cardiopolmonare», racconta Benvenuti. «Il funzionamento è molto semplice: quando il 144 viene notificato con un caso di arresto cardiaco, manda un’allerta attraverso l’applicazione che grazie a un sistema di geolocalizzazione notifica i volontari che si trovano nei paraggi del paziente». In questo modo, l’attesa per il primo soccorso è scesa da dodici minuti, il tempo medio d’intervento di un’ambulanza in Ticino, a tre e mezzo, l’intervallo necessario in media a un First Responder per iniziare la procedura di rianimazione. La rete dei volontari supera oggi i 6.800 iscritti e il loro tasso di risposta agli allarmi emessi dalla centrale di soccorso ha raggiunto il 96%.

Un kit per la formazione da casa

In 20 anni in Ticino quasi 170.000 cittadini hanno frequentato un corso di rianimazione cardiopolmonare, inclusi oltre 30.000 studenti delle scuole medie. «Però il mondo cambia – racconta Benvenuti – e allora anche la Fondazione ha provato ad assumere un approccio innovativo: da un anno offriamo non solo corsi BLS (Basic Life Support) dal vivo, ma anche a distanza». ReVitae è il nome della piattaforma online creata dalla Fondazione Ticino Cuore che permette di apprendere le basi della rianimazione cardiopolmonare in autonomia, anche da casa: «Il corso comprende una parte teorica, che comprende video e materiale informativo, seguita da un piccolo test pratico, effettuato grazie a un kit recapitabile a domicilio, che consiste in una sorta di cuscino dotato di un sensore collegato a un applicazione», illustra il direttore di Ticino Cuore. Ad oggi i test venduti sono quasi 100, ma il programma è in continuo miglioramento e dall’autunno sarà disponibile non solo in italiano, ma anche in ulteriori tre lingue.

Sempre il medesimo obiettivo

In materia di gestione degli arresti cardiaci immediati, dunque, il Ticino si dimostra essere territorio d’avanguardia: il fatto che il sistema implementato venga guardato con curiosità, se non anche adottato, nel resto della Svizzera e in Europa ne è la conferma. «Oltre a mantenere il livello raggiunto negli ultimi anni, un obiettivo ulteriore è quello di ridurre i tempi di comunicazione alla centrale di soccorso: ancora una volta l’informazione risulta essenziale per permettere alle persone di comunicare in maniera chiara e precisa con gli operatori del 144», spiega il direttore della Fondazione. «Migliorare ulteriormente la probabilità di sopravvivenza rimane il nostro primo obiettivo, consapevoli però che il 50 % raggiunto in Ticino, anche confrontato con i risultati della letteratura scientifica, è tra i tassi di riuscita più promettenti mai registrati», conclude Benvenuti.