Tinteggi

Toni accesi sulla Casa alta di Viganello

Fa discutere la volontà dei proprietari di pitturare il palazzo a strisce blu e gialle - A sinistra scatta un’interpellanza: «Lugano non ha bisogno di altre case colorate» - L’arte urbana però è in crescita e la Città la promuove: «Siamo a disposizione anche dei privati»
©Gabriele Putzu
Giuliano Gasperi
01.11.2022 18:30

Un fascio di luce che attraversa il cielo notturno? Un omaggio alla squadra argentina del Boca Juniors? Oppure una scelta molto più casuale, del tipo: "‘Come la pitturiamo? A strisce blu e gialle? Bello dai, facciamola così’». Non sappiamo come sia nata l’idea di decorare in quel modo la Casa alta di Viganello, palazzone di cinquantun metri fra via Taddei e via La Santa. Una cosa è certa:la prospettiva – i pittori non sono ancora saliti con rulli e secchielli – sta facendo discutere. È stato così fra i proprietari, la maggioranza dei quali ha tuttavia avallato il nuovo look. Ora il tema è finito sul tavolo del Municipio grazie a un’interpellanza firmata da Aurelio Sargenti, Dario Petrini, Mattea David (PS), Morena Ferrari Gamba (PLR), Niccolò Castelli, e Marisa Mengoni (Verdi).

Di cosa parliamo

La Casa alta, a Lugano, è più bassa soltanto della Casa torre di Cassarate ed è stata costruita a metà degli anni Sessanta. «Come si legge in un articolo di Paolo Fumagalli pubblicato su Archi: rivista svizzera di architettura, ingegneria e urbanistica nel 2008 – scrivono gli interpellanti – lo stabile di diciassette piani fu realizzato dall’architetto Americo Caratti in cemento armato con balconi sporgenti in facciata e uno zoccolo formato da un corpo orizzontale, dove hanno trovato posto contenuti commerciali». Colorare di blu e giallo un edificio così imponente, secondo Sargenti e cofirmatari, «altro non farebbe che aumentarne visivamente l’impatto e appiattirebbe l’effetto ondulatorio delle balconate». «Esempi non felici di case colorate in vari modi purtroppo ne abbiamo molti – incalzano i consiglieri comunali senza specificare a quali oggetti si riferiscono – quindi non ne abbiamo bisogno di altri, specie per quanto riguarda edifici a torre visibili anche da grandi distanze». Opinioni.

Tutto regolare?

La questione comunque non è solo estetica. Secondo gli interpellanti, «la Città di Lugano ha autorizzato la realizzazione di una velatura trasparente e incolore delle facciate, ma dalle foto scattate sul cantiere sembrerebbe che siano già state realizzate le fasce orizzontali intonacate bianche a supporto di un’imminente esecuzione della tinteggiatura a strisce gialle e blu». Resta da capire se questa «variante» sia stata autorizzata o meno da Palazzo civico: ieri non siamo riusciti a verificarlo. «Da informazioni assunte – spiegano i politici nel loro secondo quesito al Municipio – sappiamo che la competenza relativa alle ‘case torri’ è del Cantone, che agisce dopo aver sentito l'Ufficio della natura e del paesaggio e la sua commissione: ma non c’è il rischio che i lavori di tinteggiatura proseguano prima che da Bellinzona giunga la valutazione della variante?». Sargenti e colleghi si chiedono infine «quale posizione assumerà il Municipio».

Il principio di fondo

La Città non è a digiuno del tema, che affronta però da una prospettiva diversa:quella del progetto arte urbana. Progetto attraverso cui il Comune, coinvolgendo artisti locali, promuove la decorazione di edifici e altri tipi di superfici. La domanda sorge spontanea: perché non favorire il contatto fra i privati che vogliono armarsi di pennello e l’ente pubblico che può aiutarli a fare tutto nel modo migliore? «Noi siamo a disposizione» spiega il capodicastero Roberto Badaracco. «Ai privati possiamo fornire una consulenza, metterli in contatto con degli artisti, oppure aiutarli a organizzare un concorso d’idee. Se fatta in modo consono e rispettando le norme – conclude il vicesindaco – l’arte urbana può diventare molto interessante e avere un impatto positivo sulla popolazione».

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