Ambiente e territorio

Un lago di microplastiche

In base ai rilevamenti del 2020 del Dipartimento del territorio, il grado di contaminazione nel Ceresio è doppio rispetto alla media svizzera – Nel bacino nord pesa particolarmente il littering urbano, nel bacino sud i rilasci di acque reflue
©CdT/Gabriele Putzu
Nico Nonella
24.01.2023 19:15

Nuotiamo in un lago di microplastiche. D’altronde il monitoraggio 2020 del Ceresio, promosso dal Dipartimento del territorio e condotto dall’Istituto scienze della terra della SUPSI non lascia spazio a interpretazioni: i valori rilevati – citiamo testualmente – «confermano l’elevato grado di contaminazione da microplastiche del Lago di Lugano.

In cifre, parliamo di un grado di contiminazione doppio rispetto alla media di altri laghi svizzeri e quasi sei volte superiore alla mediana globale, dove si sono documentate concentrazioni variabili tra lo 0,001 e lo 0,5 micro particelle per metro quadrato). La densità riscontrata nel lago è elevata anche rispetto ai valori osservati in laghi fortemente urbanizzati». Più in dettaglio, le microplastiche (le cui dimensioni sono inferiori ai 5 millimetri, ndr) hanno presentato concentrazioni elevate in entrambi i bacini del Ceresio, simili a quelle rilevate dall’indagine pilota effettuata dal Dipartimento del Territorio nel 2018 (0,21 microparticelle al metro quadrato nel 2018 e 0,27nel 2020).

Rifiuti e acque reflue

La contaminazione – si legge nello studio – è risultata diversa tra i due bacini. «Da un lato, il bacino sud ha mostrato concentrazioni di microplastiche relativamente costanti, senza variabilità temporale significativa. Al contrario, la concentrazione nel bacino nord, pur presentando valori medi analoghi a quelli del bacino sud, si è dimostrata più variabile nel tempo. In questo bacino, i valori di densità sono variati tra relativamente bassi (per esempio a maggio 2018) o molto elevati (a febbraio 2020), indicando una probabile episodicità nelle fonti di inquinamento. Bacino nord e sud si distinguono anche per la composizione delle microplastiche dominanti. Mentre nel bacino nord la composizione delle microplastiche è dominata dai frammenti (superiore al 70%), nel bacino sud frammenti e filamenti sono ugualmente abbondanti. Questi risultati suggeriscono che le microplastiche presenti nei due bacini del lago provengono da fonti diverse, quali il littering urbano nel bacino nord, e i possibili rilasci di acque reflue, spesso cariche di fibre tessili, lungo la loro filiera (dal collettamento alla depurazione) nel bacino sud».

I prossimi passi

E il Cantone, come intende reagire? Innanzitutto, rende noto il DT, nel corso del 2023 è prevista la redazione di un rapporto complessivo che possa riassumere le conoscenze acquisite, includendo anche i risultati ottenuti sino ad ora con le attività svolte della Commissione internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere (CIPAIS).

Parallelamente sono in fase di approfondimento e sviluppo, sia a livello federale sia cantonale, le opzioni più adeguate per la prevenzione, la valorizzazione e lo smaltimento delle materie plastiche. Ad esempio, in questo ambito, la recente modifica del Regolamento di applicazione dell’ordinanza sulla prevenzione e lo smaltimento dei rifiuti sfavorisce di fatto l’utilizzo di stoviglie monouso nell’ambito di manifestazioni ed eventi pubblici.

Anche nel terreno

Un secondo studio, coordinato dalla Sezione della protezione dell’aria dell’acqua e del suolo (SPAAS) del DT con misurazioni eseguite nel 2021 dall’Istituto Microbiologia della SUPSI, ha determinato per la prima volta in Svizzera la presenza di plastiche e microplastiche in diverse tipologie di suoli (parchi urbani, campicoltura e orticoltura). Le analisi hanno evidenziato la presenza di microplastiche in tutti i campioni, con concentrazioni variabili tra le 20 e le 70 MP/kg nell’intervallo dimensionale tra 1 e 5 mm, in linea con quanto riportato in studi precedenti condotti in altre nazioni.

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