Elezioni a lugano

Tricarico rinuncia: PPD, che fai ora?

I popolari democratici perdono quello che a detta di molti sarebbe stato il sostituito naturale del municipale Angelo Jelmini, che non si ripresenterà - «La riconferma del seggio non è scontata, ma la mia decisione è stata ben ponderata»
Michel Tricarico. ©CDT/CHIARA ZOCCHETTI
John Robbiani
13.01.2021 06:00

Per molti Michel Tricarico era il candidato naturale alla sostituzione di Angelo Jelmini. Nei suoi anni in Consiglio comunale il capogruppo PPD ha dimostrato di avere il physique du rôle per entrare in Municipio. Non sarà così. Non sarà della partita. Negli scorsi giorni ha deciso di non candidarsi, chiudendo almeno momentaneamente il lungo capitolo d’impegno a livello comunale. «È stata una decisione sofferta - ci ha spiegato - e ponderata. Con l’esperienza fatta in Consiglio comunale si profilava una corsa interessante per il Municipio. Poi però è arrivata la pandemia, che si è infilata nella vita di tutti. Ha fatto sì per esempio che per me ci fossero delle aumentate esigenze professionali. Consapevole dunque dell’imminente campagna elettorale e della possibilità di essere eletto, ho deciso di rinunciare». E non sarà in corsa neppure per il Consiglio comunale. «Ho esaurito i miei mandati - sottolinea il capogruppo - ed essendo un uomo di sport so bene che durante una staffetta il compito dei concorrenti è portare il testimone agli altri. Un ricambio è giusto».

Il clima politico

Questioni professionali e questioni personali. Ma c’è dell’altro, chiediamo? Lo strano clima politico che si respira in città ha influito su questa decisione? Tricarico non si nasconde. «Devo dire che negli ultimi anni la politica è diventata sempre più individualista. Si gioca sempre meno di squadra e questo non aiuta a trovare intese ad ampio raggio. Lo si vede in Città ma anche a livello cantonale. È un modo di far politica che predilige lo smarcarsi dalle proprie responsabilità, dove tutti giocano a fare l’opposizione. Non è molto sano. E si fatica a interloquire tre forze politiche, che si stanno atomizzando e che vedono la nascita di nuovi movimenti».

La calma in una sala di urlatori

Tricarico è sempre stato un politico pacato. Centrista, metodico, preciso. Un tecnico. Un politico d’altri tempi (anche se ha solo 52 anni) per certi versi. Quei politici che non si fermano agli slogan e che dunque oggi sembrano non andare più molto di moda. È stato difficile, per un profilo del genere, muoversi in questo contesto? «Di sicuro - ci conferma - siamo in una fase di transizione della politica, dove l’apparire spesso prende il sopravvento sulla sostanza, sul lavoro e sulla competenza. Quando ho iniziato mi ricordo l’importanza che si dava all’ascoltare. Ascoltare chi ha più esperienza. Ascoltare chi ha più competenze. Oggi il fatto di avere mezzi di comunicazione differenti, più diretti e personalizzati, ha cambiato lo scenario e si è in campagna elettorale permanente. E ognuno è tuttologo. Ma la politica ha bisogno delle sue fasi di approfondimento, di analisi, senza che ci si debba perennemente smarcare sottolineando ogni minima differenza». Un aspetto importante, questo, secondo Tricarico. «Per portare avanti progetti e indirizzi ci vuole l’accordo dei partiti. Ma questo negli anni è diventato sempre più difficile e l’esperienza come capogruppo mi ha permesso di capire quanto sia gravoso in una città come Lugano». Secondo Tricarico non aiuta poi una certa confusione sui ruoli istituzionali. «C’è anche questa tendenza a sovrapporre compiti e competenze. E noto difficoltà nei rapporti tra Consiglio comunale e Municipio. A lungo andare tutto si rallenta».

Il PPD e quel seggio a rischio

Lo dicevamo in entrata: Tricarico per molti era il candidato naturale alla sostituzione di Angelo Jelmini. Il PPD, già dato in difficoltà, perde dunque un candidato di punta. C’è il rischio che il seggio in Municipio non venga confermato? E quanto questa situazione ha pesato sulla decisione di non scendere in campo? «Evidentemente è una riflessione che ho fatto anche io, ma in questa situazione difficile le necessità professionali hanno avuto la precedenza. Evidentemente per il PPD la riconferma del municipale non sarà scontata, ma sono convinto che riuscirà a formare una squadra in grado di centrare l’obiettivo. Sarebbe davvero un peccato per Lugano non avere più un rappresentante del nostro partito. Si perderebbe un punto di riferimento. Un punto d’equilibrio».

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