Pandemia

Un mega party (vietato) a Milano

Potrebbe essere indagato per epidemia colposa il dj milanese di 48 anni che ha organizzato una festa in una cascina alla periferia sud della città con 63 persone
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Ats
07.12.2020 19:08

Voleva dimostrare che «è possibile organizzare una festa in tutta sicurezza», ora rischia seri guai con la giustizia. Potrebbe essere indagato per epidemia colposa il dj milanese di 48 anni che ha organizzato un maxi-party con musica, sballo e servizio di tamponi rapidi per gli ospiti, in una cascina alla periferia sud di Milano.

A sorprendere ieri mattina lui e i suoi giovani invitati, in tutto 63 persone in gran parte ventenni o poco più grandi, sono stati, in seguito ad una segnalazione alla Centrale Operativa, le volanti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura e del commissariato Scalo Romana.

Quando gli agenti sono arrivati gli invitati, che per dribblare i controlli stavano cercando di lasciare l’edificio alla spicciolata ancora sotto l’effetto di alcol e droga, sono stati bloccati e identificati. Verranno sanzionati per aver violato le norme anti COVID.

Durante il blitz all’interno della cascina, oltre a una postazione dj, composta da consolle e impianto per diffondere la musica, e un angolo bar per la somministrazione di alcolici, sono state trovate diverse dosi di stupefacenti: 14 pastiglie di ecstasy, alcuni grammi di cocaina, di crack, di marijuana e di metanfetamina.

L’uomo che ha organizzato l’evento, ai poliziotti ha detto che quella era una festa «privata» e di essersi attenuto alle regole. Tanto che dal sabato pomeriggio all’ingresso gli invitati sono stati sottoposti ai tamponi per accertare se fossero o meno positivi al coronavirus. Compito questo che il 48.enne ha affidato a una amica, a sua volta aiutata da altre due persone. Sono stati infatti rinvenuti 75 test rapidi COVID, che saranno esaminati, oltre a mascherine chirurgiche e FFP2, igienizzante, guanti e altro materiale.

Al vaglio di inquirenti e investigatori non solo la posizione dell’organizzatore della festa ma delle persone che hanno effettuato i test per capire se avessero i requisiti necessari.

Quella di Milano non è l’unica festa organizzata nonostante le norme che impongono il distanziamento e impediscono assembramenti. Sabato pomeriggio a Sassari, in Sardegna, la polizia ha interrotto i festeggiamenti per un matrimonio all’interno di un circolo privato, invitando a lasciare il locale un centinaio di stranieri senza mascherina o altri dispositivi di protezione individuale, in barba a qualsiasi prescrizione governativa, regionale e comunale.

Da quando sono in circolazione i test rapidi, riferiscono le forze dell’ordine, sono del resto molte le riunioni familiari organizzate di nascosto; si aggiungono a quelle dei giorni scorsi di 34 studenti universitari in Italia per l’Erasmus in una palazzina a Roma, per citarne altre ancora, e alla festa data da una ragazza di Legnano, nel milanese, con musica a tutto volume.

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