Tutti a casa il Venerdì santo? «L'economia ne soffrirebbe»

«Il Ticino è uno dei pochi Cantoni svizzeri a non considerare il Venerdì santo come giorno festivo». Inizia così l’iniziativa parlamentare dell’ex deputato leghista Fabio Badasci, depositata nel 2019, e che chiede di aggiungere un’ulteriore «festa» alle 15 già previste dal calendario dalla Legge sui giorni ufficiali del Cantone.
La proposta, che approderà settimana prossima in Gran Consiglio con due rapporti della commissione Costituzione e leggi, fonda le sue motivazioni sui «problemi di traffico sulle nostre strade» in un periodo – il lungo fine settimana di Pasqua – già gravato da lunghe code. Ingorghi che diventano quindi una «perdita di tempo» per chi, in quel giorno, deve spostarsi per lavoro. «Sarebbe quindi opportuno rendere questa Festa riconosciuta per legge e dare un reale contributo alla mobilità in Ticino».
Il vizio di forma
Nel rapporto di maggioranza della relatrice Roberta Passardi (PLR), contrario all’introduzione di un nuovo giorno festivo in Ticino, viene innanzitutto evidenziato un «vizio di forma» contenuto nell’iniziativa. Questo perché «non si specifica se il Venerdì santo vada inserito quale giorno festivo parificato alla domenica o meno, non prevedendo le necessarie modifiche alla legge cantonale di applicazione della legge federale sul lavoro».
Infatti, secondo la legge federale sono consentiti al massimo 9 giorni festivi parificati alla domenica. Tutti gli ulteriori giorni festivi devono essere trattati come giorni lavorativi, e sono quindi assoggettati a un’altra legge. «Si creerebbe un’incongruenza fra le due leggi», sottolinea il rapporto.
Siamo quasi da record
A mente della maggioranza della Commissione, ad ogni modo, il Ticino gode già di condizioni al di sopra della media svizzera in quanto a giorni festivi. Non vanno dunque superati i 15 giorni festivi ufficiali previsti (e ben distribuiti nel calendario ufficiale), «cosa che farebbe del Ticino il Cantone con il maggior numero di giorni festivi della Svizzera». Attualmente, solo Svitto ha gli stessi giorni festivi dei ticinesi, mentre la media della Confederazione è di 12 giorni festivi all’anno.
Un altro aspetto evidenziato nel rapporto (sostenuto, oltre che dal PLR, anche deputati di Lega, Centro e UDC) riguarda l’economia: secondo Federcommercio, l’istituzione di un giorno festivo il Venerdì santo potrebbe portare a una perdita non indifferente negli affari nel ramo del commercio al dettaglio in relazione al forte afflusso di turisti. Turisti che «troverebbero uno scenario di commerci chiusi». Una prospettiva condivisa anche da Stefano Modenini. Da noi raggiunto, il direttore dell’Associazione industrie ticinesi aggiunge che «se proprio si volesse aggiungere il Venerdì santo, allora bisognerebbe rinunciare a un altro giorno festivo infrasettimanale come forma di compensazione».
Pensare al riposo dei lavoratori
Il rapporto di minoranza (relatrice Giulia Petralli, Verdi) ritiene invece che l’iniziativa vada accolta, aggiungendo il venerdì Santo «alle festività attuali sotto forma di festivo non parificato», portando così a 16 il numero dei giorni festivi ufficiali nel Cantone. « Il vantaggio che ne trarrebbe la forza lavoro cantonale è minimo, ma pur importante: se da un lato è necessario garantire il mantenimento della produttività economica nei vari settori di attività cantonali, dall’altra è necessario, oggi più che mai, assicurare alla classe dei lavoratori periodi di riposo funzionali alla produttività stessa», chiosa il rapporto, sottolineando altresì i benefici in termini di minor traffico sulle strade.