Tsai Ming-liang: «Prego per Taiwan e per difendere la democrazia»

Mancano ormai poche ore a uno dei momenti più attesi per molti cinefili accorsi al Locarno Film Festival: in Piazza Grande arriverà infatti Tsai Ming-liang. Il grande regista taiwanese riceverà infatti il Pardo alla carriera Ascona-Locarno Turismo, completando idealmente un percorso di successi nei principali festival cinematografici europei, avendo già ottenuto riconoscimenti a Venezia (tra cui il Leone d'Oro nel 1994, ndr), a Berlino e a Cannes.
L'esperienza locarnese del maestro 65enne non si è però limitata alla cerimonia di consegna del premio: ieri pomeriggio è stato infatti protagonista del vernissage al Rivellino leonardesco che ospita alcune sue videoinstallazioni. «Sono davvero orgoglioso di ricevere un premio alla carriera in un Festival così attento alla qualità della proposta culturale - racconta Tsai Ming-liang al Corriere del Ticino -. Locarno è una città che davvero invoglia a liberare la propria creatività e per questo mi ha fatto piacere presentare delle mie video installazioni, condividendo le mie visioni con un pubblico appassionato».
«Anche perché il Rivellino è una struttura storica che emana un grande fascino, richiama il genio di Leonardo che lo ha pensato ed è come se omaggiasse tutti coloro che si lasciano ispirare e provano a mettere in pratica le loro idee - prosegue il regista -. Per questo ho proposto dei video dove ho sprigionato la mia libertà creativa, come in Your Face dove realizzo 13 close up di persone, in una riflessione sul nostro sguardo e sul passare effettivo del tempo. Il tutto accompagnato da silenzi e dalla colonna sonora del compositore giapponese Ryuichi Sakamoto, che grazie all'acustica del Rivellino ha sfumature ancora più ipnotiche».
Il genio di Leonardo non è l'unico proveniente dall'Italia a cui Tsai Ming-liang si è ispirato: «Sin da giovane ero incantato dal modo di fare cinema di Michelangelo Antonioni e Federico Fellini: la loro potenza nelle immagini e la loro capacità di creare storie sono state per me grande fonte di ispirazione e probabilmente nel mio percorso ho assorbito e interpretato quella creatività che ancora oggi mi affascina e che trovo estremamente attuale».
La mente però corre a Taiwan, al centro di tensioni diplomatiche: «Sono molto preoccupato dalla situazione e prego tanto per il mio Paese. Trovo assurdo che nel 2023, con le nostre possibilità e le informazioni a nostra disposizione, che ci potrebbero permettere di fare tutto e migliorare significativamente la condizione delle popolazioni nel mondo, ancora si investano le risorse per farsi la guerra e uccidersi. E sono consapevole che l'arte non risolverà questo: non ci sarà film, libro o quadro che possa porre fine agli orrori a cui assistiamo quotidianamente. Ma se c'è una possibilità di aprire la mente e rendere più tolleranti le persone con le nostre opere, allora noi artisti abbiamo il dovere di provarci. Difendere i valori democratici e civili della nostra società è la cosa più importante».