Lo scenario

Trotta: «Scontata operazione di marketing»

Il direttore di Ticino Turismo parla del green pass italiano e dell’estate ticinese, che si annuncia comunque molto buona: già prenotato l’80% dei posti in albergo
Angelo Trotta, direttore di Ticino Turismo. © Cdt
Dario Campione
06.05.2021 06:00

L’80% dei posti letto negli alberghi e nelle strutture turistiche ticinesi, per la prossima estate, è già stato prenotato. La stagione si annuncia quindi molto buona. Nonostante la pandemia. E nonostante le molte paure e le molte incertezze che ancora avvinghiano le famiglie.

«Ci aspettiamo un’estate relativamente positiva - dice al Corriere del Ticino Angelo Trotta, direttore di Ticino Turismo - da qui a metà giugno faremo sicuramente meglio dell’anno scorso, anche perché non avremo le chiusure parziali subìte invece nel 2020. Per il dopo, è difficile fare una previsione: se i turisti elvetici vorranno andare al mare, non potremo sicuramente impedire loro di viaggiare verso il Mediterraneo; in ogni caso, al momento il tasso di occupazione di alberghi e case vacanze tra luglio e settembre è molto alto, in media l’80%; chiaramente, la grande sfida è riuscire a mantenere almeno una parte del turismo elvetico che lo scorso anno, giocoforza, ha dovuto scegliere le ferie “casalinghe”».

L’annuncio del passaporto vaccinale italiano anticipato rispetto a quello europeo non sorprende Trotta. Che anzi giudica l’iniziativa del tutto ovvia. «Anche nell’estate 2020 si poteva andare in Italia liberamente. Spagna, Grecia e Portogallo sono aperti da tempo ed è normale che l’Italia risponda all’iniziativa dei Paesi turisticamente concorrenti. Il “green pass” annunciato dal premier Mario Draghi era atteso, una scelta molto mediatica, quasi da marketing».

La grande sfida è riuscire a mantenere una parte del turismo elvetico giunto nel 2020

E la Confederazione? Qual è il giudizio sulle politiche adottate da Berna in questo particolare frangente?

Di fronte all’attivismo dei Governi del Sud-Europa, gli albergatori ticinesi e svizzeri chiedono al Consiglio federale di non perdere tempo. Proprio ieri, nella capitale federale, le associazioni di categoria hanno incontrato il presidente Guy Parmelin nell’àmbito del 5. vertice sul turismo elvetico. «Abbiamo chiesto di aprire gli spazi interni nel settore della ristorazione e di non limitare, con restrizioni irragionevoli, l’annunciata ripresa delle attività di fiere ed eventi - dice Trotta - abbiamo inoltre sollecitato una rapida introduzione di un certificato “COVID-Free” digitale riconosciuto a livello internazionale, che permetterà di nuovo alle persone vaccinate, testate negativamente e guarite di viaggiare. La Svizzera deve permettere alle persone con prove adeguate di entrare nel Paese senza quarantena. E se vogliamo rimanere competitivi sul mercato internazionale come destinazione turistica, dobbiamo anche poter contare su fondi supplementari per la promozione della domanda». Nell’immediato futuro, Trotta indica poi tre obiettivi: «Il primo, come ho detto, è mantenere una parte dei turisti svizzeri che nel 2020 hanno “scoperto” il Ticino; il secondo, alimentare nuovamente verso le nostre strutture il flusso di italiani, tedeschi, francesi, inglesi, i clienti dei mercati di prossimità storicamente più importanti per noi; il terzo, infine, prepararsi in vista della riapertura possibile del mercato americano e del Middle-East».

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