Socialità

Ticino, tendenza al rialzo per il sostegno sociale

Le persone al beneficio di questi aiuti nell’ultimo trimestre del 2023 sono aumentate del 2,8% su base annua, raggiungendo quota 7.134 – Significativa flessione anche per le domande chiuse (-22%) - Oberholzer Casartelli (DSS): «Le previsioni purtroppo ci dicono che ci riavviciniamo ai livelli pre-pandemia»
©Chiara Zocchetti
Paolo Gianinazzi
21.05.2024 23:30

Le ultime cifre riguardanti il sostegno sociale in Ticino, seppur non si possa parlare di un nuovo picco, fotografano una tendenza al rialzo che viene seguita con attenzione (e con una certa preoccupazione) dalla Sezione del sostegno sociale. L’ultimo «report», relativo al quarto trimestre 2023, mostra infatti una crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente pari al 2,8%. In media da ottobre a dicembre 2023 i beneficiari di prestazioni sociali sono stati 7.134 (erano 6.940 l’anno precedente, 194 in meno). Stessa sorte, più o meno, per il numero di nuclei familiari al beneficio del sostegno sociale, cresciuti di 115 unità (+2,4%).

«Sì, durante il 2023 abbiamo constatato un leggero aumento, una tendenza al rialzo, che chiaramente ci preoccupa un po’», spiega Cristina Oberholzer Casartelli, a capo della Sezione. Una preoccupazione, guardando le cifre un po’ più nel dettaglio, dettata anche dall’evoluzione del numero di domande accettate e chiuse. Già, perché come spiega la capo Sezione, da una parte le domande accettate sono in crescita (+6.4%), ma soprattutto sono diminuite in maniera importante quelle «chiuse» (270 in totale, pari a una flessione del 22%). Ciò significa che meno persone in questo periodo sono riuscite a uscire dal sistema di sostegno sociale. Un dato, quest’ultimo, «che ci preoccupa alquanto», rileva Oberholzer Casartelli, «anche se per il momento non parlerei di ‘picco’, bensì di una tendenza al rialzo».

Difficile, per il momento, identificare con certezza le cause di questo trend, premette la capo Sezione. «Sappiamo però che verso la fine del 2023 c’è stato ancora un impatto residuo delle misure straordinarie legate alla pandemia». Una coda lunga, dunque, dei sostegni messi in campo dopo il 2020 e che oggi non sono più presenti. A ciò, precisa poi Oberholzer Casartelli, «si può aggiungere la crescente difficoltà nel mondo del lavoro e sicuramente anche l’aumento del costo della vita».

Va però detto che, rispetto al 2019, quando i beneficiari di aiuto sociale avevano oltrepassato le 8 mila unità, oggi la situazione è – relativamente parlando – migliore. In questo senso la capo Sezione afferma che sì, «la situazione è meno grave rispetto al periodo pre-pandemia». Ma, aggiunge, «è chiaro che gli aiuti messi in campo per fronteggiare l’emergenza hanno dato un po’ di ‘fiato’ al sistema sociale». Fiato che, man mano, sta venendo a mancare. «Non siamo, appunto, a quei livelli, ma le previsioni purtroppo ci dicono che un certo aumento è ormai confermato», afferma Oberholzer Casartelli. Anche perché, malgrado non siano ancora stati pubblicati, «anche i primi dati del 2024 confermano questa tendenza».

Motivo in più, chiosa la nostra interlocutrice, per proseguire gli sforzi messi in atto in collaborazione con la Sezione del lavoro, la Divisione della formazione professionale e i nostri partner sul territorio (in particolare Comuni, enti pubblici e organizzatori di misure) dalle varie autorità coinvolte per accompagnare i nostri beneficiari nel percorso di reinserimento nel mondo lavorativo.