Un milione di motivi per sostenere il Parco Gole delle Breggia

Il Parco naturale delle Gole della Breggia «rappresenta un elemento di indubbio e riconosciuto valore nel patrimonio territoriale del Cantone e del Basso Mendrisiotto come pure nell’offerta turistica». Con queste parole, nelle scorse settimane, il Consiglio di Stato ha comunicato d’aver licenziato un messaggio nel quale chiede un credito quadro d’investimenti di 1 milione e 250.000 franchi e un credito di gestione di poco oltre mezzo milione a favore, appunto, del parco (per il periodo 2025-2028). Un chiaro attestato di stima, verrebbe da dire. «Assolutamente sì» ci risponde il direttore del parco Andrea Stella. Un sì convinto che premia anche «chi mi ha preceduto negli anni, le opere di volontariato. E il lavoro si vede» commenta non nascondendo un pizzico d’orgoglio.
Lo sguardo, ora, è però già rivolto al futuro e quanto va ancora realizzato. D’altronde il Parco delle Gole della Breggia – incastonato tra Balerna, Morbio Inferiore, Castel San Pietro e la Valle di Muggio – riscuote apprezzamenti su più fronti. E, sempre su più fronti, è l’offerta. «Sottolineerei innanzitutto che si tratta di un’oasi naturale e protetta la quale funge pure da parco di prossimità». Il tutto, inserendosi in un fondo valle fortemente urbanizzato. «Dalla gente che frequenta il Parco – ci confida Stella – capiamo che ci sia una forte esigenza, soprattutto da chi è del posto, di immergersi in un’area verde». Inoltre, come sottolineato dal Consiglio di Stato, il Parco è sempre molto sfruttato da gruppi e scuole per attività didattiche e il numero di visitatori è cospicuo e costante. Esecutivo cantonale che, allo stesso tempo, riconosce quanto l’offerta costituita dal Percorso del cemento e l’organizzazione di eventi culturali sul sito riqualificato dell’ex Saceba siano apprezzati e richiesti.
La didattica, ma non solo
Il credito che il Governo – i Comuni del Parco e i «Comuni sostenitori» – è pronto a stanziare permetterà così, da un lato, di far fronte alla gestione dei costi del personale e delle infrastrutture. Dall’altro, invece, si darà spazio agli investimenti finalizzati ad attuare il PUC, il Piano di utilizzazione cantonale. «Una delle iniziative più importanti che termineremo nei prossimi due anni riguarda la rivisitazione dei contenuti del parco in chiave didattica – evidenzia il direttore –. I contenuti e i valori che porta con sé oggi il parco vogliamo svilupparli per le visite guidate e per la cartellonistica che si incontra lungo i percorsi». Inoltre, in cantiere, c’è la realizzazione «di un’audioguida in chiave più moderna e accattivante». Il tutto rientra in un’analisi – volta a rivedere, come richiesto dalla Legge, il PUC ogni 10 anni – che il Parco sta svolgendo insieme alla SUPSI. Ben chiari sono gli obiettivi: «Abbiamo dovuto rispondere a tre domande – ci racconta Andrea Stella –. Cosa c’è oggi nel parco e cosa dovrà esserci fra 10 anni. Cosa non vorremo più e, infine, cosa attualmente non c’è e vorremo».
Imput, in sostanza, per dare avvio ai progetti futuri. Alcuni esempi? Sicuramente si continueranno «a mantenere il territorio, i sentieri e il bosco. Andranno gestite anche le neofite invasive che sono sempre più un problema». Tra gli obiettivi vi sono anche la valorizzazione dei biotopi e lo sviluppo delle interconnessioni del parco: «Guardando un po’ oltre i confini, vorremmo collaborare con le altre realtà simili alla nostra. Lavorando insieme – annota il nostro interlocutore – diventeremo più forti». Oltre i confini si parlerà anche di sentieri, visto che ne è previsto uno che porti in Valle di Muggio». Si vorranno anche conservare e valorizzare i patrimoni storico e architettonico: in quest’ultimo caso sono in rampa di lancio i lavori per consolidare i muri del vecchio castello di Castel San Pietro. Una prima tappa che, chissà, potrà fare da apripista.