Ferrovia

Un grosso ostacolo sulla linea della Valmorea

Se in Italia è appoggiato da Comuni e Regione Lombardia, il progetto per la riattivazione del tratto transfrontaliero non sarà però sostenuto dal Cantone che non vede del potenziale per il trasporto dei lavoratori pendolari - Il Governo riconosce solo una vocazione turistica e preferisce puntare su altri disegni
Lidia Travaini
10.07.2021 06:00

«Il tracciato della vecchia linea ferroviaria della Valmorea non ha un potenziale d’utenza tale da giustificare una riattivazione per il servizio passeggeri regolare». Quelle del Consiglio di Stato contenute nella recente risposta a un’interrogazione dei Verdi sono parole che non lasciano spazio alle interpretazioni. Il Cantone non ha intenzione di sostenere la riattivazione della linea ferroviaria transfrontaliera tra Mendrisio e Castellanza. E questo perché il tracciato è «troppo periferico rispetto agli insediamenti per fungere da servizio capillare e troppo isolato dal resto della rete ferroviaria, rispettivamente senza un capolinea importante a sud per servire da asse di transito». Tradotta in parole semplici, la motivazione del Governo è che la linea ha poco potenziale per il trasporto dei pendolari: per incentivare l’utilizzo dei mezzi pubblici da parte di chi varca il confine ogni giorno per lavoro altri progetti sono più interessanti (ci torneremo in seguito, però il Consiglio di Stato in questa risposta fornisce una sorta di elenco).

Il discorso è tuttavia diverso per quanto concerne la vocazione turistica della linea della Valmorea, ammette il Governo. Lì il potenziale ci sarebbe.

L’appello da oltre confine

Il tema della possibile riattivazione della linea era tornato d’attualità nei mesi scorsi. Oltre confine quella di far riprendere a circolare i treni lungo quei binari che si estendono per circa 36 chilometri è infatti più di un’idea. Un progetto di massima è già stato elaborato ed è sostenuto dai sindaci di quasi tutti i Comuni toccati dalla linea (una ventina). Ciò che manca ancora - ci aveva spiegato il sindaco di Cairate Paolo Mazzucchelli - è un partner da questo lato del confine. Per questo Mazzucchelli proprio dalle colonne di questo giornale aveva lanciato un appello alle autorità svizzere: «Fatichiamo a trovare degli interlocutori in Svizzera» aveva ammesso. Un appello che avevano subito accolto alcuni rappresentanti dei Verdi, i quali avevano prontamente chiesto al Governo ticinese se intendesse sostenere il disegno.

La risposta del Consiglio di Stato (CdS) è però molto chiara. Alla domanda «Il CdS intende dare seguito all’appello dei Comuni della fascia di frontiera e della Regione Lombardia e intavolare delle discussioni sul progetto di ripristino funzionale della ferrovia della Valmorea?» il Governo risponde con una sola parola: «No». La risposta negativa è motivata dal fatto che il CdS vede nella linea un potenziale soltanto turistico: «Il Cantone non si occupa del servizio turistico della tratta della Valmorea». Per questi motivi il Governo non intende nemmeno promuovere una tavola rotonda sul tema.

Gli accordi sottoscritti

Come anticipato, i progetti su cui il Cantone intende puntare per ottimizzare la mobilità transfrontaliera e sostenibile sono altri. Molti sono messi nero su bianco in un documento sottoscritto il 29 aprile 2020 da Regione Lombardia e Cantone (che si chiama Intesa concernente lo sviluppo della mobilità transfrontaliera tra il territorio ticinese e quello lombardo). «Tale documento tratta nel dettaglio la pianificazione dell’offerta ferroviaria transfrontaliera, lo sviluppo dell’offerta di trasporto pubblico su gomma transfrontaliero, la tariffa transfrontaliera dei trasporti pubblici, la mobilità transfrontaliera attraverso i valichi stradali, l’intermodalità e infine i percorsi ciclopedonali transfrontalieri».

Per ridurre le auto

Ma non è tutto. Il Governo cita anche altri progetti puntuali portati avanti con Regione Lombardia «per promuovere il passaggio alla mobilità sostenibile della domanda transfrontaliera»: quello che prevede interventi infrastrutturali sulla linea Como-Molteno-Lecco «per la quale Regione Lombardia si impegna a svolgere i passi necessari per la sua elettrificazione»; quello per lo sviluppo del trasporto pubblico transfrontaliero su gomma e quello per il potenziamento dei park and ride presso le stazioni ferroviarie italiane e di conseguenza del car pooling. Tutte azioni che dovrebbero «favorire un uso più razionale dell’automobile per gli spostamenti pendolari dei frontalieri».