Trasporti

Treni bloccati e auto ferme? «L’aereo non è la soluzione»

Il Consiglio di Stato risponde picche a un’interrogazione della deputata Roberta Passardi (PLR) e cofirmatari in cui si proponeva di sviluppare la mobilità aerea per far fronte a imprevisti quali la chiusura della galleria ferroviaria di base del San Gottardo e le code in autostrada – «Il contributo non è significativo»
© CdT/Gabriele Putzu
Nico Nonella
16.05.2024 19:00

«I collegamenti aerei tra il Ticino e il resto della Svizzera non daranno un significativo contributo alla riduzione dei flussi stradali o ferroviari e non potranno nemmeno fungere da alternativa in caso di chiusura degli assi terrestri». A ribadirlo è il Consiglio di Stato nella risposta a un’interrogazione datata 9 aprile 2024 in cui la deputata liberale radicale Roberta Passardi, prendendo spunto dalle colonne sulla rete autostradale e dall’incidente nella galleria ferroviaria di base del San Gottardo, chiedeva «di sviluppare in mondo alternativo e complementare anche la via della mobilità aerea» per continuare a garantire i collegamenti con il resto del Paese. Una richiesta che riguarda principalmente lo scalo di Lugano-Agno e il campo di aviazione di Ambrì, dal quale decollano e atterrano voli d’affari e turistici.

I motivi del niet a uno sviluppo dei collegamenti aerei come possibile alternativa alla galleria ferroviaria sono spiegati con alcune semplici cifre: il Governo rileva infatti che i passaggi annui di veicoli attraverso i valichi alpini sono mediamente di circa 10 milioni e che l’utenza ferroviaria annua è di circa sei milioni di passeggeri, a fronte di passeggeri in partenza o arrivo all’aeroporto di Lugano stimabili in circa 200 mila, considerando l’andamento storico dal 1990 al 2019 (ossia l’anno del disimpegno di Swiss), che corrisponde a meno dell’1% del totale».

La lettera dell’ASPASI

L’idea di ricorrere agli aerei laddove il treno e le automobili sono, diciamo così, rallentati da fattori esterni, non è nuova. Già a fine agosto dello scorso anno, lo ricordiamo, si era parlato di riportare i voli di linea a Lugano dopo il disimpegno di Swiss. Non in via definitiva, ovviamente, ma almeno fino a quando non verrà completamente ripristinato il traffico passeggeri attraverso la galleria ferroviaria di base del San Gottardo. A chiederlo era stata l’Associazione passeggeri e aeroporti della Svizzera italiana (ASPASI), che ha inviato una lettera – sottoscritta dall’allora copresidente Marco Romano e dalla stessa Passardi (copresidente) – al Municipio di Lugano, invitandolo a prendere contatto con la compagnia di bandiera SWISS «affinché ristabilisca almeno in via temporanea un collegamento di linea “shuttle” tra Zurigo e Ginevra e lo scalo di Lugano-Agno». Una provocazione? «Sono gli specialisti e gli attori in gioco a doverci dire se il ripristino temporaneo dei voli di linea è fattibile o no e a dover prendere posizione», aveva rilevato Romano ai nostri microfoni. «Certo, è anche una provocazione nei confronti di Swiss che ha trattato scorrettamente il Ticino disimpegnandosi da Lugano nel 2019». Da noi contattata, Swiss aveva spento sul nascere qualsiasi discussione. Al momento, ci aveva riferito la portavoce Meike Fuhlrott, «non è prevista la ripresa dei collegamenti aerei da Lugano». Anche perché, fra le altre cose, il vettore «non dispone di un tipo di aeromobile adatto per operare le rotte in modo efficiente dal punto di vista operativo ed economico». Inoltre, «Swiss non sta lavorando con nessun fornitore che possa rilevare queste rotte».

Il futuro sarà elettrico?

Insomma, una vera e propria doccia gelida per lo scalo luganese. Almeno fino allo scorso 31 marzo, quando in un’intervista concessa al SonntagsBlick, l’amministratore delegato di Swiss – Dieter Vranckx, fra l’altro al passo d’addio – aveva fatto capire che la compagnia di bandiera, un domani, potrebbe riattivare la rotta Agno-Zurigo. Di più, per la stessa Swiss sarebbe addirittura interessante farlo. La condizione, tuttavia, è che «prima o poi», volendo riprendere le parole del massimo dirigente, sul mercato arrivi appunto un aereo elettrico. Un'uscita, quella di Vranckx, che aveva stuzzicato e non poco Filippo Lombardi, titolare del dossier aeroporto in Municipio: «Siamo ovviamente interessati, a maggior ragione se di mezzo c'è un aereo elettrico».

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