Ticino sotto pressione: «In tre settimane ci sono stati attribuiti 124 richiedenti l'asilo»

In poco meno di tre settimane, sono stati attribuiti al Ticino 124 richiedenti l’asilo. «Se pensiamo che in tutto il 2021 erano state attribuite al nostro Cantone circa 270 persone, significa che adesso, in pochissimo tempo, abbiamo ricevuto quasi la metà delle persone dello scorso anno». Basterebbe questo dato, confermatoci da Renzo Zanini, a capo dell’Ufficio dei richiedenti l’asilo e dei rifugiati del Canton Ticino, per capire la portata dell’ondata migratoria con cui sta facendo i conti la Svizzera e, di riflesso, il nostro Cantone. In media, ogni settimana la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) registra mille domande d’asilo da parte dei migranti «ordinari», più altre 800 da parte dei rifugiati ucraini.
Le nuove soluzioni
Numeri elevati, dunque, che si ripercuotono sulle attribuzioni ai Cantoni. «Per ora - spiega Zanini - in Ticino nel 2022 siamo già arrivati a quota 377 richiedenti l’asilo, di cui 50 minorenni non accompagnati». I centri federali sono pieni e la pressione migratoria si sta spostando sui Cantoni, chiamati ad accogliere un numero sempre maggiore di profughi, ma soprattutto costretti ad agire in tempi brevissimi. «La priorità fondamentale è riuscire a trovare un alloggio per tutti coloro che vengono attribuiti al Ticino. Nelle ultime settimane, però, abbiamo trovato alcune soluzioni supplementari». Da un lato, mercoledì è stata riaperta la Perfetta di Arzo, la struttura che mesi fa aveva ospitato i profughi ucraini. Inoltre, è stata avviata la collaborazione con alcune pensioni sul territorio.
«Invece - spiega Zanini - per i minorenni non accompagnati, sempre più numerosi, stiamo realizzando uno spazio apposito nel Locarnese. Una struttura che si aggiungerà ai foyer di Cadro e Arbedo Castione, che hanno ormai raggiunto i limiti di capacità». L’arrivo dei minorenni non accompagnati, prosegue Zanini, «rappresenta una grossa sfida». Infatti, se per le famiglie o per gli adulti soli la priorità, almeno nella prima fase, è la ricerca di un alloggio, «con i minorenni non accompagnati occorre non solo trovare una struttura idonea, ma anche il personale che garantisca loro una presa a carico mirata e intensiva».
Sotto pressione
Il momento, come detto, è complicato. «Cerchiamo di reagire prontamente, ma stiamo facendo fatica a reperire alloggi», ammette Zanini. «La settimana scorsa, ad esempio, è capitato che avessimo l’alloggio garantito per gli arrivi del giorno successivo, ma non per quelli di due giorni dopo. Insomma, abbiamo lavorato alla giornata». E anche i prossimi mesi potrebbero essere impegnativi. «Secondo le ultime stime della SEM, infatti, la pressione migratoria rimarrà elevata».