Ticino

Tra nuovi esperti indipendenti e più trasparenza per gli avvocati

Tanti i temi riguardanti la Giustizia che approderanno tra due settimane in Parlamento
©Chiara Zocchetti
Paolo Gianinazzi
08.05.2025 06:00

Sono parecchi i temi relativi al mondo della Giustizia ticinese che approderanno in Gran Consiglio nella sessione al via il 19 maggio. Nessuna grande novità o rivoluzione, ma comunque diversi cambiamenti puntuali che meritano di essere evidenziati.

Nomine ed elezioni

Partiamo dalla Commissione di esperti indipendenti, l’organo che esamina le candidature degli aspiranti magistrati e si esprime sulla loro idoneità tramite un preavviso all’indirizzo del Parlamento. Commissione che sarà presto (quasi) interamente rinnovata: giunto a scadenza il periodo di nomina di sei anni, quattro quinti della Commissione cambieranno. L’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio (autorità di nomina per i membri della Commissione) ha infatti pubblicato il rapporto con cui propone al plenum i cinque nominativi da eleggere: Emanuela Colombo Epiney (già giudice e presidente del Tribunale d’appello), Franco Lardelli (già giudice del Tribunale d’appello), Stefano Manetti (avvocato e notaio), Luca Marcellini (già procuratore pubblico generale e avvocato e notaio) e Francesca Piffaretti-Lanz (già procuratrice pubblica e avvocata, unico membro dell’attuale Commissione a essersi ripresentato).

Sempre riguardo alle nomine, il Gran Consiglio sarà pure chiamato a votare per l’elezione di un giudice del Tribunale d’appello, che verrà attribuito alla Camera di esecuzione e fallimenti. La Commissione giustizia e diritti ha proposto al plenum di eleggere la candidata Serena Bellotti. Una proposta che ha fatto discutere nelle scorse settimane: l’MpS in un’interpellanza ha parlato di presunte interferenze da parte del presidente del Consiglio della Magistratura sui membri della Commissione per far eleggere Bellotti. Interferenze che però sono poi state smentite dai deputati della Giustizia e diritti.

Una nuova lista

Detto di nomine ed elezioni, il Gran Consiglio sarà chiamato a votare anche su una modifica della Legge sull’avvocatura. Con il rapporto di Simona Genini (PLR), la Commissione su questo fronte propone di accogliere parzialmente un’iniziativa di Fiorenzo Dadò (Centro) che chiedeva maggiore trasparenza per il patrocinio d’ufficio che, essendo un incarico conferito direttamente dallo Stato, dovrebbe essere trattato alla stregua delle commesse pubbliche, soggette a pubblicazione se superano una determinata soglia economica. Nel dettaglio, dunque, la Commissione chiede che ogni anno sia pubblicata la lista con: il magistrato o il funzionario che ha designato il difensore d’ufficio o accordato il gratuito patrocinio; il nome dell’avvocato che è stato designato con l’indicazione dello studio legale in cui lavora; l’esborso complessivo, per l’anno di riferimento, derivante dalle difese d’ufficio e dalle assistenze giudiziarie.

Il codice etico

Gli ultimi temi all’ordine del giorno riguardano modifiche della Legge sull’organizzazione giudiziaria (LOG).

La prima richiesta, giunta tramite un’iniziativa di Matteo Quadranti (PLR) durante il cosiddetto «caos al Tribunale penale cantonale», postula l’obbligo per il Consiglio della Magistratura (il CdM, l’organo di vigilanza sui magistrati) di dotarsi di un codice etico. La richiesta, oltre che tramite l’iniziativa di Quadranti, era poi stata avanzata anche tramite la Risoluzione generale «Riforme in favore della Giustizia ticinese» della Commissione giustizia e diritti, poi approvata dal Parlamento nell’ottobre dello scorso anno.

La seconda modifica della LOG, scaturita dalle perizie effettuate dal prof. Claude Rouiller dopo il caso dei cinque procuratori pubblici preavvisati negativamente dal CdM nel 2020, prevede che il rendiconto annuale del CdM non sia più indirizzato come oggi al Governo, bensì al Parlamento, ossia l’organo a cui spetta il compito di alta vigilanza anche sull’ordinamento giudiziario.

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