Ticino, il motore del settore Farma

LUGANO - Il settore farmaceutico rappresenta un fiore all’occhiello dell’economia cantonale, e lo cifre lo dimostrano ampiamente. È quanto emerso dall’assemblea di Farma Industria Ticino, tenutasi ieri a Lugano. Nella conferenza stampa indetta per presentare l’evento, il presidente dell’associazione Giorgio Calderari, ha citato alcune cifre per illustrare le crescita quantitativa e qualitativa del settore negli ultimi anni. Il numero di imprese che aderisce all’associazione l’anno scorso è salito di due ad un totale di 31. Gli addetti sono nel complesso ben 2.900, e i salari globali versati (compresi gli oneri sociali) ammontano a oltre 255 milioni di franchi ogni anno. Il fatturato industriale raggiunge la ragguardevole cifra di 1,7 miliardi di franchi, composto per oltre l’80% da export.
L’evoluzione del settore è stato dimostrato visivamente anche da un grafico, in cui si vedeva che il monte salari dal 2015 è cresciuto molto più rapidamente rispetto all’impiego. «Questo significa - ha sottolineato Calderari - che i lavoratori sono sempre più qualificati». A livello cantonale il ramo farmaceutico rappresenta il 40% del settore industriale e l’8,3% del PIL cantonale.
Le imprese farmaceutiche nel cantone sono anche molto importanti sul piano degli investimenti. Infatti, secondo un sondaggio, fra il 2016 e il 2018 hanno investito 650 milioni, dicui 500 nel cantone. L’effetto di questi investimenti non è solo visibile a livello di occupazione, ma anche di ricerca e sviluppo: secondo una ricerca di BAK Economics il cantone ha registrato un aumento dei brevetti superiore rispetto alla media svizzera, anche se quest’ultima, con la regione di Basilea, dispone di un centro di produzione di brevetti di importanza mondiale. Se a livello nazionale i brevetti fra il fra il 2000 e il 2016 è aumentato dell’80%, in Ticino la crescita è stata del 120%.
«Una parte importante dei brevetti prodotti nel nostro cantone - ha commentato Giorgio Calderari - è di buona qualità, e vengono definiti brevetti di impatto. Infatti non è fondamentale solo il numero di brevetti, ma la loro qualità. Questo successo è dovuto a numerosi fattori, fra cui la collaborazione con le Università e i centri di ricerche e gli investimenti nel settore».
Una evoluzione che si è riflessa nella crescita complessiva del settore, che secondo la ricerca di BAK Economics è stata la maggiore in Ticino nel periodo dal 2016 al 2017. Per giunta, il secondo settore cresciuto di più in questo periodo è affine alla farmaceutica, ed è quello dei prodotti chimici.
Fra gli obiettivi di Farma Industria Ticino, ha spiegato Giorgio Calderari, vi sono una maggiore collaborazione fra i membri dell’associazione, la creazione di una cultura di impresa basata sull’etica, la qualità e la sostenibilità, e la formazione, che rappresenta un fattore fondamentale per assicurare lo sviluppo a lungo termine del settore. «Noi cerchiamo - ha spiegato Calderari - di far sì che i talenti fra i Millennial vengano a lavorare da noi. Inoltre crediamo molto nella formazione duale, e le imprese dell’associazione impiegano un centinaio di apprendisti». Nel corso dell’assemblea è stato sottolineato che l’associazione vuole profilarsi con i fatti, la coerenza, la trasparenza e la sostenibilità, in modo che i giovani siano attratti dalle offerte di lavoro nelle aziende ticinesi.
Nel corso dell’assemblea Paolo Magrì, Senior Vice President Business Development di Advitech Advisory and Technologies, ha parlato della sua esperienza come Presidente della Drug, Chemical & Associated Technologies Association (DCAT). L’anno prossimo l’associazione compirà 40 anni, e sono previste diverse manifestazioni per festeggiare l’anniversario.