«Tutti abbiamo sogni e progetti, ma decisivo è il borsellino»

«La vera sfida è trovare un giusto equilibrio tra la vocazione residenziale e una progettualità ponderata che sappia preparare il Comune al futuro: alla fine decisivo è quanto si ha nel borsellino». Rispondendo a una delle nostre domande, lo afferma Nicolò Parente, il 36.enne PPD che il 18 maggio ha conquistato in votazione la poltrona di sindaco di Lumino, soffiandola al PLR dopo mezzo secolo.
Nicolò Parente, lei oggi occupa la carica che i liberali detenevano dal 1972: sente che questo fatto possa aver lasciato qualche strascico in paese?
«Il cambio generazionale che il Municipio si apprestava a vivere e l’attenzione che la comunità di Lumino riserva alla gestione della cosa pubblica rendono l’idea di come la contesa sia stata vera. Questa fase è però archiviata. La popolazione lo sa bene ed infatti sta mettendo il suo nuovo Municipio – il più giovane di tutto il Cantone – nella condizione di fare squadra e di familiarizzarsi con i numerosi e complessi dossier».
La cittadinanza la cerca? Quali sono le preoccupazioni e le speranze principali che avverte tra la gente di Lumino?
«I contatti sono frequenti e costruttivi anche quando vengono segnalate situazioni da risolvere. Questo approccio per me, Cristina, Alessandro, Mario ed Enea è fondamentale e sono grato ai cittadini di Lumino. La popolazione desidera soprattutto poter continuare a vivere serenamente in un bel Comune, con autorità vicine al cittadino e in grado di gestire finanze, territorio, socialità, ambiente e tutti i servizi in modo positivo e propositivo».
Lumino si è configurato come paese a forte vocazione residenziale, e intanto il debito pubblico è aumentato per il settimo anno consecutivo: la preoccupa maggiormente la pressione edificatoria oppure le ristrettezze finanziarie?
«La vera sfida è trovare un giusto equilibrio tra la vocazione residenziale e una progettualità ponderata che sappia preparare il Comune al futuro. Tutti noi abbiamo sogni e progetti ma in definitiva, a fungere da spartiacque tra il fattibile e il rimandabile, è quanto si ha nel borsellino. Questa è la bussola che il nuovo Municipio ha iniziato a utilizzare per orientarsi sull’impegnativo e stimolante sentiero della legislatura 2021-2024».
Nel 2015 il suo Comune rifiutò di aggregarsi alla nuova Bellinzona. A Lumino non c’è spazio per alcun scenario di fusione?
«Riprendendo la metafora del sentiero è bene guardare avanti e concentrarsi sul cammino che la popolazione ha deciso di fare in solitaria. Un cammino che conta tuttavia su proficue collaborazioni come per l’Operatore sociale con Arbedo-Castione e per il nuovo Centro extrascolastico con la Fondazione Pro Infantia. Questo delle collaborazioni è dunque uno strumento interessante che il Municipio può utilizzare e ulteriormente sviluppare».
Professionalmente da due anni è braccio destro del consigliere di Stato Raffaele De Rosa: cosa le sta insegnando questa esperienza ai vertici delle istituzioni ticinesi?
«È un vero privilegio, colmo di responsabilità, quello che vivo dall’agosto 2019. Nel mio lavoro ho la fortuna di imparare molto. Un apprendimento che consiste nel mantenere sempre lucidità e calma anche nelle situazioni più difficili, nell’acquisire competenze sui temi cantonali, nel vivere il funzionamento dei tre livelli istituzionali della Svizzera e nel progettare con lo sguardo rivolto al domani e possibilmente al dopodomani».
Dopo una primavera impegnativa, come trascorre le vacanze estive?
«È un’estate all’insegna del lavoro sul fronte comunale e cantonale. Con il miglioramento della situazione pandemica ho comunque potuto riscoprire una delle mie grandi passioni, il calcio. In particolare viaggiare al seguito della nostra Nazionale, con gli amici di una vita. Esperienze che mi hanno permesso di ricaricare le batterie. Durante il mese di luglio ho fatto un giro con mia moglie alla scoperta della Bretagna, mentre nei fine settimana di agosto saliremo sulle nostre montagne».
