L’intervista

Tra tablet e geolocalizzazione, il futuro della Polizia cantonale

A colloquio con Richard Bortoletto, capoprogetto della Polizia cantonale, per scoprire le tecnologie future al servizio degli agenti
© Polizia cantonale
Paolo Gianinazzi
14.08.2020 06:00

Il fenomeno della digitalizzazione pervade ormai ogni angolo delle nostre vite, e anche il lavoro della Polizia cantonale si sta adattando a questo importante cambiamento. Ne abbiamo parlato con il capoprogetto Richard Bortoletto.

Come affronta la Polizia cantonale l’evoluzione tecnologica che ci circonda?
«Il contesto muta velocemente e restare aggiornati è, per il settore pubblico come per le aziende, sempre più un’esigenza. Accanto all’elemento umano, sul quale la Polizia cantonale da tempo investe con un’ampia formazione continua e specialistica, risulta oggi decisivo introdurre degli strumenti di lavoro efficaci e performanti. Questo cammino d’ammodernamento viene oggi da noi gestito con un approccio progettuale che, seguendo una pianificazione attentamente definita, ci sta permettendo di raccogliere buoni risultati».

Riguardo alle nuove tecnologie, ad esempio, che tipo di progetti avete promosso ultimamente?
«La varietà di progetti è estremamente ampia. Alcuni sono tecnici, altri informatici, organizzativi oppure logistici. Dal momento che per alcune iniziative è richiesta una competenza tecnica specifica collaboriamo spesso con partner interni all’Amministrazione Cantonale, in primis il Centro sistemi informativi, e con fornitori esterni. Al momento i progetti aperti sono oltre 20 ed a questi si aggiungono quelli intercantonali, promossi dall’importante iniziativa nazionale dedicata all’armonizzazione dell’informatica di polizia in seno alla Conferenza dei comandanti delle polizie cantonali svizzere (CCPCS), per i quali l’implementazione resta comunque a carico dei singoli Cantoni. Tra i progetti conclusi negli ultimi mesi e che hanno portato un miglioramento o un’estensione dei flussi di lavoro della Polizia cantonale possiamo sicuramente citare la creazione di una piattaforma di geolocalizzazione, la predisposizione della continuità operativa nelle stazioni di base Polycom, l’introduzione degli smartphone quale strumento di lavoro al fronte e, proprio recentemente, la centralizzazione del 118 (pompieri) presso la Centrale comune d’allarme di Bellinzona (CECAL).

La piattaforma di geolocalizzazione vi permette di conoscere la posizione degli agenti?
«Sì, il tracciamento in tempo reale degli agenti, durante manifestazioni o eventi sportivi, assicura la copertura ideale degli spazi e, ancor più importante, incrementa la sicurezza degli agenti stessi. Allo stesso modo possiamo usare questa piattaforma per le ricerche di persone scomparse, in particolare in montagna, che possono così essere condotte con precisione e garanzia di copertura di tutto il territorio».

E riguardo alla rete Polycom. A cosa di riferisce?
«Gestiamo ed assicuriamo l’evoluzione della rete radio di sicurezza Polycom, grazie alla quale la Polizia cantonale comunica in modo discreto e sicuro proteggendosi tra l’altro dalle panne, purtroppo sempre più frequenti, che affliggono oggi i fornitori di servizi di telefonia fissa e mobile. L’ammodernamento di questa rete (dedicata agli enti di primo intervento, soccorso, sicurezza e protezione civile) è uno dei progetti più importanti a cui stiamo lavorando al momento, soprattutto perché è tecnicamente impegnativo e con un budget importante (circa 6,5 milioni di franchi). Inoltre il progetto dev’essere svolto in modo sincronizzato tra tutti i cantoni svizzeri. Nonostante il backbone (la “dorsale” di rete ndr.) cantonale debba essere ridisegnato, adeguato alla tecnologia IP (Internet Protocol) e le 21 stazioni di base adattate, l’impatto sull’operatività quotidiana di polizia rimarrà ridotto».

