Ticinopass, l’impatto è positivo: «Ma come suddividere i ricavi?»

«Molto bene le vacanze di Carnevale. Un po’ sotto le aspettative, invece, quelle di Natale e Capodanno». Il direttore degli impianti di risalita di Airolo Pesciüm, Nicola Mona, azzarda un bilancio finale: «Prevediamo di chiudere la stagione invernale con una crescita del 10% dei primi passaggi». Attenzione, però, a cantar vittoria, osserva il direttore: «Siamo comunque distanti dai tempi migliori. Purtroppo, temo che si tratti di un’evoluzione che interessa l’intero cantone». Al netto di tutto ciò, Mona si dice comunque soddisfatto: «Siamo l’unica destinazione ticinese ad aver tenuto aperto ininterrottamente dal 20 dicembre, e ci auguriamo di poter continuare in questo modo fino al 6 aprile».
Difficoltà iniziali
Considerato che durante le festività natalizie si realizza una gran parte degli incassi di tutta la stagione, Mona non nasconde le difficoltà iniziali legate soprattutto alle scarse precipitazioni. «A Natale abbiamo aperto con un’offerta limitata, una tendenza generale che si ripete da qualche anno, e con cui saremo regolarmente confrontati». Per questo motivo, avverte il direttore, in prospettiva futura il tema dell’innevamento programmato diventerà sempre più centrale: «Abbiamo utilizzato i cannoni da neve tra dicembre e gennaio. Fortunatamente, febbraio è stato più freddo rispetto allo scorso anno, permettendo di conservare al meglio il manto nevoso».
La chiave di riparto
Un capitolo a sé è rappresentato dal Ticinopass, l’abbonamento generale per accedere in modo illimitato a tutte le stazioni del cantone. Lo sguardo del direttore, al riguardo, è duplice: «Da un lato, in termini di comunicazione, promozione e marketing, il nuovo prodotto ha avuto un impatto positivo, stimolando la voglia dei ticinesi di ritornare sulle piste da sci del nostro cantone. Dall’altro, sul fronte dei ricavi, è ancora presto per trarre conclusioni». Secondo Mona, quello che si dovrà affinare «è come ripartire gli incassi tra le differenti destinazioni». In particolare, quale sarà il principio per una equa distribuzione del fatturato? La ripartizione finale sarà principalmente basata sui primi passaggi (quanti avventori), oppure – come osserva Mona – si desidera tenere conto, in qualche modo, anche della frequenza (ovvero di quanto viene effettivamente utilizzato un impianto), dei giorni di apertura o ancora di altri fattori? Per intenderci, se in un giorno vengono registrati 1.000 primi passaggi, significa che ci sono stati 1.000 avventori. Tuttavia, la frequenza può essere molto più alta, poiché ogni sciatore utilizza gli impianti più volte, aumentando l’usura e i costi di gestione. Ad ogni modo, l’effetto del Ticinopass sulle giornaliere si è fatto sentire: «Ne abbiamo vendute di meno. In un certo senso, il Ticinopass ha cannibalizzato i ricavi del botteghino. Solo alla fine, quando ripartiremo gli incassi finali tra le diverse stazioni, potremo valutare con precisione l’effetto dell’iniziativa sui conti. Sono abbastanza ottimista, anche se, come detto, faremo i conti solamente a fine stagione». Meglio forse il modello precedente, ossia la Leventina Card? «La Leventina Card aveva un “raggio d’azione” minore e ha generato meno incassi complessivi. Inoltre, con il Ticinopass, come detto, abbiamo risvegliato l’interesse dei ticinesi per lo sci in Ticino».
Conti e contributi pubblici
Con queste premesse, che cosa dobbiamo attenderci dalla chiusura dei conti prevista per il 31 maggio? «È prematuro esprimersi: come detto le vacanze di Natale non sono andate benissimo», ammette Mona. «In generale, quando il meteo non è favorevole, far quadrare i conti diventa una sfida. La nota positiva è che, ad Airolo, le condizioni della neve sono ancora buone e, come detto, prevediamo di sciare fino al 6 aprile. Invitiamo tutti gli appassionati a raggiungerci».
Ultimo tema, la destagionalizzazione: un passaggio fondamentale anche in ottica di contributo pubblico. Il Gran Consiglio ha infatti vincolato il credito quadro per la manutenzione degli impianti (presto in fase di ridiscussione) all’obbligo di rendere la destinazione attrattiva tutto l’anno. A che punto è Airolo? «Abbiamo investito molto sulle Mountain Bike, soprattutto sull’enduro, e oggi possiamo vantare percorsi conosciuti e apprezzati in tutta la Svizzera», spiega Mona. Il quale, tuttavia, riconosce che c’è ancora strada da fare: «Al momento, l’estate rappresenta un’attività accessoria. Dobbiamo lavorare in rete con gli altri comprensori per ottenere un bilanciamento più equo tra i ricavi estivi e quelli invernali, anche se l’inverno resterà sempre il nostro core business».
San Bernardino e il rilancio di Artioli
Molto simile la dinamica registrata a San Bernardino, dove la stagione invernale – dopo un inizio in salita – sta proseguendo nel migliore dei modi: «Le vacanze di Carnevale sono andate molto bene. Sicuramente il meteo ha fatto la sua parte. Abbiamo registrato un’ottima affluenza non solo sulle piste da sci, ma anche nelle strutture ricettive, dagli appartamenti agli alberghi, fino ai ristoranti. Possiamo dirci pienamente soddisfatti», afferma Federico Patti, direttore operativo di San Bernardino Swiss Alps. Per il secondo anno consecutivo dal rilancio firmato Artioli, dunque, la destinazione non ha ancora avuto un «inverno pieno». Al riguardo, però, Patti non si scompone: «Lavoriamo con la natura e con il meteo, che non possiamo controllare. Nonostante questo, anche senza un’apertura totale degli impianti nella prima parte della stagione, l’affluenza è stata buona, grazie alle attività collaterali allo sci e ai servizi che stiamo riportando nella località». Per quanto riguarda la clientela, quella principale rimane tendenzialmente ticinese, ma quest’anno si è registrato un significativo aumento di visitatori dalla Svizzera tedesca, con una presenza anche di italiani. «La promozione e la comunicazione verso il mercato interno hanno funzionato molto bene, e i risultati lo confermano. Sentire parlare tedesco sulle piste, nei ristoranti e negli hotel è un segnale incoraggiante. Si tratta di un pubblico che spesso ha vacanze in periodi diversi e che integra perfettamente la clientela tradizionale». La chiusura definitiva degli impianti? «La comunicheremo in base all’evoluzione delle condizioni meteorologiche. Sicuramente non prima di alcune settimane».