Un «precettone» esecutivo (che non lo era)

Qualche settimana fa, in una delle liste dei debitori irrintracciabili che sovente appaiono sul Foglio Ufficiale, spiccava uno dei più ingenti precetti esecutivi mai apparso in questo tipo di comunicazioni. Una fondazione di previdenza professionale chiedeva infatti a una società con sede in città dedita alla consulenza informatica e allo sviluppo di software la bellezza di oltre 2,2 milioni di franchi.
Di altre informazioni sulla fattispecie non ce n’erano. Il sospetto è che si potesse trattare di contributi previdenziali non versati dal datore di lavoro, e la cifra sarebbe stata abbastanza clamorosa anche per una società di medio-grandi dimensioni. Scriviamo «anche» perché la società in questione non rientra nella categoria. La sede in centro città si è infatti rivelata essere sostanzialmente una bucalettere, o al limite uno spazio in un ufficio condiviso, e dalla proprietaria degli spazi ci è stato inoltre riferito che il contratto d’affitto è stato risolto nei mesi scorsi. Cercando online non siamo inoltre riusciti a identificare persone che lavorassero per questa società, al di fuori del suo socio e gerente, un uomo attivo anche nel settore delle blockchain.
Il disguido
In altre parole, tutto molto strano. E difatti la spiegazione era un’altra. Come riferitoci dopo qualche giorno dalla Fondazione di previdenza, all’origine del «precettone» altro non vi è se non «un errore di battitura nella pubblicazione ufficiale» nel quadro di «una procedura esecutiva per un credito contributivo arretrato». La cui entità reale è nella più contenuta cifra di 22mila e rotti franchi. Non è chiaro se l’errore sia stato della Fondazione o di chi redige la pubblicazione, ma tant’è: nei giorni scorsi è apparsa la correzione sul Foglio Ufficiale.