Progetto

Un pezzo di «uni» in Leventina: si può fare

Soddisfazione dell’USI e di Airolo per i passi avanti compiuti nella futura realizzazione della «Casa della sostenibilità»: l’ex Posta del paese un giorno accoglierà un’antenna accademica per studenti e professori, aprendosi anche alla realtà locale - Ecco obiettivi e contenuti dell’iniziativa a livello edilizio e scientifico
Airolo. ©CdT/Chiara Zocchetti
Simone Berti
22.12.2021 16:40

«Sono particolarmente felice del fatto che questo progetto sia stato approvato: l’obiettivo, molto rilevante, è quello di poter offrire alle nostre studentesse e ai nostri studenti una modalità innovativa di formazione con la quale poter toccare con mano le grandi sfide legate alla sostenibilità». Lo afferma il rettore dell’Università della Svizzera italiana (USI) Boas Erez a seguito dell’approvazione lunedì all’unanimità, da parte del Consiglio comunale di Airolo, del credito di 2,47 milioni di franchi per l’acquisto e la trasformazione dell’ex stabile postale del paese, realizzato nel 1950, in antenna dello stesso istituto accademico. Un giorno quegli spazi potranno così accogliere la cosiddetta «Casa della sostenibilità», un luogo in cui studenti e professori potranno riflettere sui temi ambientali e socio-economici a stretto contatto con una regione dai grandi contenuti naturalistici e in fase di cambiamento (si pensi alla prevista riqualificazione territoriale legata al raddoppio del tunnel stradale). I dormitori avranno un trentina di letti, mentre per i seminari si ipotizzano da 25 a 80 posti: ci saranno poi anche espositivi. La soddisfazione del rettore giunge anche dal fatto pochi giorni prima, venerdì 17 dicembre, il Consiglio dell’Università ha votato all’unanimità l’avvio delle operazioni per la realizzazione del progetto. Soddisfazione viene espressa anche dal sindaco di Airolo Oscar Wolfisberg: «La nostra regione è un osservatorio privilegiato per alcuni dei grandi temi del futuro, quali i cambiamenti climatici, la produzione sostenibile di energia o la ricerca di nuove soluzioni per il futuro dei trasporti», dichiara. Inoltre secondo il sindaco verrà così restituito all’edificio il carattere aggregativo che lo ha caratterizzato per mezzo secolo.

«Al centro dello spazio alpino»
L’Università della Svizzera italiana si sente chiamata a svolgere il proprio ruolo nella sensibilizzazione allo sviluppo sostenibile. In particolare, la sua volontà è quella di proporre ai propri studenti e professori una modalità innovativa di formazione, utilizzando lo spazio alpino e in particolare la regione del San Gottardo, come laboratorio. Un luogo insomma in cui vedere, toccar con mano e comprendere che cosa significa sviluppo sostenibile: dai trasporti al turismo, dall’agricoltura alla produzione di energia, fino ai cambiamenti climatici. Si tratta, secondo l’USI ed il suo rettore, di «un’occasione privilegiata per riflettere su come creare una società ben funzionante, capace di migliorare le condizioni di vita dei cittadini senza compromettere la vita delle generazioni future». Più nel dettaglio, la Casa della sostenibilità intende essere un luogo dove gli studenti possano riflettere sul tema interagendo con la popolazione e con gli attori pubblici e privati. Per le sue caratteristiche è stata appunto identificata l’ex sede della Posta di Airolo, concepito nel 1950 dall’architetto ticinese Rino Tami. Trovandosi a pochi passi dalla stazione ferroviaria ed essendo facilmente raggiungibile dall’uscita autostradale, secondo i promotori questo stabile si situa pure in posizione centrale rispetto alle attività, ai servizi, e alle proposte che si trovano sul territorio. «L’intento - precisa l’USI - è quello di disporre di un luogo in dialogo con le realtà circostanti, favorendo l’incontro tra saperi diversi e una finestra aperta sul territorio che possa accogliere e far dialogare le realtà scientifiche, economiche, formative, culturali e sociali attive nella zona, a favore dello sviluppo della regione».

Tempistiche e finanziamento
L’investimento iniziale per l’acquisto dell’immobile, ricordiamo, è a carico del Comune, con un sostegno da parte del Cantone tramite la politica regionale di sviluppo. Il capitale necessario all’avvio del progetto e i costi di gestione saranno per contro a carico dell’Università con sede a Lugano. Si apre ora la fase di realizzazione del progetto che prevede da un lato l’effettivo acquisto dello stabile e l’avvio dei lavori di ristrutturazione da parte del Comune tramite il citato credito appena votato, mentre all’USI si lavorerà alla definizione dei corsi e allo sviluppo delle sinergie al suo interno e sul territorio.

Ecco com’è stata immaginata una parte degli spazi interni. ©USI
Ecco com’è stata immaginata una parte degli spazi interni. ©USI