Chiesa cattolica

Trasferta in Mesolcina per i vescovi svizzeri

Per tre giorni, a Lugano, durante la 349. Conferenza ordinaria, i prelati elvetici hanno trattato temi di attualità, compresa la tragedia di Gaza
Foto di gruppo dei vescovi svizzeri dopo la celebrazione eucaristica a Verdabbio. ©SBK
Dario Campione
18.09.2025 16:28

La tragedia di Gaza, l’alluvione in Mesolcina, le questioni organizzative interne, lo stile di vita e la missione ecclesiale. Sono questi gli argomenti trattati dalla 349. Conferenza dei vescovi cattolici svizzeri riunita a Lugano da lunedì a mercoledì scorso.

La riunione trimestrale dei prelati elvetici è stata a porte chiuse, il dibattito riservato. Le conclusioni sono state invece riassunte in un comunicato pubblicato dall’ufficio stampa sul sito Internet della Conferenza.

Nonostante tutti questi limiti, la discussione interna alla gerarchia cattolica svizzera continua a rivestire un interesse giornalistico, soprattutto in relazione ad alcuni temi.

Il primo dei quali, in questa occasione, è stato il tragico destino di Gaza. La Conferenza dei vescovi svizzeri ha espresso «profonda preoccupazione per la catastrofe umanitaria che continua a imperversare in Medio Oriente», ribadendo quanto detto già a giugno durante la precedente assemblea ordinaria, nella quale era stata manifestata «solidarietà alle popolazioni che soffrono in Terra Santa. Da allora - scrivono i vescovi - la situazione è ulteriormente peggiorata. Il Santo Padre, papa Leone XIV, ha lanciato un appello urgente durante un discorso pronunciato dopo l’Angelus: “Chiedo nuovamente che si fermi subito la barbarie della guerra e che si raggiunga una risoluzione pacifica del conflitto. Alla comunità internazionale rivolgo l’appello a osservare il diritto umanitario e a rispettare l’obbligo di tutela dei civili, nonché il divieto di punizione collettiva, di uso indiscriminato della forza e di spostamento forzato della popolazione”». Un appello a cui i vescovi elvetici si sono «uniti senza riserve».

La commemorazione

Vicinanza e solidarietà, in forme diverse, sono state espresse dai prelati anche alla regione della Mesolcina, meta di una visita - mercoledì - allo storico castello di Mesocco e alla chiesa di Santa Maria del Castello. «Un momento particolarmente commovente - si legge nella nota stampa - è seguito a Sorte, una frazione del comune di Lostallo duramente colpita dal maltempo nel giugno 2024». Qui i vescovi membri hanno commemorato le vittime della tragedia, mentre «la celebrazione eucaristica a Verdabbio ha costituito il momento spirituale culminante», unendo idealmente nel ricordo tutte le popolazioni colpite da calamità naturali: quelle della Mesolcina, ma anche quelle della Valle Maggia e della Lötschental.

Soltanto accennati, nel comunicato finale, gli altri due temi affrontati durante la Conferenza di Lugano. Sul rapporto tra «stile di vita e missione ecclesiale», i vescovi hanno spiegato come «la forza persuasiva degli operatori pastorali si basi» certamente «sul loro carisma e sulle loro competenze, ma si misuri anche sulla scorta di uno stile di vita conforme al Vangelo». Un richiamo, forse, a uno dei messaggi più forti di papa Francesco, il quale sempre insisteva sulla necessità che preti e vescovi fossero esempio di frugalità e di sobrietà. La Conferenza ha discusso «un documento elaborato dalla commissione teologica ed ecumenica» che sarà presentato al Consiglio di cooperazione CVS-RKZ e successivamente pubblicato.

Un altro documento, trasmesso sempre dalla Commissione teologica ed ecumenica e relativo a non meglio specificati «Servizi ecclesiastici», è stato oggetto, si legge nella nota, «di un’approfondita discussione. Poiché la Chiesa è impegnata in un processo sinodale, i punti corrispondenti sono stati trasmessi alla Commissione sinodalità per chiarimenti».