Locarno

Un anello d’acqua che collega focolari domestici e ambiente

Allo studio una rete circolare che permetta di scaldare e raffreddare le case di Città Vecchia sfruttando la falda – Negli edifici e nelle abitazioni basterebbe poi installare una pompa di calore – Il Municipio sonda l’interesse degli abitanti
Un nuovo vettore energetico potrebbe presto servire le vie della Città Vecchia di Locarno. © CdT/Chiara Zocchetti
Luca Pelloni
10.06.2021 15:27

Riscaldare le nostre case – e a seguito dei cambiamenti climatici in atto anche raffreddarle durante l’estate – è un tema che interessa tutti. Ma oggi, in questo contesto, è ormai impellente effettuare delle scelte sostenibili alfine di salvaguardare il più possibile l’ambiente. Ma queste scelte, concretamente, devono essere sostenibili anche livello economico. Oltre che facilmente accessibili.
In questo contesto il Comune di Locarno, Città dell’energia dal 2012, sta dunque valutando la costruzione di una rete di distribuzione di acqua di falda in Città Vecchia. «Da un primo studio di fattibilità eseguito sono infatti emersi potenziali estremamente interessanti che permetterebbero di generare una rete di distribuzione tramite una condotta da posare sotto il campo stradale, a cui ci si potrà allacciare e in seguito, tramite una pompa di calore, generare il calore o il raffreddamento necessario agli edifici e alle abitazioni», si spiega in una nota.

Il progetto prevede di raccogliere acqua di falda dalla piazza Grande a una temperatura di circa 15-17 gradi centigradi e generare un anello di distribuzione che da via Marcacci segua via Borghese per poi scendere lungo via Corporazioni e tramite via Cittadella ritornare in piazza Grande, sempre passando da via Marcacci. L’acqua utilizzata verrebbe poi restituita all’ambiente attraverso un canale che la convoglierebbe nel lago.

Apparecchiature efficienti
«Il progetto è nato osservando quanto sta avvenendo nei comuni attorno alla Città. Ascona, ad esempio, sta elaborando una soluzione simile per un suo piccolo nucleo», spiega al CdT Luigi Conforto, responsabile dell’Ufficio energia cittadino. «I pregi di questa soluzione sono molteplici. In primis implica un investimento meno oneroso rispetto alla classica rete di teleriscaldamento, perché le condutture da interrare non necessitano una marcata isolazione».
Nelle abitazioni, poi, sarebbe necessario installare pompe acqua-acqua, che dovrebbero ‘occuparsi’ di fornire solo la differenza di calore necessaria rispetto alla temperatura delle falda. Dunque per passare da 15-17 gradi a circa 35. Apparecchiature assai silenziose quanto efficienti, insomma, anche non dovendo scaldare l’acqua da temperature attorno allo zero, implicherebbero anche un consumo di energia elettrica ridotto. «Non va poi dimentica che l’acqua di falda è sostanzialmente disponibile gratuitamente e che, dopo aver sfruttato il suo potenziale, la si restituirebbe semplicemente all’ambiente», aggiunge ancora il responsabile dell’Ufficio energia.

Un quartiere interessante
Per proseguire nel progetto tenendo conto dell’impiego della rete per le abitazioni, il Municipio ha ritenuto utile sondare già in questa fase il possibile interesse dei proprietari. Nei prossimi giorni verrà quindi trasmessa una lettera con un formulario a tutti i proprietari potenzialmente interessati, con preghiera di risposta entro il 25 giugno. Oltre all’indicazione dell’interessamento o meno circa una futura rete di distribuzione di acqua di falda, il questionario (che non comporta alcun impegno formale) interroga in merito alle informazioni principali relative agli impianti di produzione calore presenti nelle proprietà. Qualora questi dati non dovessero essere noti da parte dei proprietari, l’Ufficio Energia rimane ovviamente disponibile per ragguagli. «Per iniziare abbiamo stabilito l’anello di distribuzione appena citato, partendo dalla Città Vecchia, ovvero un quartiere in cui l’olio combustibile e l’elettricità sono i vettori che vanno per la maggiore», aggiunge ancora Luigi Conforto. «Ma anche eventuali proprietari, che non rientrassero al momento nell’area potenzialmente coperta, pur non avendo ricevuto la lettera possono rivolgersi a noi per informazioni».
Il nostro interlocutore rimarca infine come la Città voglia stimolare la transizione verso vettori energetici sostenibili, ponendosi come capofila. Nell’anello previsto, infatti, rientrerebbero edifici di proprietà comunale come Palazzo Marcacci o Palazzo Morettini. «Abbiamo già ricevuto diverse attestazioni di interesse», conclude Conforto. «Siano fiduciosi di poter compiere ulteriori passi entro la fine del 2021». La Città, verosimilmente, potrà eventualmente spingersi fino alla progettazione di massima. Quella di dettaglio e l’esecuzione potrebbero invece essere appannaggio di privati esperti del settore.