Un matrimonio andato in cocci ancor prima di essere celebrato

Era nell’aria e oggi è giunta l’ufficialità: il matrimonio tra la Città di Locarno e Lavertezzo è andato in frantumi ancora prima di essere celebrato. O, a dipendenza dei punti di vista, il fidanzamento tra i due enti locali è giunto al capolinea. A decretare la fine del progetto aggregativo che era stato avviato ufficialmente ad inizio gennaio 2024 è il Consiglio di Stato, considerato che «tutt’oggi la procedura non ha conosciuto concreti passi operativi» e che «il Municipio di Lavertezzo ha formulato preavviso favorevole alla chiusura della procedura aggregativa con Locarno». Il Municipio cittadino, dal canto suo, «pur ribadendo la propria adesione all’aggregazione in oggetto che coinvolge un importante territorio del proprio Comune, ha comunicato di rimettersi alla decisione di Lavertezzo».
Declino annunciato
Che il progetto aggregativo, ora annullato dal Governo cantonale che per la prima volta analogamente al caso di Morcote e Vico Morcote (vedi pagina 13) ha applicato la modifica della Legge sulle aggregazioni e separazioni dei Comuni, fosse su un binario morto era ormai fatto notorio. In effetti l’istanza aggregativa era stata depositata dai due Esecutivi comunali in carica nella scorsa legislatura: se quello cittadino, anche dopo l’ampio rinnovo dei suoi ranghi avvenuto nell’aprile 2024, ha sempre creduto nel progetto, quello di Lavertezzo, anch’esso ampiamente rinnovato, si è sin da subito mostrato a maggioranza fortemente contrario all’unione con Locarno. Non a caso, una delle prime dichiarazioni del neo sindaco Andrea Berri era stata che la nuova maggioranza creatasi alla guida del Comune ribaltava le prospettive al riguardo dell’aggregazione con la Città. Berri che ora si dice soddisfatto per la decisione del Consiglio di Stato. «Ora la strada è spianata per l’unione con Gordola alla quale si sta lavorando già da tempo e che dopo il rinnovo dei poteri comunali dell’aprile 2024 ha conosciuto una decisa accelerazione», dichiara al CdT il sindaco di Lavertezzo. «L’obiettivo che ci si è posti con i vicini di Gordola è di riuscire ad indire la votazione consultiva entro la fine della corrente legislatura», spiega ancora Berri. Legislatura che, nel caso la popolazione dovesse dare il suo beneplacito all’aggregazione, si protrarrebbe di un ulteriore anno così da giungere alla nascita del nuovo Comune nel 2029. «Se durante la passata legislatura mi avessero ascoltato, non saremmo dovuti arrivare a questo punto», aggiunge Berri. «Bastava informare la popolazione in anticipo e si sarebbe guadagnato un anno e mezzo per il progetto con Gordola. Invece si è voluto procedere senza l’adeguata informazione». Per coinvolgere la popolazione, l’attuale Municipio di Lavertezzo, insieme a quello di Gordola, ha messo a disposizione dei cittadini un indirizzo di posta elettronica [email protected] (rispettivamente [email protected]) al quale chiunque può scrivere per appoggiare o criticare l’iniziativa.
Istanza nel corso dell’estate
«Aspettavamo la decisione del Consiglio di Stato ed ora siamo pronti ad inoltrare l’istanza aggregativa con Lavertezzo», ribadisce il sindaco di Gordola Damiano Vignuta. L’intenzione è di spedirla a Bellinzona entro breve, già nel corso di quest’estate. «Si tratta solo di coordinarci con i colleghi di Lavertezzo, visto e considerato che l’apposito gruppo di lavoro ha svolto tutti gli approfondimenti per compiere questo primo passo verso l’aggregazione tra i due Comuni», precisa ancora Vignuta.
Qualità di vita sotto i riflettori
Se Lavertezzo e Gordola procedono spedite verso la costituzione del nuovo Comune che, se tutto procederà come auspicato dai due Municipi, nascerà sulle ceneri del progetto a più ampio respiro denominato «Piano» che non ha trovato il consenso degli altri enti locali coinvolti, altrettanto veloci procedono i lavori sul fronte dello scenario «Urbano». Gli Esecutivi di Locarno, Losone, Brione sopra Minusio, Orselina, Minusio e Tenero-Contra d’intesa con la Sezione degli enti locali del Dipartimento delle Istituzioni sono impegnati nei lavori preparatori del laboratorio che si svolgerà ad inizio 2026. «Obiettivo del laboratorio - spiega al CdT Marzio Della Santa, capo della Sezione degli enti locali - è quello di identificare le potenzialità di sviluppo del territorio gestito da un’unica entità amministrativa». In vista di questo appuntamento cui prenderanno parte autorità politiche e rappresentanti della società civile, «nel mese di settembre è previsto l’avvio di un sondaggio tra la popolazione per comprendere quale sia il livello di benessere percepito e per raccogliere spunti relativi agli aspetti della qualità di vita ritenuti importanti da chi vive in quel territorio».