Tra certificati e fatture false «ingannò lo Stato per dieci anni»

Entrando nell’appartamento dell’imputato, la polizia ha trovato «quintali» di fogli tagliuzzati, collage di fatture e documenti «sbianchettati». Strumenti del mestiere, sembrerebbe. La parola che più si è udita durante la requisitoria del procuratore generale sostituto, Andrea Maria Balerna, è stata «incredulità». Incredulità perché per dieci anni l’uomo alla sbarra – un 54.enne cittadino egiziano, sostanzialmente reo confesso – ha portato avanti un’attività lavorativa particolare, che necessita di tempo ed energia, prima di essere fermato: «Ingannare il prossimo per vivere», o meglio «fregare lo Stato e campare completamente a suo carico».
In che modo? Producendo fatture e certificati fasulli prima di inoltrarli a vari prestatori di servizio per il rimborso. Cosa che avveniva sistematicamente. Ma non è tutto, perché l’imputato percepiva le indennità di assistenza e per un periodo avrebbe subaffittato, dietro compenso, il suo appartamento ad alcune prostitute, oltre a non dichiarare la sua attività di vendita di tabacco. L’uomo non si sarebbe fermato neanche davanti alla giustizia, visto che nell’atto d’accusa figurano documenti falsi inviati al suo avvocato, Stefano Pizzola, al procuratore generale sostituto, al Pretore di Lugano e al Ministero pubblico. In dieci anni l’indebito profitto sarebbe di 113.000 franchi, i debiti maturati, invece, si aggirerebbero attorno al milione, tra precetti esecutivi e attestati di carenza beni.
«9.000 franchi al mese»
Chiamato a rispondere di vari reati che vanno dalla truffa per mestiere, alla falsità in documenti fino al ripetuto esercizio illecito della prostituzione, dal 2014 l’imputato avrebbe prodotto decine e decine di documenti falsi (modificava la data, le prestazioni, i costi e il destinatario) indirizzati a assicurazioni malattia, assicurazione infortuni, cassa disoccupazione e Ufficio del sostegno sociale. Avrebbe tentato anche di ingannare l’Ufficio dell’assicurazione invalidità. Un fatto, quest’ultimo, che però contesta. «Certi mesi riusciva a percepire anche 9.000 franchi e a volte veniva rimborsato da casse malati diverse», ha osservato in aula il procuratore generale sostituto davanti alla Corte delle assise correzionali. La falsificazione dei documenti non si è fermata nemmeno quando il Ministero pubblico ha iniziato a indagare sul suo conto nell’ambito di questo procedimento penale. Secondo l’atto d’accusa, per giustificare il fatto che stava percependo «in doppio» delle indennità da due distinti assicuratori infortuni, ha creato delle ricevute postali modificando la data per dimostrare al Ministero pubblico di averli tempestivamente informati dell’accaduto. E quindi della sua innocenza.
«Inconsapevolezza»
«Sull’arco di dieci anni troviamo cinque mesi di lavoro effettivo da parte dell’imputato, per il resto abbiamo un’alternanza di disoccupazione, infortunio, malattia e assistenza – ha rilevato Balerna prima di chiedere una pena detentiva di 24 mesi interamente da scontare e l’espulsione dalla Svizzera per 15 anni –. Sarà stato incredulo (l’imputato, ndr) quando ha trovato nella Svizzera un Paese dove basta chiedere e si ottengono un sacco di soldi anche senza lavorare. Un Paese in cui si può ricevere un appartamento pagato dall’assistenza e riaffittarlo a terze persone».
Di contro, la difesa non considera «bugie» quelle reiterate nel tempo dal 54.enne, piuttosto si tratta di «inconsapevolezza» oppure di «incapacità di prendere atto della situazione». «Malgrado abbia creato una quantità importante di documenti falsi, non ha buttato via niente. È andato avanti senza valutare le conseguenze». Per quanto riguarda i soldi che l’uomo si «trovava sul conto», anche se non gli erano dovuti, Pizzola specifica che «ha approfittato dell’accaduto, quindi di essersi trovato del denaro sul proprio conto e di averlo usato senza pensarci». La difesa ha chiesto una pena «opportunamente ridotta» a non più di 16 mesi sospesi, oltre al riconoscimento del caso di rigore per quanto riguarda l’espulsione.
La lettura della sentenza da parte del giudice Siro Quadri è attesa per lunedì pomeriggio.