Processo

Truffa Covid: ingannò la banca, condannato

Diciotto mesi sospesi a un 35.enne serbo: compilò il formulario per la richiesta del credito gonfiando la cifra d'affari e ottenne indebitamente 342 mila franchi
© CdT/Gabriele Putzu
Valentina Coda
29.11.2023 15:00

Ha ottenuto 342.000 franchi di prestito Covid da utilizzare per far fronte alle spese della sua società durante la pandemia. Cosa che è effettivamente accaduto, peccato che non aveva diritto di ricevere quel denaro perché nel compilare il formulario per la richiesta del credito ha gonfiato la cifra d’affari, ingannando così i funzionari della banca. Un agire che è costato a un 35.enne serbo una condanna a 18 mesi sospesi per tre anni per truffa, falsità in documenti e omissione della contabilità. Più nel dettaglio, l’uomo ha compilato il formulario indicando oltre 3,4 milioni di cifra d’affari calcolata sul margine di ricavo in vista di una futura collaborazione con una società svedese sapendo che la società del Luganese, di cui era amministratore unico, era vuota, senza attività e senza contabilità.

«Mi sono fatto consigliare male in un periodo confuso. Volevo reinvestire il denaro nell’azienda, il credito è stato sì utilizzato, ma gli affari andavano male e la società è fallita. Pensavo che quell’operazione si potesse fare, ma non era assolutamente così e me ne sono reso conto dopo», ha detto l’imputato in aula davanti alla giudice Francesca Verda Chiocchetti, che ha presieduto la Corte delle assise correzionali e ha sposato interamente la richiesta di pena pattuita dal procuratore pubblico Daniele Galliano e dall’avvocato difensore Samuele Scarpelli (il processo si è celebrato con la formula del rito abbreviato). L’uomo, reo confesso, ha già provveduto a rimborsare una piccola parte della cifra che ha indebitamente ottenuto.

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