Truffa alla Banca Cial: condannati

Lugano, a quasi 14 anni dai fatti si è concluso il processo a carico dell'ex direttore e del consulente finanziario
Red. Online
04.12.2015 22:21

LUGANO - A quasi quattordici anni dai fatti, è giunta questa sera sera la sentenza del processo a carico di Bruno Pini, ex direttore della filiale luganese e dell'agenzia di Muralto della Banca Cial e di Franco Maria Mattioli, consulente finanziario romano. Pur riconoscendo come attenuante il lungo tempo trascorso e l'atteggiamento collaborativo, la Corte li ha comunque ritenuti colpevoli di aver truffato la Banca Cial (oggi Banca CIC): Mattioli come ideatore del raggiro e Pini come esecutore materiale. «Non si può sminuire la gravità del loro agire» ha detto il giudice Marco Villa. Entrambi (considerata la correità), sono stati condannati a 15 mesi sospesi per due anni e al parziale risarcimento del danno provocato alla banca (che ammonta a 1,9 milioni). Si tratta di una pena minore rispetto a quanto chiesto dalla procuratrice pubblica Fiorenza Bergomi (due anni e sei mesi) perché il periodo di tempo considerato per le malversazioni è stato ridotto dalla Corte da quattro a un anno. La responsabilità degli imputati per il danno apportato alla Banca Cial va infatti dal 2002 - anno in cui Pini ha iniziato a compiere operazioni nelle sedi ticinesi dell'istituto, che servivano a coprire perdite generate da investimenti operati in accordo con Mattioli - fino al 2003, nel momento in cui sono emersi problemi nella Banca di Capranica e Bassano (Viterbo), che aveva (tramite Mattioli) a sua volta fatto capo alle filiali dirette da Pini per nascondere alcune perdite. «Irregolarità di cui a questo punto la sede centrale di Banca Cial non poteva non essere a conoscenza» ha commentato Villa. Gli imputati erano difesi dagli avvocati  Mario Postizzi e Marco Broggini, che avevano chiesto il proscioglimento dalle accuse di truffa e riciclaggio.

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