Mendrisio

Un coro di dissenso s’alza compatto e mira ai vertici di FFS Cargo

Il comitato contrario alla riorganizzazione annunciata del settore merci di FFS lancia un appello
©CdT/Chiara Zocchetti
Lidia Travaini
17.07.2025 15:05

Un urlo si alza dalla stazione di Mendrisio. Un urlo corale, combattivo e preoccupato. È quello del neo costituito Comitato contro lo smantellamento di FFS Cargo in Ticino, che ha scelto proprio la stazione del capoluogo per lanciare a gran voce un appello. Ha scelto Mendrisio perché il Mendrisiotto è probabilmente la regione che subirà maggiormente le conseguenze delle scelte messe in atto dalla direzione di FFS Cargo, «in termini di occupazione, di ambiente e qualità di vita», ha sottolineato Françoise Gehring.

Del progetto osteggiato dai promotori di questa iniziativa nelle ultime settimane si è parlato parecchio. Contro le intenzioni di FFS Cargo hanno preso posizione anche svariati Comuni del Mendrisiotto. Si tratta, riassumiamo, di una riorganizzazione che implica tagli al personale (40 in Ticino) e alla rete del trasporto combinato interno al Paese, e la chiusura dei piazzali di carico di Cadenazzo e di Lugano-Vedeggio. Una riorganizzazione che agli occhi del Comitato suona più come uno «smantellamento» – ha fatto notare Thomas Giedemann –. «Meno posti di lavoro e infrastrutture, più camion su strada: un attacco alla collettività, al territorio, al futuro della mobilità sostenibile e all’ambiente in cui viviamo», si legge nell’appello in cui si invita «chiunque» ad unirsi al coro di dissenso.

«Più camion sulle strade»

Un coro che è già ben nutrito, di cui fanno già parte rappresentanti del mondo sindacale, organizzazioni di categoria, partiti, associazioni ambientali, politici e tanti cittadini. «Uno schieramento ampio, compatto contro una situazione estremamente grave, per i posti di lavoro e per l’ambiente», ha sottolineato Matteo Pronzini. «L’appello parte dal Mendrisiotto per un motivo ben preciso – gli ha fatto eco Nara Valsangiacomo –, siamo confrontati alla tendenza preoccupante che vede il numero di camion sulle nostre strade riprendere ad aumentare dopo anni, la chiusura dei terminal e la sospensione dell’autostrada viaggiante porteranno ulteriori 100.000 camion all’anno sulle nostre strade, nonostante i fondi stanziati dal Parlamento».

Per il Comitato la riorganizzazione di FFS Cargo non è altro che un taglio netto di servizi. L’obiettivo è quindi fermare lo smantellamento. I mezzi per raggiungerlo: il Comitato, l’appello e una manifestazione in arrivo (ve ne parleremo tra poco). «Stiamo vivendo un attacco ormai generalizzato al servizio pubblico. Questo vento deve essere parte della nostra manifestazione, insieme ai posti di lavoro e all’aspetto ambientale», ha invece fatto notare Maurizio Canetta.

Organizzare la resistenza

La decisione presa non è inevitabile, sottolinea il Comitato, occorre organizzare la «resistenza» per cambiare rotta. Nel dettaglio: trasformare il trasporto merci su ferrovia in un servizio pubblico, difendere ogni posto di lavoro, sospendere le misure in atto, adeguare la tassa sul traffico pesante, garantire l’investimento pubblico nella logistica ferroviaria, revocare la decisione di abbandono dei terminal di Lugano-Vedeggio e Cadenazzo e dell’autostrada viaggiante.

L’organizzazione della «resistenza» passerà da una manifestazione in programma a Mendrisio il 29 agosto alle 18. L’invito è a riservare la data.