Lugano

Traffico d’idee attorno a piazza Molino Nuovo

Abitanti divisi sull’autosilo – Zanini: «Si può costruirlo, ma piccolo» – Wagner: «La riqualifica è un’illusione»
Piazza Molino Nuovo oggi. (Foto Zocchetti)
Giuliano Gasperi
05.07.2019 06:00

LUGANO - Lugano Marittima è un successone, ma il Municipio ha tanti «compiti delle vacanze» che lo aspettano e non c’è tempo per sorseggiare cocktail osservando il Ceresio. L’ultimo «esercizio» assegnato a politici e funzionari è gettare le basi per il concorso che porterà alla riqualifica di piazza Molino Nuovo, come ha deciso martedì il Consiglio comunale approvando una mozione di Andrea Censi e Boris Bignasca. «Abbiamo preso contatto con i proprietari di stabili della zona – fa sapere la municipale Cristina Zanini Barzaghi – e poi abbiamo chiesto a uno specialista di analizzare la situazione viaria del comparto». Un aspetto chiave, quest’ultimo. La prospettiva di costruire un autosilo sotterraneo, prevista nel Piano regolatore, non fa l’unanimità. Alcuni vorrebbero approfittarne per creare una buona quantità di posti auto, che nel quartiere non abbondano, mentre altri temono che la struttura attirerebbe ancora più auto nella zona, squalificandola. Zanini è per una via di mezzo: «Credo che almeno i posteggi esistenti potrebbero essere interrati. Un autosilo piccolo, insomma, da realizzare magari in collaborazione con i privati». Di traffico parla anche l’ingegnere Stefano Wagner, che a Molino Nuovo ha vissuto per diverso tempo. «La riqualifica è un’illusione» esordisce un po’ a sorpresa l’esperto. «Quell’area è uno snodo importante per la viabilità e sarà sempre dominata dalle macchine. Anche se la Città facesse qualcosa di magnifico, gli abitanti frequenterebbero la piazza? Poco lontano c’è l’area di via Lambertenghi, meno rumorosa e più tranquilla». Wagner non nega che piazza Molino Nuovo potrebbe essere migliorata, ma crede che non sia prioritario. «Si può rendere più bella, certo, ma non lo vedo come un grande progetto urbanistico. Ce ne sarebbero altri più importanti – conclude il pianificatore – Ad esempio la riqualifica del piazzale ex Scuole, che oggi offre una desolante distesa di catrame».

La matita ai cittadini
Del futuro di piazza Molino Nuovo abbiamo parlato anche con chi nella zona ci abita o ci lavora, a cominciare dall’impiegato di un negozio di stampanti: «Il problema dei posteggi esiste e un autosilo aiuterebbe». Sulla stessa linea la dipendente di una macelleria, «altrimenti la gente deve continuare a girare a vuoto», così come il proprietario di uno studio di tatuaggi e il proprietario di un bar: un appello corale. I parcheggi tuttavia non sono l’unica cosa che manca: «Sono qui da trentatre anni – prosegue il barista – e non si organizza mai niente. Perché ad esempio non portare qualche concerto di Estival Jazz?». La riqualifica sarebbe preziosa in tal senso: gli spazi di oggi non sono certo ideali per questo o altri eventi. Secondo il gerente di un altro locale, la valorizzazione potrebbe passare per la chiusura delle strade attorno alla piazza (solo di quella fra via Bagutti e via Trevano diciamo: sbarrando le altre scoppierebbe una rivoluzione) mentre la responsabile di un negozio etnico pensa che in superfice si potrebbe creare un parco. Poi abbiamo chi è favorevole ad offrire più verde e basta, senza posteggi sopra o sottoterra. «Ci si può muovere anche a piedi, con i mezzi pubblici o con le biciclette condivise» commenta una ragazza dallo spirito ecologista. La proprietaria di un bar è d’accordo, niente autosilo, «anche se questo va contro i miei interessi». Senza dimenticare che una struttura di questo genere non è gratis. «Perché spendere per costruirne di nuovi? – si chiede un residente – Meglio rinunciare e trovare altre soluzioni. E la piazza deve diventare un centro d’incontro: è scandaloso che in uno dei quartieri più popolosi di Lugano ce ne sia solo una, escludendo quella del cimitero». Parole da cui traspare una certa amarezza, un sentirsi esclusi dal resto della città. È così anche per Carolina Candolfi, presidente dell’associazione Vivi Molino Nuovo: «L’autosilo sarebbe perfetto, perché la mancanza di posteggi toglie la possibilità di frequentare il nostro quartiere, di conoscerlo. Il Comune – incalza – critica spesso Molino Nuovo, ma poi non fa niente. Paghiamo la stessa tassa sul turismo che paga il centro, però le riqualifiche vengono fatte solo là». Parole superate dai fatti, o almeno dalle intenzioni. Ognuno ha le sue idee. Ad accomunare tante voci è il riconoscimento della fontana progettata da Tita Carloni (attorno alla quale ruotano alcune storie curiose) come elemento caratterizzante della piazza e del quartiere. «È un simbolo – prosegue Candolfi – ma fa schifo: l’hanno lasciata andare ed è diventata un ritrovo per tossici». «Dobbiamo tenerla – afferma un uomo – vederla fa respirare un po’ in mezzo a tanti palazzoni». «È storica» sintetizza una donna.

Se la strada cambia strada
Dalle riflessioni sul destino di piazza Molino Nuovo emerge uno scenario che riguarda una vicina via. O meglio, un pezzo di via: la parte più alta di corso Elvezia, proprio di fiano all’aula magna dell’università. Dopo l’adozione del nuovo piano viario di lì non passa praticamente più nessuno, ad eccezione di bus e biciclette. Secondo Zanini varrebbe la pena di pensare a un futuro pedonale.