Tutela cantonale per il Castello dei Magoria

Il Castello dei Magoria nel quartiere di Claro sarà tutelato quale bene culturale d’interesse cantonale. Lo conferma il Consiglio di Stato nella voluminosa risoluzione (oltre 170 pagine comprendenti anche le decisione sulla cinquantina di ricorsi) riguardante le varianti scaturite dall’approvazione, avvenuta nel lontano 2007, del Piano regolatore dell’ex Comune. Varianti che l’allora Municipio aveva sottoposto al Consiglio di Stato nel 2016 per ovviare alle soluzioni pianificatorie che non erano state approvate nell’ambito dell’esame del nuovo PR. Un anno più tardi Claro si era unito in matrimonio con gli altri 12 Comuni dando vita alla nuova Bellinzona. E «in dote», tra i suoi molti tesori, aveva portato anche il Castello dei Magoria, risalente ai secoli XIV-XV. Per il nuovo bene culturale di importanza cantonale il Governo è inoltre intenzionato ad istituire un perimetro di rispetto. E ciò con l’obiettivo principale di «mantenere la preminenza visiva e volumetrica del complesso del castello, agendo specialmente sulle sistemazioni delle aree libere (giardini, percorsi, posteggi), sull’ubicazione e sulle volumetrie di eventuali nuovi edifici, come pure sulla strutturazione architettonica (aperture, tinteggiature) degli edifici esistenti nelle adiacenze immediate e lontane» scrive il Consiglio di Stato. All’interno del perimetro di rispetto le modifiche architettoniche, intese come nuove edificazioni, ristrutturazioni e riattazioni di edifici, dovranno «correttamente rapportarsi con gli aspetti spaziali e monumentali degli oggetti protetti, in particolare per quel che riguarda l’impostazione e la finitura degli spazi verdi (giardini, recinzioni) o destinati alla viabilità (posteggi, manufatti utilitari, pavimentazione di percorsi pedonali e stradali)». Per quando riguarda gli interventi architettonici sugli edifici esistenti, segnatamente ristrutturazioni e ampliamenti, o la costruzione di nuovi edifici l’autorità cantonale richiede lo studio accurato dei volumi, dei materiali e dei colori in rapporto al bene protetto. Nel caso di eventuali nuove costruzioni, puntualizza il Consiglio di Stato, è in ogni caso auspicabile l’utilizzo di un linguaggio architettonico di alta qualità, compatibile con la valorizzazione della presenza monumentale.
Ex Motel Riviera
La decisione sul Castello dei Magoria non è l’unica rilevante tra quelle riportate nel documento che il Consiglio di Stato ha approvato lo scorso 16 dicembre e che la Città pubblicherà dal 25 gennaio al 23 febbraio prossimi. Tra le tante, oltre alla sostanziale approvazione del piano del traffico, di cui il PR di Claro difettava, vi è anche quella relativa al terreno sul quale fino a qualche mese fa sorgeva il Motel Riviera, ormai raso al suolo dalle ruspe. Ebbene il Governo ha bocciato la proposta pianificatoria dell’ex Comune di Claro di inserirlo nella nuova “Zona speciale con destinazione a residenza protetta per anziani”. In virtù dei diritti acquisiti, sul terreno sarà ad ogni modo possibile costruire il complesso abitativo per persone della terza autosufficienti, come da licenza edilizia rilasciata già nel 2013 dall’allora Esecutivo clarese.
Centro diurno Madonna di Re
Il Consiglio di Stato dà poi luce verde alle norme pianificatorie che consentono alla Fondazione Madonna di Re di ristrutturare il proprio centro diurno con residenza protetta. Ristrutturazione per la quale nel mese di luglio dell’anno scorso il Municipio di Bellinzona ha rilasciato una licenza edilizia preliminare intesa a permettere la realizzazione urgente di alcune camere supplementari e di spazi per attività previste per i prossimi cinque anni. E ciò nell’attesa che la Fondazione verificasse la fattibilità del trasferimento dell’istituto a Pollegio. Ulteriori ampliamenti risultano però difficili visto che il Consiglio di Stato non ha approvato la proposta di estendere la Zona CP6 Centro diurno e residenza protetta verso est di circa 3.000 metri quadri, poiché ciò andrebbe a sottrarre una porzione importante di superfici agricole SAC che non può essere coperta da una compensazione reale. Bocciata anche la possibilità, introdotta dall’ex Municipio di Claro, di aumentare a 10.50 metri l’altezza massima degli edifici. Altezza massima che viene portata d’ufficio a 7.50 metri, corrispondente allo stato attuale delle costruzioni.