Un attraente polmone verde a due passi dall’asfalto

Il difficile periodo di pandemia ha fatto riscoprire a molti talune bellezze non lontane da noi. Così è stato per il Parco delle gole della Breggia, un’area naturale protetta d’importanza nazionale di 150 ettari nei comuni di Balerna, Castel San Pietro, Morbio Inferiore e Breggia. Un vero polmone verde a due passi dal trafficato Basso Mendrisiotto. Per far sì che questa area di svago possa proporsi al meglio come tale, nel pieno rispetto della natura, occorre però un direttore a tempo pieno. La funzione sarà così esercitata dal 1. settembre da Andrea Stella che subentra al dimissionario Marco Torriani che per 5 anni si è prodigato, con successo, a tempo parziale. Come ha spiegato ieri il presidente della Fondazione Parco delle gole della Breggia Fabio Bianchi – affiancato dal membro Luigi Rigamonti e dal presidente storico Peter Flückiger – Stella è stato scelto fra una rosa di 18 validi candidati. «Cercherò di proteggere al meglio il parco, valorizzando la natura e gestendo in modo sostenibile le aree di svago e di rigenerazione» ha affermato il neodirettore, 42 anni, geologo diplomato al Politecnico di Zurigo e domiciliato a Novazzano.
Manutenzione e progetti
«Uno dei suoi compiti sarà quello di coniugare l’elevata frequentazione di visitatori e la conservazione degli elementi naturalistici» ha detto Bianchi. Da una parte occorrerà procedere ai periodici lavori di manutenzione ai sentieri didattici, al Percorso del cemento e agli edifici che interessano il Mulino del Ghitello, dall’altra ci si dovrà impegnare in diversi progetti in cantiere. Bianchi ha parlato ad esempio della collaborazione con il Parco della valle della Motta, della valorizzazione dei ruderi del castello di Castel San Pietro (ci sono studi preliminari ma occorrerà un cambio di marcia nei prossimi anni) e della realizzazione di un collegamento pedestre dal Parco verso i sentieri della Valle di Muggio. «Il Parco in un distretto “soffocato” rimane un polmone indispensabile per lo svago vicino ai centri abitati» ha aggiunto Bianchi.
Il Mulino del Ghitello
Ma uno degli elementi caratterizzanti il Parco rimane il Mulino del Ghitello. Rigamonti ha illustrato i recenti lavori di rinnovo. Oggi dispone di una nuova sala a disposizione per eventi, quella del loggiato, che va ad aggiungersi alla sala del frantoio e alla torre dei forni. Questi spazi sono, peraltro, molto richiesti per eventi di vario genere.
Nella struttura trova posto anche la Casa del vino di TicinoWine, che ha dato una grossa mano verso la stabilità dal punto di vista finanziario, e lo studio d’architettura di Luca Conti che si è occupato del restyling del mulino.
Intanto, dopo il sito web del Parco, sono pronti anche altri due strumenti di comunicazione facenti parte della strategia più incisiva avviata in questi anni: la nuova brochure e la rivisitazione del logo.
La piaga dei rifiuti
«Sono rimasto allibito. Ogni settimana raccogliamo dai 15 ai 20 sacchi di 110 litri con rifiuti abbandonati senza ritegno dai visitatori in diverso zone del Parco»: la denuncia è di Peter Flückiger che ha molto a cuore il futuro del Parco. «Ripulire ci porta via tempo e forze. I visitatori dovrebbero portarsi via i loro scarti». Intanto si agisce con campagne sensibilizzatrici e con la posa di contenitori per la raccolta separata.