Tutti gli ingredienti del Parco, dal valore storico al turismo
Ne ha fatta di strada il Parco delle gole della Breggia. Incastonato nel Basso Mendrisiotto, con uno sviluppo naturale verso la Valle di Muggio, l’area verde, oltre a racchiudere – nel suo ambiente – un patrimonio storico e scientifico sta sempre più fungendo anche da luogo dove trascorrere le giornate a contatto con la natura. Lo sa bene anche il direttore del Parco, Andrea Stella, al timone da circa tre anni. Con lui, nella particolare sala del frantoio al mulino del Ghitello, è stato fatto il punto e, allo stesso tempo, sono state presentate le novità per gli anni a venire. Viste le forti precipitazioni avvenute durante l’estate, è stata fatta la conta dei danni che, fortunatamente, è stata piuttosto contenuta. «La Breggia, scorrendo all’interno del Parco, ha dato qualche preoccupazione – ha spiegato Stella – Nonostante si sia registrata una portata di piena molto importante, circa 140 metri cubi d’acqua al secondo nel momento di maggior apporto idrico, il Parco ha retto tutto sommato bene il colpo, con pochi e contenuti danni, principalmente caduta di alberi e qualche smottamento».
Per quel che concerne, invece, la valorizzazione del patrimonio naturalistico, «è stato ripristinato un prezioso biotopo ubicato lungo il vecchio sentiero che portava al piano della Scaglia, in zona Pianza». Biotopo fruibile al pubblico che si aggiunge agli altri 7 presenti all’interno del perimetro. Particolare attenzione è stata riservata anche alla rete escursionistica del comprensorio, 12 chilometri di sentieri. Grazie anche all’apporto di ditte forestali della regione, si è provveduto alla sistemazione di alcune tratte impervie con la posa di nuovi scalini, staccionate e manufatti.
Tutto a portata di mappa
Durante l’inverno e la primavera gli addetti ai lavori hanno inoltre aggiornato la cartellonistica presente agli accessi del Parco (nove in totale). Cartellonistica che «descrive brevemente l’area, detta le regole di comportamento e dà qualche stimolo fotografico». A ciò, fa presente il direttore, si aggiunge una «carta escursionistica (disponibile all’Info point, ndr), un pieghevole, che localizza i punti caratteristici del comprensorio e invita il frequentatore a una visita».
Fiume, spazio, tempo
E per il futuro? In fase di sviluppo c’è il progetto «Fiume Spazio Tempo» che mira alla valorizzazione in chiave educativa del Parco delle Gole della Breggia «quale luogo significativo per il valore geologico, storico, geografico e patrimoniale della comunità ticinese, nazionale e internazionale». L’obiettivo è quello di realizzare «un laboratorio a cielo aperto in cui si sovrapponogno storie e significati che hanno a che fare con lo spazio naturale, gli interventi antropici e gli edifici industriali». Il tutto producendo anche una documentazione innovativa che saprà utilizzare molteplici formati e linguaggi. E, perché no, potrà contare anche sulla donazione dell’archivio fotografico di Fabio Gianola, il quale ha coperto 18 anni di storia del Parco, dal 2006 ad oggi, con circa 24.000 istantanee.