Toni accesi sulla Casa alta di Viganello

Un fascio di luce che attraversa il cielo notturno? Un omaggio alla squadra argentina del Boca Juniors? Oppure una scelta molto più casuale, del tipo: "‘Come la pitturiamo? A strisce blu e gialle? Bello dai, facciamola così’». Non sappiamo come sia nata l’idea di decorare in quel modo la Casa alta di Viganello, palazzone di cinquantun metri fra via Taddei e via La Santa. Una cosa è certa:la prospettiva – i pittori non sono ancora saliti con rulli e secchielli – sta facendo discutere. È stato così fra i proprietari, la maggioranza dei quali ha tuttavia avallato il nuovo look. Ora il tema è finito sul tavolo del Municipio grazie a un’interpellanza firmata da Aurelio Sargenti, Dario Petrini, Mattea David (PS), Morena Ferrari Gamba (PLR), Niccolò Castelli, e Marisa Mengoni (Verdi).
Di cosa parliamo
La Casa alta, a Lugano, è più bassa soltanto della Casa torre di Cassarate ed è stata costruita a metà degli anni Sessanta. «Come si legge in un articolo di Paolo Fumagalli pubblicato su Archi: rivista svizzera di architettura, ingegneria e urbanistica nel 2008 – scrivono gli interpellanti – lo stabile di diciassette piani fu realizzato dall’architetto Americo Caratti in cemento armato con balconi sporgenti in facciata e uno zoccolo formato da un corpo orizzontale, dove hanno trovato posto contenuti commerciali». Colorare di blu e giallo un edificio così imponente, secondo Sargenti e cofirmatari, «altro non farebbe che aumentarne visivamente l’impatto e appiattirebbe l’effetto ondulatorio delle balconate». «Esempi non felici di case colorate in vari modi purtroppo ne abbiamo molti – incalzano i consiglieri comunali senza specificare a quali oggetti si riferiscono – quindi non ne abbiamo bisogno di altri, specie per quanto riguarda edifici a torre visibili anche da grandi distanze». Opinioni.
Tutto regolare?
La questione comunque non è solo estetica. Secondo gli interpellanti, «la Città di Lugano ha autorizzato la realizzazione di una velatura trasparente e incolore delle facciate, ma dalle foto scattate sul cantiere sembrerebbe che siano già state realizzate le fasce orizzontali intonacate bianche a supporto di un’imminente esecuzione della tinteggiatura a strisce gialle e blu». Resta da capire se questa «variante» sia stata autorizzata o meno da Palazzo civico: ieri non siamo riusciti a verificarlo. «Da informazioni assunte – spiegano i politici nel loro secondo quesito al Municipio – sappiamo che la competenza relativa alle ‘case torri’ è del Cantone, che agisce dopo aver sentito l'Ufficio della natura e del paesaggio e la sua commissione: ma non c’è il rischio che i lavori di tinteggiatura proseguano prima che da Bellinzona giunga la valutazione della variante?». Sargenti e colleghi si chiedono infine «quale posizione assumerà il Municipio».
Il principio di fondo
La Città non è a digiuno del tema, che affronta però da una prospettiva diversa:quella del progetto arte urbana. Progetto attraverso cui il Comune, coinvolgendo artisti locali, promuove la decorazione di edifici e altri tipi di superfici. La domanda sorge spontanea: perché non favorire il contatto fra i privati che vogliono armarsi di pennello e l’ente pubblico che può aiutarli a fare tutto nel modo migliore? «Noi siamo a disposizione» spiega il capodicastero Roberto Badaracco. «Ai privati possiamo fornire una consulenza, metterli in contatto con degli artisti, oppure aiutarli a organizzare un concorso d’idee. Se fatta in modo consono e rispettando le norme – conclude il vicesindaco – l’arte urbana può diventare molto interessante e avere un impatto positivo sulla popolazione».