Tra il caro benzina e l'ecologia

Benzina, energia, tra sgravi, investimenti ed ecologia. A La domenica del Corriere si è discusso di questo e di tanto altro, con l’occhio vigile a quanto accadrà a Berna nelle prossime settimane. Da oggi prende il via la sessione estiva delle Camere federali e, oltre a un ordine del giorno molto carico, ci sarà anche la proposta di sgravio della benzina lanciata dell’UDC, ma “stoppata” dal Consiglio federale e dallo stesso esponente democentrista Ueli Maurer, che ha detto: «Non abbiamo soldi».
Gianni Righinetti con i suoi ospiti è partito proprio da questo tema. «Io credo che si sbagli, che il Consiglio federale in toto sbagli – ha dichiarato il consigliere agli Stati e presidente dell’UDC Marco Chiesa –. Occorre agire ed è per questo che sia agli Stati sia al Nazionale porteremo avanti la nostra proposta. Come Parlamento abbiamo la possibilità di dire all’Esecutivo se diminuire o no le tasse che gravano sugli olii minerali. E mi chiedo cosa faranno i colleghi...». Una sollecitazione rivolta ad altri due politici federali in studio, il consigliere nazionale PLR Rocco Cattaneo e la consigliera nazionale dei Verdi Greta Gysin. Per venire alla sostanza della risposta, entrambi schiacceranno il tasto rosso, diranno “no”. In un certo senso sembra che Maurer sia più vicino alle idee dei Verdi? «Non credo proprio. Se si chiedono aiuti a pioggia noi diciamo di no – ha spiegato Gysin –, ma non perché il prezzo della benzina non sia un problema, lo è eccome per molte famiglie. Però, prima di fare questo passo dobbiamo riflettere sulla nostra mobilità e ridurre gli spostamenti non necessari: il 40% di questi concernono il tempo libero. È giusto che tocchi alla collettività farsene carico?». Per Gysin occorre dunque “una politica lungimirante: il problema va risolto alla radice sul medio e lungo termine. Sovvenzionare oggi la benzina sarebbe invece una mossa miope e sul corto termine, senza risolvere nulla». Cattaneo, da canto suo, ha detto di voler essere pragmatico perché «in questo momento dobbiamo investire e sgravare la benzina significa invece togliere soldi al fondo di rinnovamento delle strade nazionali, una manovra senza senso». Per il consigliere nazionale «occorrono investimenti massicci nelle fonti d’energia alternative». E «per guardare avanti occorre volgere lo sguardo a quanto è stato, osservando ad esempio il secolo scorso, quando i nostri nonni hanno investito molto nell’idroelettrico». Perché? «Perché petrolio e carbone iniziavano a scarseggiare e occorreva essere indipendenti. Ecco, dobbiamo essere lungimiranti come qualcuno ha fatto allora. Le nostre centrali idroelettriche oggi producono come nel 1970 e questo ci dice tutto. I nostri nonni hanno visto più lontano di quanto stiamo facendo noi oggi. Al 60% siamo ancora dipendenti dal petrolio. Non continuiamo a fare errori».
Marco Passalia, vicepresidente del PPD e partner di Enet Energy SA, ha dato la sua spinta al «pragmatismo che porta a ragionare sugli investimenti e non su una pezza temporanea che non serve a nessuno». «In autunno – ha aggiunto – in Ticino voteremo sull’iniziativa popolare del PPD per alleggerire l’imposta di circolazione in Ticino. Questo sì un problema, poiché sono le più care della Svizzera. Così alleggeriremo l’onere dei ticinesi per la mobilità. Occorre compattezza per fare passi coraggiosi. E noi ticinesi dobbiamo guardare alle immense possibilità che abbiamo grazie al rinnovabile. Più che sgravare la benzina opterei per maggiori sovvenzioni a vantaggio del rinnovabile».
Chiesa si è detto deluso: «Mi aspettavo sostegno dal fronte borghese. Capisco il discorso ideologico di Gysin, i primi ad essere felici del rincaro della benzina sono stati loro». «Dissento, mai stata contenta – ha replicato Gysin – ma adesso non dobbiamo sgravare, e di ideologico non c’è nulla, il mio discorso è scientifico. Le proposte del suo partito andranno a finire sulle spalle delle future generazioni. E io questa responsabilità non intendo assumermela».
Il ping pong è quindi proseguito a lungo, con Chiesa che ha citato «lo studio dell’EMPA che confuta tutte le vostre tesi»: «La vostra strategia con orizzonte 2050 non funzionerà mai». Cattaneo ha invece spezzato una lancia a favore dell’energia solare: «Si può sviluppare velocemente e con una grande efficienza. Lo dico anche da imprenditore: è l’energia che rende bene, che impatta meno e non ha effetti invasivi sull’ambiente e la biodiversità. Non ci servono cerotti. Dobbiamo fare in modo che il 60% della torta energetica, il cui controvalore oggi va all’estero, rimanga a casa nostra. Ci vuole l’impegno di tutti, anche dei Cantoni e dei Comuni». Poi Cattaneo, in questa fase, resta dell’avviso che le centrali atomiche in attività «devono restare tali più a lungo possibile». Cosa che, ovviamente, non piace a Gysin.
Insomma, a La domenica del Corriere c’è stata una sorta di aperitivo, mentre il resto delle portate sarà servito nelle prossime settimane, alle Camere federali.