Riguardo alla CECAL, come diceva è da poco stato portato il 118 alla centrale di Bellinzona. Si va verso una sempre maggior centralizzazione?
«L’integrazione delle chiamate 118 alla CECAL e la conseguente mobilitazione dei Corpi Pompieri è il risultato della volontà di creare sinergie tra servizi simili (con le chiamate d’emergenza 117) e fare leva su conoscenze specialistiche già esistenti presso l’Amministrazione Cantonale. Questo ha permesso di standardizzare i processi, ma anche di migliorare il coordinamento tra Polizia cantonale e Corpo pompieri nelle fasi iniziali dell’evento e, contemporaneamente, di mettere a disposizione dei pompieri nuovi efficaci strumenti operativi quali la mobilitazione tramite IPad».

Oltre ai pompieri, il coordinamento degli interventi toccherà anche le Polizie comunali?
«Stiamo proprio lavorando con l’ultima Polizia comunale, dopo l’implementazione delle altre 16, per l’estensione del sistema di aiuto alla condotta della CECAL. Anche questo rappresenta il coronamento di un percorso di collaborazione, iniziato alcuni anni fa, con le Polizie comunali. La volontà era di poter visualizzare, presso la CECAL, la posizione di tutte le pattuglie operative sul territorio in tempo reale. Tramite dei dispositivi mobili (tablet) è ora possibile vedere in ogni momento il posizionamento delle pattuglie in servizio e, per gli agenti della Cantonale, i nominativi degli occupanti e le loro qualifiche (formazione, conoscenze tecniche specialistiche, ecc). Nel caso di un evento urgente la Centrale può quindi ingaggiare la pattuglia più vicina, indipendentemente dal fatto che appartenga alla Polizia cantonale o comunale, e laddove utile identificare ed inviare gli agenti (in questo caso della Polizia cantonale) con la formazione specialistica più adeguata, come per esempio dei negoziatori».

Per il futuro su cosa state lavorando? Ci sono altri progetti che ci può svelare?
«In questo momento, ad esempio, stiamo finalizzando l’estensione dell’attuale motore di ricerca MACS. Ma stiamo anche lavorando al rifacimento dell’attuale gestionale di Polizia».

Motore di ricerca? Si tratta di Google per la Polizia?
«Più o meno. È un sistema che permette agli agenti al fronte, durante un controllo, di accedere in modo rapido ed esaustivo alle differenti banche dati a disposizione. La segregazione delle informazioni era un ostacolo all’analisi della situazione e, potenzialmente, causa di valutazioni incomplete. Questa estensione mitiga di fatto tali rischi, permettendo un apprezzamento da parte dell’agente più preciso ed accurato».

E riguardo al gestionale di Polizia? Di cosa si tratta?
«Riguarda il progressivo abbandono della carta, per esempio, nell’elaborazione dei verbali da parte degli agenti. È un progetto che impatterà tutto il Corpo di Polizia e stravolgerà, ottimizzandoli, gli attuali flussi operativi documentali. Terminato lo studio di fattibilità, che ha visto l’identificazione e la formalizzazione dei requisiti, stiamo ora lavorando sul concorso pubblico. I tempi d’introduzione non saranno immediati, ma l’intento è di mettere a disposizione uno strumento che sostituisca gli attuali formulari cartacei con una compilazione elettronica guidata e fruibile al fronte, sperando che nel frattempo la legge autorizzi la firma elettronica (grafometrica) in ambito di Polizia. Chiaramente con l’avvento della digitalizzazione l’aspetto di sicurezza e protezione dati saranno sempre più importanti».

Se il cittadino comune vede spesso i vostri agenti per strada, la sua figura è invece meno conosciuta. Cosa significa fare il project manager nella Polizia cantonale?
«Le attività nella Polizia cantonale sono estremamente diversificate, si va dall’operatività delle pattuglie al fronte, fino a quella dei servizi specialistici quali la scientifica, passando per i reati finanziari e tante altre attività uniche ed interessanti. Ogni progetto è differente dal precedente e i risultati sono tangibili e visibili, oltre che come collaboratore di Polizia, anche nella vita quotidiana da normale cittadino. Quando si porta a termine un’iniziativa e si vede il contributo che questo dà all’operatività dei colleghi, e indirettamente alla società, si è ricompensati dello sforzo profuso. Ogni giorno è una sfida grazie alla quale non si smette mai di imparare e di crescere».

Richard Bortoletto.  © Polizia cantonale
Richard Bortoletto.  © Polizia cantonale