Sirene

Tutto ciò che c’è da sapere sul test più svizzero di tutti

È in programma mercoledì dalle 13.30 la verifica annuale del sistema d’allarme - Gli impianti esistenti in Ticino sono 413 e suoneranno quasi all’unisono - Ecco come funziona l’esame
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Federico Storni
05.02.2020 08:51

La prova sirene è una delle cose più svizzere che ci sia. Cascasse il mondo (e anche in questo caso il sistema d’allarme ci allerterebbe), ogni primo mercoledì di febbraio le sirene suoneranno. È la prova generale, per assicurarsi che il sistema funzioni in caso di catastrofi. E salvo rare eccezioni, è così: il 98% circa degli impianti funziona.

Dato l’approssimarsi della fatidica data, abbiamo voluto capire come funzioni la prova, alla cui buona riuscita si adoperano migliaia di persone in tutta la Svizzera. Lo abbiamo fatto prendendo come esempio la regione Lugano campagna, una delle sei in cui è diviso il Ticino per quanto riguarda la protezione della popolazione.

Uno per 100 abitanti

Benché la Confederazione non sia l’unica nazione a dotarsi di questo sistema d’allarme - una ventina di paesi, soprattutto in Europa, ha implementato qualcosa di simile -, la Svizzera ha la ratio sirene/abitanti fra le più alte al mondo: «Dove ci sono almeno cento persone si deve disporre di un sistema d’allarme», ci spiega Giuseppe Prezzemoli, della Sezione militare e protezione della popolazione, il quale si occupa a livello cantonale delle sirene. Il sistema d’allarme è stato ideato nel 1938 e l’ultima grande modifica risale agli anni ’10, quando tutte le sirene sono state sostituite: prima andavano via telefono, ora vanno via etere. «In Ticino è stato un lavoro enorme - ricorda Prezzemoli, - anche perché ne abbiamo montate un centinaio nuove: ora sono 413». In Svizzera se ne contano circa 5.000.

La scelta di rinnovare le sirene piuttosto che dismetterle è stata molto dibattuta, perché il sistema e il suo mantenimento non sono proprio a buon mercato. Ma ora (visti anche gli investimenti) non sono più in discussione. Le sostituzioni, terminate circa cinque anni fa, hanno reso il sistema più sicuro grazie in particolare all’inserimento di diverse ridondanze affinché, se qualcosa dovesse andare storto, ci sia un’alternativa. Questo riguarda non solo le sirene in sé, ma anche il loro posizionamento: «Sono montate per quanto possibile su stabili pubblici - dice Prezzemoli - e noi siamo tra i pochi cantoni in cui possono essere attivate sia dall’interno dell’edificio che dall’esterno». Ma qualche buontempone potrebbe quindi farle suonare per divertimento? «Un’attivazione goliardica non avrebbe effetto, perché gli accessi esterni funzionano solo con una chiave apposita. Provare a staccare i fili non causerebbe altro che un cortocircuito. In un solo caso abbiamo trovato un accesso forzato, qualche anno fa in una scuola di Mendrisio. Ma forse si era trattato di una pallonata».

Le chiavi e gli incaricati

Chi è in possesso delle chiavi? Ce lo spiega il comandante della Protezione civile regione Lugano campagna (PCi-LC) Claudio Hess: «Come PCi siamo incaricati dal Cantone di verificare il funzionamento delle nostre 68 sirene. Ogni comune della nostra regione ha tanti incaricati quante sono le sirene sul suo territorio. A Capriasca, ad esempio sono nove». Sono insomma queste persone ad avere le chiavi e, in caso di catastrofe, ad attivare l’allarme. O meglio, potrebbero essere loro, perché anche in questo caso c’è una ridondanza, che emerge nell’illustrare come funziona il test.

«Il Cantone stabilisce come verrà svolta la prova, noi istruiamo i nostri Comuni- spiega Hess. - Vi sono due allarmi: alle 13.30 quello generale, alle 14 l’allarme acqua (che riguarda solo il Sopraceneri). Alle 13.30 le sirene suonano tutte assieme una prima volta: ad attivarle in remoto è la polizia. Quest’anno sarà la CECAL, ma se ne può occupare anche la comunale di Lugano. Dopo 5 minuti c’è una ripetizione automatica. Poi alle 13.45 c’è l’attivazione delle singole sirene da parte degli addetti comunali, ripetuta alle 13.55. È per questo che non suonano coordinatissime. Terminato il test i Comuni ci dicono cosa ha funzionato e cosa no, e noi giriamo i dati al Cantone, che a sua volta li dà alla Confederazione». Quanto detto finora vale per tutte le PCi. Lugano campagna poi ci mette del suo: «Abbiamo due pattuglie pronte a intervenire se qualcosa non va per provare a risolverlo al volo. E ci premuriamo, ad esempio per le sirene poste vicino alle strade, di essere presenti per evitare che qualcuno si possa spaventare». Telefonate allarmate, comunque non ne arrivano. L’informazione che si tratta di un test passa: «Al limite qualcuno chiama incuriosito per sapere come funziona il sistema», conclude Hess.

Le altre quindici

«Se una sirena non funziona - dice Prezzemoli - la facciamo riparare in un paio di settimane». Come visto è un evento raro. Anche perché di prove sirene in Ticino se ne fanno 16 ogni anno. Quindici senza altoparlanti (quindi mute), una con: quella di mercoledì. E le sirene comunicano comunque costantemente con il sistema per segnalare problemi. Ci si può quindi chiedere a cosa serva il test annuale di febbraio. Una risposta la si è avuta due anni fa: il sistema è collassato in tutta Svizzera e le sirene non hanno suonato. Non il massimo, in caso di catastrofe.

Se il segnale «allarme generale» suona in un momento diverso da quello previsto per la prova delle sirene, significa che la popolazione potrebbe trovarsi in pericolo. In questo caso i cittadini devono ascoltare la radio o informarsi tramite i canali Alertswiss, seguire le istruzioni diramate dalle autorità e informare i vicini. È successo l’ultima volta a Basilea la scorsa estate. Ma era un test muto andato storto (sono partiti gli altoparlanti).