Luganese

Tram più caro? «Mantenete quei binari»

Alla luce dell’aumento dei costi del progetto ferroviario, il Gruppo linea di collina e i Cittadini per il territorio hanno scritto alla RTTL SA, al Cantone e a Berna per chiedere di mantenere in esercizio il «vecchio» collegamento
© CdT/Gabriele Putzu
Nico Nonella
16.05.2025 19:00

«Considerata l’urgenza di risolvere l’annosa questione della moderazione del traffico motorizzato in tutto il Luganese, considerata l’importanza di un potenziamento dell’unico mezzo di trasporto che assicura regolarità di servizio e puntualità tra Basso Malcantone e Lugano, auspichiamo che il progetto di tram-treno sia sostenibile dal punto di vista territoriale e finanziario e chiediamo alle Autorità competenti di prendere nella giusta considerazione» il mantenimento della linea di collina della FLP. Inizia così il testo di una lettera inviata in questi giorni dal Gruppo Linea di collina e dai Cittadini per il territorio del Luganese alla RTTL SA, alle FLP, alla Commissione regionale dei trasporti del Luganese, al Dipartimento del territorio, all’Ufficio federale dei trasporti e ai Municipi dei comuni toccati dal progetto del tram-treno.

Nella missiva firmata da l’ingegner Antonio Borra (Gruppo Linea di collina, dal professor Marco Gianini (Cittadini per il Territorio e dall’architetto Benedetto Antonini si propone, in sostanza, di mantenere la vecchia linea che passa da Sorengo e di congelare la realizzazione del tratto Bioggio-Lugano centro, il quale prevede una galleria di 2,5 chilometri e una fermata sotterranea alla stazione FFS di Lugano. «In questo caso l’accesso dal tram-treno alla stazione e al suo più importante nodo intermodale sarebbe indiretto e costoso per necessità di ascensori e scale mobili ridondanti, mentre solo per il centro città risulterebbe veloce e diretto».

Secondo i firmatari «il solo grande beneficio del tram così come è concepito è il collegamento con il centro città, mentre risulta a tutti gli effetti una pesante perdita per le relazioni con la ferrovia e i trasporti su strada, nonché per la innegabile valenza paesaggistica, di svago e turistica della tratta di Collina». Insomma, «un solo beneficio non ottimale che si sommerebbe alla nuova tratta da Bioggio a Manno non giustifica l’enorme investimento sotto il profilo costi-benefici e qualità urbanistiche ottenute».

Nella lettera viene fatto presente che «l’esplosione dei costi», dovuta principalmente a modifiche di progetto, «ne implica la dovuta revisione». Il mantenimento della linea di collina «in sintonia col principio della ridondanza, permetterebbe la sostituzione dell’accesso diretto al centro Città e, viceversa, alla stazione FFS in presenza di disturbi, incidenti e indispensabile manutenzione».

Lo scorso 15 aprile il direttore del DT Claudio Zali aveva spiegato il maxi-rincaro di 269 milioni di franchi e aveva preso posizione su alcune proposte di modifica del tracciato avanzate dalle associazioni RailValley, ATA e Cittadini per il territorio e citate in un’interpellanza dei Verdi. Sono fattibili? È in sintesi la domanda dell’atto parlamentare. Altrettanto in sintesi, la risposta data da Zali è «No». Porta chiusa, dunque, all’ipotesi di posticipare la costruzione della galleria Bioggio-Lugano (il suo costo, come riferito dal CdT lo scorso 27 marzo, è lievitato di 100-150 milioni), al mantenimento della linea di collina e al prolungamento della linea fino a Taverne-Torricella, sfruttando la linea merci esistente. «Approfondire queste varianti (l’interpellanza ne cita sei, ndr) avrebbe un costo milionario e comporterebbe ritardi tra i 7 e i 10 anni, oltre a mettere a rischio i contributi federali».
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